Servono equità e giustizia, non un’insicurezza generata dalla paura della repressione

Una società come la nostra che ha di fronte a sé sfide globali come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, ha bisogno di cittadini liberi e attivi, non silenziati dalla paura di veder punita la propria voce. E invece la recente approvazione alla Camera del ddl Sicurezza va esattamente nel senso opposto e ha scatenato un ampio dibattito, destinato a infiammare piazze e  seggi parlamentari in vista del voto definitivo al Senato. Oltre venti i nuovi reati introdotti, dalla criminalizzazione dei rave illegali, al riconoscimento dell’omicidio nautico, dal reato di gestazione per altri, al divieto per i migranti privi di permesso di soggiorno di possedere una sim telefonica. Ma la vera novità sta nell’inasprimento delle pene per le proteste pacifiche, con l’aggravante per coloro che osano opporsi a opere pubbliche o infrastrutture considerate strategiche – leggi: Tav o Ponte sullo Stretto.

Le parole delle associazioni per i diritti civili risuonano forti e chiare: si tratta di un attacco al diritto di protesta che non ha precedenti nella storia repubblicana. Mentre le opposizioni e i sindacati sottolineano che  questo ddl Sicurezza non fa che aumentare il rischio di conflittualità nella società. La nuova legge, lungi dall’assicurare la protezione dei più vulnerabili, sceglie una strada di repressione. Inoltre non viene fatta menzione di altri più importanti e reali bisogni di sicurezza, come prevenire frodi finanziarie, combattere efficacemente  l’evasione fiscale invece di moltiplicare i condoni e di garantire sicurezza sul lavoro. La storia ha dimostrato che ogni tentativo di ridurre le libertà civili in nome di una presunta sicurezza conduce a tensioni e conflitti, dannosi per la coesione sociale. Insomma, come bene spiega il nostro Enrico Bellavia nel suo commento, si tratta di provvedimenti contro il buon senso e la Costituzione.

Allora ci si interroga: il ddl Sicurezza rappresenta davvero una risposta ai bisogni dei cittadini o è una mera strumentalizzazione politica per consolidare il consenso?

La nostra democrazia ha bisogno di riforme che rafforzino i diritti e le libertà, non di leggi che li erodano. La sicurezza, che è essenza stessa del vivere civile, deve poggiare su basi solide di equità e giustizia, non sull’insicurezza generata dalla paura della repressione. È giunto il momento di riaffermare che la vera forza di una nazione sta anche nella sua capacità di costruire un dialogo aperto, di ascoltare le voci di chi si oppone e di effettuare scelte coraggiose nell’interesse di tutti.

In questo numero i nostri lettori trovano anche una interessante riflessione di Marco Montemagno che si domanda se il monopolio di Google stia per finire, insediato dalle accuse dell’Antitrust americana ma soprattutto dall’Intelligenza Artificiale che può andare oltre i risultati della ricerca tradizionale offerti dal motore di ricerca, fornendo risposte immediate e “su misura” senza costringere l’utente a navigare tra una lunga lista di link.  A questo punto l’Ia potrebbe diventare più efficiente dei motori di ricerca tradizionali. E ciò potrebbe cambiare radicalmente il comportamento degli utenti, portandoli a “dialogare”, invece che “chiedere”, con un sistema che conosce le loro preferenze e necessità.