Economia
12 settembre, 2025Rispetto al secondo trimestre 2024, gli occupati sono 226 mila in più. E per la prima volta in Italia, gli over 50 che lavorano sono oltre dieci milioni: nel 2004 erano meno della metà. Meloni esulta, ma per i più giovani la situazione è peggiorata
Ci sono due dati positivi nell’ultimo report sull'occupazione elaborato dall’Istat, al netto degli effetti stagionali, e riferito al secondo trimestre del 2025. Il primo è che, in termini assoluti, il numero di chi ha un lavoro cresce di 226 mila unità, lo 0,9 per cento in più in un anno. Il secondo: il tasso nel Mezzogiorno raggiunge il 50,1 per cento, il più alto dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, avviate nel 2004. Ma se si guardano più a fondo questi dati, emergono delle tendenze meno rosee rispetto al tono con cui il governo accoglie, ciclicamente, i dati sull’occupazione.
L'occupazione cresce per gli over 50
L’occupazione cresce — è vero — ma riguarda principalmente fette della popolazione più in là con l’età. Per la prima volta, sono oltre dieci milioni i lavoratori con più di 50 anni: rispetto ai primi tre mesi dell’anno, sono aumentati di 96mila, 422 mila in più rispetto allo stesso trimestre del 2024. Ma se il paragone lo si fa con il 2004, l’aumento è piuttosto marcato: 21 anni fa, infatti, gli over 50 al lavoro erano quattro milioni e 865 mila, meno della metà di oggi. Un dato “legato all’invecchiamento della popolazione con l’entrata nelle coorti più anziane — spiega l’Istat — dei nati negli anni Settanta e alla stretta sull’accesso alla pensione”.
Il tasso di occupazione diminuisce per i più giovani
Al contrario, per i più giovani la situazione non sembra migliorare. Il tasso di occupazione per la fascia 15-34 anni cala dello 0,7 per cento, rimane stabile per i 35-49enni, mentre per la fascia 50-64 anni aumenta di due punti percentuali.
La dinamica opposta dei tassi di disoccupazione
I tassi di disoccupazione registrano una dinamica opposta. Questo è dovuto al modo in cui vengono calcolati i due valori: ovvero, nel caso del tasso di occupazione, dividendo gli occupati per il numero totale della popolazione di riferimento; nel caso della disoccupazione il rapporto è tra le persone in ricerca attiva di lavoro e la corrispondente forza lavoro. Per gli ultracinquantenni, i tassi di inattività e di disoccupazione scendono rispettivamente dello 1,6 e dello 0,6 per cento. Al contrario, per gli under 35 aumentano entrambi dello 0,5 per cento.
Il messaggio di Meloni
"Ci accusavano di voler spaccare l'Italia, ma la verità è che abbiamo scelto di credere nelle energie, nel talento e nella forza del Sud — ha scritto sui social Meloni —. Abbiamo avuto il coraggio di dire basta alla stagione dell'assistenzialismo, che per troppo tempo ha alimentato l'idea di un Mezzogiorno condannato a restare indietro. Abbiamo investito in infrastrutture, lavoro, merito. Lavoriamo per mettere il Sud in condizione di competere ad armi pari e di dimostrare, finalmente, tutto il suo valore”. “Oggi — ha aggiunto — i dati dell’Istat certificano il numero di occupati nel Mezzogiorno più alto mai registrato dal 2004. La strada è giusta, e continueremo a percorrerla, per costruire finalmente un'Italia nella quale tutti abbiano le stesse opportunità".
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