Visioni
6 dicembre, 2025Si tratta di un bianco morbido ed equilibrato, pensato per auspicare una svolta collettiva verso la pace, la calma, la tranquillità
È ufficiale: il colore Pantone dell’anno 2026 è il “Cloud Dancer” (nell’universo Pantone è il colore numero 11-4201). La comunità di designer, professionisti della comunicazione visiva e appassionati di colori, potrà interpretare la tendenza cromatica dei prossimi 365 giorni. La novità è che, per la prima volta nella storia di Pantone, è stata scelta una tonalità di bianco. “Cloud Dancer” è infatti un bianco morbido ed equilibrato, pensato per auspicare una svolta collettiva verso la pace, la calma, la tranquillità. Laurie Pressman, vicepresidentessa del Pantone Color Institute, durante la festa del Color of the Year Launch, che si è tenuta a New York come ogni anno, ha raccontato proprio come questa scelta si inserisca nel momento storico che stiamo vivendo.
Nella location di Delancey Street, trasformata per l’occasione in quartier generale Pantone, gli invitati all’evento hanno potuto assistere a coreografie ispirate al candido bianco del “Cloud Dancer”, alla presentazione di una nuova linea di oggetti monocromatici e confrontarsi sul mondo del colore sorseggiando un “Cloud”, il cocktail creato dal Mandarin Oriental per l’occasione.
Il programma Pantone Color of the Year, uno degli eventi più attesi dell’anno, è stato creato nel 1999 dal Pantone Color Institute con l’intento – educativo e divulgativo – di coinvolgere un numero sempre più ampio di persone in una discussione globale sul colore. E dimostrare così come i cambiamenti culturali planetari siano espressi attraverso il linguaggio del colore che – contariamente a quello della parola – è universalmente comprensibile.
Per scegliere il colore dell’anno, un team internazionale di esperti del colore viene dispiegato alla ricerca delle nuove tendenze cromatica. Sono provenienti da ogni settore: ovviamente dalle arti, ma anche dalla scienza e dalla tecnologia che ad esempio, con lo studio di nuovi materiali o con la realizzazione di nuove app o social network, è capace di suscitare interessi nello stesso momento in diverse aree geografiche, spesso molto lontane l’una dall’altra. Ciò che li accomuna è la loro competenza nel colore e nel design e la loro capacità di vedere il mondo proprio attraverso questi colori.
Pressman si spinge a definirli addirittura “Antropologi del colore”, a sottolineare l’importanza sociale e culturale che ricoprono. Ma a poche ore dall’annuncio è subito scattata la polemica sulla scelta del “Cloud Dancer”: in un clima politico e culturale in cui gli Stati Uniti si stanno distinguendo per la deriva suprematista, si sarebbe preferita un’altra decisione cromatica. Lo afferma Vogue ma soprattutto il New York Times, da sempre giornale termometro degli umori dei cittadini della Grande Mela.
Pantone - in una nota rilasciata nelle ore successive - ha rigettato le accuse e sostenuto la neutralità della preferenza, auspicando che un mondo migliore passi anche attraverso il “Cloud Dancer”. I prossimi dodici mesi ci diranno se l’immacolata cromia influenzerà le sorti del mondo o se - più semplicemente - accompagnerà le nostre vite con valore puramente estetico.

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