Politica
19 settembre, 2025All'università Link di Roma l'evento organizzato da "La Giovane Roma" e "Politica Magazine", di cui L'Espresso è media partner. Oltre ai 60 giovani under 30 che si stanno distinguendo nel panorama politico e istituzionale italiano, gli interventi di Gualtieri, Tajani, Conte e Renzi
Venerdì 19 settembre, all’università Link di Roma, la terza edizione di “60 under 30”, l’evento organizzato da “La Giovane Roma” e “Politica Magazine” di cui, anche quest’anno, L’Espresso è media partner. Verranno premiati i sessanta giovani under 30 che si stanno distinguendo nel panorama politico e istituzionale italiano. Ragazze e ragazzi che, attraverso impegno, competenza e visione, stanno contribuendo a cambiare il Paese. Tra gli interventi, oltre a quello del direttore de L'Espresso Emilio Carelli, quelli di Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Roberto Gualtieri.
Apre i lavori Federico Lobuono, presidente de “La Giovane Roma”. "Questa non è una classifica - ha ribadito dal palco -. Noi celebriamo storie di giovani uomini e giovane donne che attraverso l’impegno stanno già lasciando il segno”, ha detto. L'obiettivo (lo chiama "il nuovo compromesso") è “mettere da parte ciò che ci divide e valorizzare ciò che ci unisce. Il ricambio generazionale è una priorità per il Paese".
Dopo gli interventi Tajani, Conte e Renzi, è intervenuto il direttore de L'Espresso, Emilio Carelli. "L’Espresso per il terzo anno consecutivo ha scelto di essere media partner di quest’evento sui 60 under 30. L’abbiamo fatto dedicando la controcopertina del numero in edicola. È stato molto interessante leggere queste biografie perché ho scoperto cose incredibili: moltissimi di voi sono già impegnati attivamente, anche a livello nazionale ed europeo. E questo - ha aggiunto - lo consideriamo molto importante, per cui vogliamo garantire il supporto del nostro giornale a quest’iniziativa”. E poi, il premio ad Ada Bastone, referente giovani della giovanile del Movimento 5 stelle, alla quale viene consegnato un premio de L’Espresso per la lettera con più visualizzazioni tra le sessanta pubblicate dal nostro sito.
“Non è solo ingenuo entusiasmo quest’adesione de L’Espresso — conclude Carelli — ma vuol essere un’operazione di fiducia nei confronti di tutti i giovani che si stanno impegnando in politica e che ritroveremo nei prossimi decenni protagonisti della vita politica italiana.


Dopo i saluti istituzionali del rettore dell’università Link, Carlo Alberto Giusti, è stato il turno del ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. “Oggi non sono tanti i ragazzi che si appassionano alla politica — esordisce —. La colpa di chi è? Dei giovani o della politica? Probabilmente della politica. Gli avversari politici — ha sottolineato Tajani, salutando Giuseppe Conte arrivato in platea — sono avversari politici, non nemici. Guai a pensare che la politica debba essere qualche cosa per farti occupare un posto importante. Guai a pensare che l’obiettivo è quello di comandare, fare il deputato o il senatore. L’obiettivo deve sempre essere combattere per degli ideali e per dei valori. Se ti batti per quel che credi, ti sentirai giovane anche quando avrai i capelli grigi”.
“Siamo riusciti a far incrementare l’occupazione - ha aggiunto - ma ci sono ancora stipendi troppo bassi. Allora bisogna cambiare qualcosa. Meno tasse è la regola. Favorire le start-up, favorire i giovani che vogliono intraprendere. Queste sono le cose che i governi e la politica devono fare. Permettere ai giovani di avere una speranza. Dobbiamo mettervi nelle condizioni di poter correre liberamente e realizzare quel che si ha in testa. Guai anche, tra i giovani, dire ‘uno vale uno’. Uno vale uno vale quando si parte, e tutti devono aver diritto di partire. Però poi la qualità, il sacrificio, la meritocrazia devono contare. Vanno abolite le carriere automatiche”.
Poi, un annuncio: “Abbiamo raggiunto un accordo con le autorità per aprire un corridoio per i giovani di Gaza che hanno vinto borse di studio e possono venire in Italia. I primi arriveranno entro la fine di settembre. Credo arriveremo a un centinaio di persone che potranno venire nelle prossime settimane. E un’altra cosa che riguarda le università, riguarda la formazione".
"Ho deciso di cambiare le regole d’accesso al concorso diplomatico - ha aggiunto -. Oggi si può fare solo con le lauree in giurisprudenza, economia e scienze politiche. Ho scelto di aprire il concorso a tutti i laureati magistrali. Perché nessuno deve impedire a un giovane laureato in matematica di fare il diplomatico". "Cercate di portare un vento di libertà - ha detto Tajani, concludendo -. Non pensate di avere l'obiettivo del posto, sarete dei pessimi politici. Un politico carrierista è destinato a perdere, un politico che ci crede è destinato a far vincere i valori in cui crede. Questo è il mio consiglio".
"Ho un debole quando si tratta di confrontarsi con i giovani — ha detto Giuseppe Conte, iniziando il suo intervento —. Mi manca il confronto quotidiano con voi, quando ero professore. Anche se oggi questo confronto continua. Costruitevi un percorso professionale — è il consiglio del leader del M5s — che vi renda solidi. È la migliore chiave per vivere la politica con la giusta distanza e la giusta intensità. Dipendere interamente dalla politica è un rischio molto grave”.
Poi ricorda i suoi anni da presidente del Consiglio. “La pandemia è stata una sfida terribile, abbiamo adottato misure che io non avrei neppure immaginato si potessero adottare in un sistema democratico. L’abbiamo fatto cercando anche di comunicare sempre in piena trasparenza il percorso che stavamo facendo. Tutti i successi che abbiamo conseguito in questa sfida”.
“Gli unici cantieri oggi aperti — ha aggiunto — sono parte dei 209 miliardi del Pnrr che il governo sta cercando di spendere in corsa. Quei soldi provengono dalla credibilità che l’intero Paese ha dimostrato nel periodo più duro. Abbiamo dimostrato di essere una nazione unica e di imprimere una svolta in Europa. Il Next Generation Eu è stata una svolta. Per la prima volta il debito pubblico comune è servito per costruire un piano straordinario di finanziamento”.
“Oggi — ha aggiunto — sono molto preoccupato. Siamo ritornati al Patto di stabilità, che per anni ci è stato imposto nel segno dell’austerità. Noi eravamo additati come un Paese spendaccione. Eppure, con i vincoli del bilancio abbiamo strozzato per anni la nostra crescita. E adesso succede che quei vincoli ormai non valgono più. La Germania si deve riarmare: dopo averci imposto il vincolo di bilancio, hanno superato i loro vincoli e hanno iniziato ad armarsi. Il piano di riarmo dell’Ue temo distruggerà la coesione interna dell’Europa. Ci troveremo ad arrancare dietro la Germania cercando di fare investimenti: l’effetto finale sarà la distruzione quella che era una costruzione armonica del mercato europeo”.
“Se oggi abbiamo rinunciato a un’innovazione che guarda al futuro — ha sottolineato —, che preservi il modello sociale europeo e lo indirizza verso un modello diverso che taglia il welfare, sanità, gli investimenti nei giovani; se noi rinunciamo a questo, non potremmo poi, completato il piano di riarmo, operare una nuova riconversione industriale. Saremo costretti a produrre missili e carri armati”.
Oggi dobbiamo fare di tutto affinché l’Italia non rimanga schiacciata in una dimensione bipolare del mondo. L’unica ragione che può giustificarla, sono i valori a cui ci appelliamo. Non declamandoli in astratto, ma assicurandone una dimensione di effettività di tutela. Per questo mi sentite denunciare con forza il genocidio in corso a Gaza. Non possiamo rivendicare un primato di valori se non siamo conseguenti, non possiamo rivendicare la giusta nostra azione se infliggiamo sanzioni a Putin e non a Netanyahu nascondendoci dietro al quadro europeo, sapendo che nell’Ue per le sanzioni serve l’unanimità. E Orban ha già detto che non le appoggerà. Però — ha aggiunto — potremmo sospendere noi, come Italia, il memorandum per la cooperazione militare con Israele. Lo potremmo fare domani mattina, dipende da noi".
“Dobbiamo investire nel diritto allo studio — ha aggiunto il leader pentastellato rivolgendosi più direttamente ai giovani nel pubblico —, non più tirocini gratuiti. Quattro giovani su dieci prendono buste paga al di sotto della soglia del salario minimo. Insieme alle donne, siete i più sfruttati tra i quattro milioni che sono al di sotto dei nove euro l’ora che non riesce a parlare in Parlamento. Eppure, potremmo approvare il salario minimo domattina. Ma quando si tratta di armi, ci sono oggettive difficoltà”.
E poi lancia una sfida a Tajani sullo ius scholae: “È una nostra vecchia proposta. Lavoriamo sui giovani per consentire loro il voto. Tanti studenti universitari, poi, non riescono a votare. Lavoriamo affinché possano votare fuori sede. E sullo ius scholae, cerchiamo di portarlo avanti in modo costruttivo: noi ci siamo. Se riteniamo giusto che dei cittadini che sono di fatto tali, ragazzi che sono cresciuti qui in Italia, abbiamo diritto alla cittadinanza, riconosciamoglielo!”.

Per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, "c'è un rapporto diretto tra l'insufficiente tasso di innovazione e l'età media della politica italiana. Roma - ha sottolineato - si sta dando una scossa anche grazie a una squadra con tanti ragazzi che ci danno tante idee. Noi più vecchi dobbiamo dire cosa pensiamo, ma soprattutto ascoltare".
"Non c'è solo un legame generazionale tra voi 60 e i tanti che voi rappresentate - ha aggiunto il sindaco di Roma -: ci sono le condizioni per creare un'alleanza generazionale su temi che fanno bene al paese. Non solo fatevi largo nei vostri rispettivi partiti, ma trovate anche dei temi su cui possiate essere uniti e su cui ci possiate incalzare. Fate squadra - è il consiglio di Gualtieri -, come hanno fatto altre generazioni importanti, che hanno costruito il nostro paese, fatto la costituzione e le riforme negli anni 60, sapendo trovare e coltivare un terreno comune al di là delle differenze. In un mondo così polarizzato, la vostra generazione ha più elementi per portare la civiltà democratica nel nostro dibattito politico"
“Imparatevi anche a prendere lo spazio — è il consiglio di Matteo Renzi ai giovani —. Sono il più giovane presidente del Consiglio, ma anche il più giovane ad andare a casa. Ma la cosa che vorrei dirvi è che tanti mi dicono ‘dovevi essere più prudente’. Alcune riforme mi hanno fatto male. Ci sono alcuni momenti in cui si devono prendere compromessi. La politica è sporcarsi le mani. Le questioni complicate — buona scuola, gli ottanta euro, industria 4.0, eccetera — portano un sacco di gente a dirmi ‘hai esagerato’. Io vorrei dire: se non avessi rischiato, non sarei mai stato presidente del Consiglio o sindaco di Firenze. Il mio consiglio è: dovete rischiare se volete essere giovani, sennò lo siete solo sulla carta d’identità”.
“Avete visto quel che sta succedendo nel mondo? — chiede poi Renzi —. È la riscrittura dell’ordine di Jalta. Oggi si tratta di fare una nuova Jalta. Siamo stati noi occidentali a creare la foto di Xi Jinping, Modi e Putin. Se ci fosse stata la politica, non avremmo regalato l’India ai cinesi. La Russia l’abbiamo persa quando è finita la politica. Putin è un criminale, ma la mancanza di politica ha portato ad allentarsi il rapporto che poteva esserci con la Russia”.
Poi ha continuato: “Vi do tre numeri. Quando ero premier, se ne andavano 95 mila giovani dall’Italia, oggi ne sono 191 mila. Dicevamo che c’era un problema demografico: nascevano 530 mila bambini, oggi ne nascono meno di 350 mila. Il terzo dato sconvolgente è quello del Pil. Il Pil americano 2007 era 14 mila miliardi di dollari, quello dei 27 Stati Ue uguale. Oggi quello americano è 29 mila miliardi, quello europeo 17 mila miliardi. In questi anni abbiamo perso la sfida con gli americani. Di fronte a questo caos, nei prossimi cinque anni l’Europa continuerà a dormire. Abbiamo dato l’Ue a un’algida burocrate, Ursula von der Leyen. Voi giovani dovete portare intelligenza politica. Metteteci valore, idealità, passione. Non state dietro ai capobastone e prendetevi questo Paese”, ha concluso Renzi.

"I giovani che si impegnano in politica non solo non sono valorizzati - dice Simone Leoni, il segretario di Forza Italia giovani - ma trovano anche qualcuno che li vuole tenere con la testa bassa. Invece penso che - a prescindere dalle idee e degli schieramenti - dobbiamo andare avanti a testa alta e andare orgogliosi di quello che facciamo. Una nuova generazione politica nasce se vengono dati gli strumenti, ma serve anche il coraggio di portare avanti le nostre idee, anche quando è scomodo. Il messaggio che dobbiamo rilanciare è che bisogna rispettare chi ha idee diverse e chi fa militanza politica: non è accettabile morire per le proprie idee, come succede dall'altra parte del mondo"
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