Giovani
9 luglio, 2025Umberto Eco, nella sua Bustina Quanti libri non abbiamo letto?, sottolinea come anche un esperto non può divorare tutti i testi del mondo. Perciò, non prendiamocela con l’amico che non ha mai sfogliato la saga di Harry Potter: i nemici dell’arte non sono coloro i quali ammettono di non aver mai aperto le pagine di Hemingway, ma chi ne avvelena gli spazi d’espressione a fini ideologici
Durante questo rovente mese di luglio è stato assegnato il Premio Strega, storico riconoscimento letterario conferito ogni anno a un grande libro pubblicato da un’autrice o un autore italiani. Assente alla cerimonia il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, la cui carica fa parte della giuria dell’evento.
Nella sua Bustina "Quanti libri non abbiamo letto?", Umberto Eco parla dell’atteggiamento adottato, senza bisogno di nascondersi, da tutti, non appena scopriamo che la persona al nostro fianco non ha mai guardato un film che per noi rappresenta un punto di riferimento della cinematografia, un cardine, una bussola per le nostre emozioni: “Ma davvero non lo hai mai visto?”, sconvolti dalle strategie con le quali il nostro amico è riuscito a sopravvivere senza. La verità, come afferma Eco, è che anche un addetto ai lavori può non aver letto capolavori come "Alla ricerca del tempo perduto" o "Uno, nessuno e centomila".
Alcuni testi, così come alcune serie tv, li abbiamo iniziati e lasciati lì, in una pausa che somiglia a quando, all’interno di una relazione, uno dei due afferma: “Forse in futuro torneremo insieme”. Sappiamo che non accadrà mai. Dobbiamo accettare la tragica realtà: esistono persone nel mondo che non hanno mai letto o guardato la saga di Harry Potter e che vivono serenamente, anche senza essersi innamorati di Hogwarts.
Probabilmente Giuli non desidererebbe abitarci, in quel castello incantato, dati i numerosi problemi dell’ultimo periodo con le streghe: il ministro della Cultura ha tuonato spiegando di non essersi presentato alla premiazione dello Strega perché non giudicherebbe mai un libro senza averlo letto, non avendo, l’organizzazione, inviatogli le copie in gara.
Giuli non voleva fare la figura di Gennaro Sangiuliano, suo predecessore, il quale al Premio Strega del 2023 aveva rivelato: “I libri finalisti questa sera sono tutte storie che ti prendono, che fanno riflettere. Ecco, proverò a leggerli”. Tuttavia, a meno che non ci chiamino a vestire i panni da giudice, non laceriamo irreparabilmente la cultura occidentale se non ci siamo perduti all’interno di tutti i tesori che custodisce. Tuttavia, qualcosa in grado di strappare realmente il rapporto fra letteratura, cinema, teatro e pubblico c'è e sta proprio all’interno del Parlamento.
Nemmeno Hermione Granger ha letto tutti i libri del mondo. Eco ci tiene a sottolineare che è impossibile: semmai, l’aspetto in grado di distinguerla è la propria sete di storie, intuendo che le parole sono bacchette attraverso le quali siamo capaci di generare incantesimi. E che sono, allo stesso tempo, in grado sia di incantare che di ingannare.
Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci (che organizza il Premio), ha infatti chiarito che le opere da mandare a Giuli non sono svanite a causa di un sortilegio, quanto piuttosto che “non gli abbiamo inviato i libri del premio perché chiediamo agli editori di spedirli unicamente alla giuria dello Strega, da cui si è dimesso il giorno stesso della sua nomina al ministero della Cultura”. I nemici dell’arte non sono coloro i quali ammettono di non aver mai aperto le pagine di Ernest Hemingway, ma chi ne avvelena gli spazi d’espressione a fini ideologici: in questo modo, si possono scagliare maledizioni persino ai mondi magici.
La decisione di declassare lo storico Teatro della Pergola di Firenze da palcoscenico “nazionale” a “cittadino” non è frutto di un incantesimo, ma di una scelta politica che vede come bersaglio Stefano Massini, nuovo direttore artistico del teatro e sgradito al ministero della Cultura, causando una netta diminuzione dei finanziamenti. Sostenendo solo ciò che concede di allinearsi, si realizza un “bullismo istituzionale”, come dichiara la sindaca di Firenze, Sara Funaro. “La cultura è sotto attacco” aggiunge Massini: lo strappo non si ricucirà solo dalla quantità di libri che divoreremo nei prossimi anni, ma dalla presenza di persone in grado di proteggere le storie che non amano. Uomini e donne come Hermione, in grado di credere che “le parole sono la nostra massima e inesauribile fonte di magia”. Fuori e dentro il Parlamento.
*Vincenzo Voltarelli è uno studente di Filosofia appassionato degli scritti di Umberto Eco. Ne la rubrica L’Eco della notizia, in occasione dei 70 anni de L'Espresso, pesca dalle storiche Bustine di Minerva nuovi spunti per l'attualità
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