Editoriale
L’Europa per esistere deve essere solidale
L’aumento senza precedenti dei prezzi dell’energia non è dovuto solo alla guerra, ma anche a speculazioni “intollerabili”. Lo dice il Presidente della Repubblica che chiama i Paesi della Ue a mostrarsi uniti
È l’ora delle decisioni e non più della perdita di tempo. Occorre scegliere in fretta su diversi punti di notevole importanza non solo per gli interessi del nostro Paese, ma per tutta l’Unione Europea, a cominciare dalla frammentazione del mercato dell’energia, un fronte sul quale la Ue è chiamata a dare una risposta forte e comune. Che non può solo materializzarsi nel price cap al gas che concorre alla formazione del prezzo dell’elettricità, che avvantaggia alcuni Paesi a dispetto di molti altri.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen deve formulare una proposta che accontenti tutti i 27. Perché in Italia, nel frattempo, le «Speculazioni intollerabili» come le ha definite il Presidente Sergio Mattarella, sull’energia minano la coesione sociale, e vanno fermate subito. È un monito forte e vuole scuotere l’Europa che sembra non trovare l’accordo sulle misure per frenare il caro-bollette. Per questo il Capo dello Stato sferza la Ue a ritrovare lo spirito di solidarietà creatosi nella reazione alla pandemia. E lo dice spazzando via l’alibi della guerra in Ucraina che, certo, ha avuto forti ripercussioni sull’aumento dei prezzi di varie materie, ma il Presidente della Repubblica dice chiaramente che si tratta di speculazioni: «Vediamo che la nostra Europa fatica a esprimere una politica di solidarietà e di coesione sulle conseguenze economiche e sociali di questa guerra. Assistiamo a un’impennata dei prezzi dell’energia che è attribuibile solo in parte a scarsità di approvvigionamenti, ma trova radice in azioni speculative che minacciano la vita di migliaia di aziende e mettono in allarme tantissime famiglie. A questo va posto rimedio».
Ancora una volta il Capo dello Stato deve entrare in campo e far sentire la sua autorevole voce. Lo fa mentre Mario Draghi si prepara a partecipare al suo ultimo Consiglio europeo, e a Roma la premier in pectore, Giorgia Meloni, è impegnata alla formazione della squadra dei ministri che potrebbero scendere in campo entro la fine di ottobre. La preoccupazione della presidente di Fratelli d’Italia è quella di affrontare una crisi multiforme che spaventerebbe anche un leader di governo più esperto: una miscela tossica di energia e crisi del costo della vita in un contesto di guerra e minaccia di recessione. La stima ufficiale preliminare dell’inflazione annua a settembre era appena sotto il nove per cento. Le bollette sono triplicate. Molte attività commerciali e imprenditoriali per questi costi sono state chiuse e i sindacati spingono per un salario più alto ai lavoratori.
Il futuro a medio e lungo termine dell’Italia dipenderà dalla squadra di governo, soprattutto per rassicurare i mercati e i partner del nostro Paese nella Ue. Però gli alleati di Meloni, Salvini e Berlusconi, sembrano non guardare ai conti pubblici e alla situazione sociale attuale, perché se rispettano le promesse che hanno fatto in campagna elettorale, come la flat tax, si andrebbe in contrasto con i numeri negativi del bilancio dello Stato. Ma forse a loro interessa solo il numero dei posti a tavola.