Giovani
15 settembre, 2025Perché, oggi, è necessario che ragazze e ragazzi partecipino alla vita pubblica? Quali sono le istanze più importanti per loro? Risponde Ada Bastone, attivista del Network Giovani del M5S
Restare è stato il primo atto politico, forse inconsapevole, che qualsiasi giovane compie quando inizia a fare politica. Nel Mezzogiorno, restare significa opporsi alla marginalità programmata, alla riduzione del Sud a questione amministrativa anziché politica. Una lunga storia di divari imposti, disinvestimenti strategici, narrazioni coloniali ha prodotto un’asimmetria strutturale tra centro e periferia, tra chi decide e chi subisce. Ma la frattura non è solo geografica: è sociale, generazionale. Per questo la partecipazione dei giovani non è solo necessaria: è l’unico antidoto alla disuguaglianza. Perché chi vive nei margini ha lo sguardo più netto sul centro. E chi resta, spesso, è anche chi resiste. Serve un’inversione radicale: riportare le politiche pubbliche nei territori che lo Stato ha abbandonato. Non bastano i bandi a sportello o le retoriche sulla “valorizzazione dei talenti”. Serve un piano nazionale contro lo spopolamento e la desertificazione dei servizi. Serve redistribuire potere, non solo fondi. I giovani del sud non sono una categoria da rappresentare, ma una soggettività politica capace di ridefinire le priorità. E se la politica ha ancora un senso, è questo: costruire leve collettive per ribaltare un ordine ingiusto. A partire da Sud.
Chi è Ada Bastone
Classe 1996, calabrese con origini arbëreshë, è collaboratrice parlamentare, referente del Network Giovani M5S. È attiva nel Network fin dalla sua nascita, con un impegno costante sulla comunicazione e la mobilitazione, portando al centro del dibattito le istanze dei giovani del Sud.
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