La prima risposta appare semplice: la questione non è perché, ma perché no. Eppure, una grande contraddizione emerge quando approccio seriamente alla domanda: “Perché la politica?” È la contraddizione di chi intuisce che la rabbia e la volontà che ci hanno spinti all’inizio, quell’urgenza di cambiare tutto e subito, oggi non bastano più. I ruoli che assumiamo ci impongono responsabilità che ci costringe a compromettere quella volontà originaria. Il binomio necessità-virtù non si sposa facilmente con l’età che viviamo, quando dovremmo pretendere e sognare tutto. Eppure, arriva un momento in cui sembra più saggio cercare di cambiare qualcosa piuttosto che tentare di cambiare tutto per ritrovarsi poi a non cambiare nulla. Ma a conti fatti quel compromesso non basta. Troppo grandi sono le disuguaglianze tra chi ha e chi non ha. Troppo unica è la vita di ogni essere umano perché la dignità possa essere negoziata e compromessa. Soprattutto mentre perdiamo la guerra contro il conformismo dell’individualismo, contro la disumanizzazione dell’altro. E allora la risposta alla domanda “Perché?” non è cambiata rispetto a quando abbiamo cominciato. Si è solo rinnovata.

Perché non abbiamo tempo. Perché è ancora troppo importante cambiare tutto e farlo adesso. L’ossessione per la vita, per una vita giusta, equa, umana, non deve essere abbandonata. Ha solo bisogno di essere rinnovata. Attraverso il coraggio di ascoltarsi. Ma, soprattutto, attraverso il coraggio di ascoltare la vita degli altri

Classe 1997, vive a Roma, dove è Assessore alle politiche giovanili e all'antimafia sociale del VII Municipio. Nel 2021 è stato il Consigliere Municipale più votato del PD a Roma ed oggi è il più giovane Assessore della città, oltre ad essere membro della Segreteria romana del PD.