I 70 anni de L'Espresso
24 ottobre, 2025Fabrizio Gatti, inviato per L’Espresso, raccontò dall’interno le condizioni degli immigrati nel centro di accoglienza dell’isola siciliana, fingendosi uno di loro
Soprusi, umiliazioni e condizioni disumane è tutto ciò che Fabrizio Gatti ha documentato in una delle sue inchieste più celebri per L’Espresso, quella della copertina del 7 ottobre 2005. Gatti scelse un falso nome (Bilal Ibrahim el Habib), fingendosi un immigrato iracheno, si fece ripescare in mare e finì rinchiuso in un centro di permanenza temporanea a Lampedusa per otto giorni. A colpire, nel suo racconto, fu soprattutto la “facilità” con cui, facendosi trovare in mare, riuscì a farsi spedire nel centro di permanenza per assistere in prima persona agli abusi e le condizioni che spesso l’Italia riusciva a nascondere durante le ispezioni internazionali dell’Unione europea. Nella sua lunga inchiesta, Gatti raccontava ogni giorno come un diario: dall’ostilità dei Carabinieri di Lampedusa all’urina sui pavimenti; dall’interrogatorio alla violenza fisica e psicologica del centro di accoglienza, con centinaia di persone lasciate anche senza assistenza sanitaria e con poco cibo. Il resoconto dettagliato è un susseguirsi di violazioni dei diritti degli uomini e delle donne ammassati nel centro di accoglienza, fino all’ultimo giorno in cui, senza più fare domande, “Bilal” viene trasferito ad Agrigento e lasciato andare con un foglio di via.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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