Giovani
8 settembre, 2025Con Carlo Acutis la chiesa guarda alle nuove generazioni e alle tecnologie che ne accompagnano la crescita, ma nei simboli c’è anche qualcosa di molto antico. Che piace ai tradizionalisti
Nel Vaticano pop inaugurato da papa Francesco, Carlo Acutis è il santo perfetto. Morto di leucemia nel 2006 a soli quindici anni, il culto che ne ha anticipato la canonizzazione è parte del processo teorizzato da Patrick Michel come “starisation du saint”: il santo trasformato in star grazie a una strategia di comunicazione che, da epiteti catching come santo millennial a una presenza pervasiva su tutte le piattaforme di comunicazione, ha permesso alla chiesa il miracolo atteso: la colonizzazione del web e dei social con un suo proprio missionario: «Quella di Acutis è una causa che fa da spartiacque perché è un’agiografia che nasce sul web e si diffonde sui social», spiega Valentina Ciciliot, storica della chiesa ed esperta di beatificazioni e canonizzazioni contemporanee. Ma la santificazione lampo di Acutis – la prima dai tempi di Madre Teresa di Calcutta – mette in luce alcuni aspetti controversi del rapporto tra cattolicesimo e giovani e fra giovani e social.
Malgrado la canonizzazione parallela a quella di Piergiorgio Frassati, per la chiesa cattolica è Carlo Acutis il santo dei giovani. La sua salma, esposta a vista dal 2022 nella chiesa di santa Maria Maggiore ad Assisi, con tanto di felpa e scarpe brandizzate, continua ad attrarre migliaia di giovani, come spiega il parroco, padre Marco Gaballo: «È un fenomeno macroscopico. Stando a un conteggio approssimativo, nel 2024 abbiamo avuto quasi il doppio delle visite rispetto al 2023: da quasi 550mila a più di 900mila. Quest’anno è probabile che il milione sarà superato». Se l’estate è il tempo ideale per le gite degli oratori italiani, colpisce la presenza di stranieri, in gran parte sudamericani e statunitensi: «Vengono da tutto il mondo, qualche mese fa, per esempio, abbiamo celebrato tre messe in cinese», aggiunge padre Marco. Lo conferma uno dei volontari: «Sono tanti i latinoamericani toccati dall’esperienza di Acutis, non solo giovani».
D’altronde, il secondo miracolo riconosciuto dalla Santa sede per la canonizzazione di Acutis riguarda una studentessa del Costa Rica, uscita dal coma. Il primo, invece, ha coinvolto un bambino brasiliano di sei anni, Matheus, affetto da pancreas anulare nel 2013: «Già nel caso di Gianna Berretta Molla, si assiste a uno spostamento di guarigioni nel Sud del mondo», spiega Ciciliot: «Nel processo di medicalizzazione del miracolo, lo spostamento delle persone guarite nel Sud del mondo dice tanto sull’interpretazione verso un cristianesimo tradizionale», aggiunge. Acutis, infatti, è citato come patrono di internet, ma la sua figura è anche legata a simboli del cattolicesimo tradizionale, come i culti eucaristici, il rosario e la Vergine Maria, in un Continente – quello sudamericano – dove gli evangelici stanno aumentando e la Madonna è un argine al protestantesimo.
Il timore dello switch a un cattolicesimo più conservatore è un fisiologico processo di interpretazione nei santi contemporanei, spiega Ciciliot: «Come è stato per Madre Teresa di Calcutta, beatificata come suora dedita ai poveri, ma canonizzata come patrona del movimento pro-life. Nel caso di Gianna Berretta Molla, poi, le date del processo di canonizzazione coincidono con le fasi della discussione del progetto di legge italiana sull’aborto. Lì c’è stata una contro-risposta della chiesa ai diritti della società civile, creando un modello molto discusso». Anche in Acutis, con l’approssimarsi della santificazione, la chiesa ha costruito la sua immagine. Da santo millennial, il computer è diventato uno strumento per riproporre un culto eucaristico di matrice ottocentesca, visibile nel bizzarro binomio computer-pisside, che fa riferimento alle ricerche web del giovane sui miracoli eucaristici: «L’unione del pc con la pisside, atta a contenere il pane consacrato, afferma un culto ottocentesco su un giovane di 15 anni che ha una cultura eucaristica non al passo con la contemporaneità. È l’esempio dell’utilizzo di simboli giovani per parlare un linguaggio vecchio. Questo non fa che attirare i tradizionalisti», puntualizza il teologo Andrea Grillo, che insegna Teologia dei sacramenti presso il Pontificio ateneo Sant’Anselmo di Roma. Che i social ripropongano modelli ortodossi – se non conservatori – di cattolicesimo è evidente nel fenomeno dei church toker, i tiktoker cattolici, molto diffuso in Nordamerica. Tanti di loro, in veste di performative Catholic in salsa Maga, visitano la tomba di Acutis, tanto da chiedersi a quali giovani la chiesa si sta rivolgendo.
Non solo la chiesa ha bisogno di Acutis, ma anche la politica, che rafforza così il suo sistema valoriale. Lorenzo Fontana, nel suo primo discorso da presidente della Camera nell’ottobre 2022, ha citato una delle sue poche frasi: «Diceva che tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie». In occasione della beatificazione nell’ottobre 2020, Attilio Fontana, presidente di destra della Regione Lombardia, lo ha ricordato su Facebook come «un ragazzo dal viso dolce, appassionato di Internet e dei nuovi strumenti di comunicazione». Malgrado la sua breve vita Acutis, che cresce nella Milano bene, conserva le caratteristiche delle canonizzazioni sponsorizzate dalle grandi famiglie benestanti d’Italia che alimentano le cause di canonizzazione. Controverso apparirebbe anche il profilo agiografico di Acutis, che riflette la santità dei preadolescenti dell’Otto-Novecento, dove temi attuali, come la sessualità, sono tabù: «Carlo era inaccessibile ai suoi stessi compagni, che lo aspettavano fuori dalla chiesa quando andava a messa», ricorda qualcuno all’Istituto Leone XIII, la scuola gesuita frequentata dai rampolli della ricca Milano. All’istituto non manca lo scetticismo sulla costruzione della santità di Acutis: «Ma molti preferiscono non parlarne – riferisce una voce che chiede l’anonimato – Mi ha colpito la caccia alle reliquie, come il banco di scuola, e la ricerca di testimonianze incisive: non è emerso nulla in particolare, e diversi suoi compagni hanno deciso di non esporsi». Don Jacopo De Vecchi, che insegnava al Leone XIII ai tempi di Carlo, ribalta la prospettiva: «Non aveva segni particolari di santità, ma certamente un tratto sapienziale stava nel modo di porsi. Io non credo sia un problema di Carlo, ma di una mentalità religiosa che tende all’agiografia e non alla storia». Per Ciciliot, la sintesi depositata presso la Congregazione delle cause dei santi fugherà ogni dubbio: «Attendiamo la pubblicazione della Positio super virtutibus, il documento che viene presentato ai consultori teologici, e lì si capirà molto».
Spiega padre Gaballo: «Acutis era un modello di santità per papa Francesco, che venne in visita all’episcopio di Assisi nel 2013 inaugurando il Santuario della Spogliazione. È stato lui a evidenziare questo passaggio della vita di san Francesco come esempio di radicalità giovanile, perché uno che si spoglia di tutto per seguire la strada di Cristo è un messaggio potente per i giovani, un invito a scegliere con saggezza e in modo radicale». Acutis e il suo utilizzo dell’informatica, però, confermano anche la percezione che Francesco aveva del web quale spazio insidioso, come scrisse nell’esortazione apostolica Christus vivit. Dopo lo slittamento della canonizzazione, a seguito della morte dello stesso papa, e l’accorpamento con la canonizzazione di Frassati in una celebrazione unitaria il 7 settembre in piazza San Pietro, è chiara la visione che la chiesa cattolica ha della gioventù: Acutis col suo computer e Frassati con la socialità, incarnano due visioni di santità giovane, ma non per questo fresca. Sarà la risposta dei giovani la cartina di tornasole per comprendere se si tratta di modelli consolidati o di ennesimi fenomeni di suggestione emotiva.

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