I 70 anni de L'Espresso
24 novembre, 2025Uomo dalle "larghissime intese", come veniva descritto da L’Espresso, l’avvocato pugliese ha tessuto la sua ampia rete politica e di consenso senza farsi notare, fino allo scontro con Salvini
Giuseppe Conte non è mai stato un «vaso di coccio» tra due vasi di ferro, mai un uomo debole cioè fra Di Maio e Salvini. Nonostante fosse sembrato il «premier per caso», mero esecutore del patto giallo-verde, ha creduto nel suo progetto di governo, tanto da riuscire a trasformarsi in altro, in un presidente del consiglio dalle larghe, larghissime intese, capace di tessere legami anche con Trump e il Vaticano. Dopo il lungo discorso in Senato contro Matteo Salvini, in seguito al quale aveva rassegnato le sue dimissioni il 20 agosto 2019, Conte aveva proseguito senza esitazione, verso un nuovo governo e una nuova coalizione. Il dubbio sollevato da L’Espresso con la copertina del 1° settembre 2019, però, è che un presidente che piace a troppi in realtà non sia ideale per nessuno. Come scriveva Susanna Turco nell’articolo di apertura, non era un buon segno, per esempio, che Conte avesse l’esplicito sostegno (in un tweet) del «capo mondiale dei populisti» ovvero Donald Trump, che l’aveva preferito a Salvini. Nel frattempo, però, era riuscito a riavvicinare l’Italia alla Germania e a far pesare il voto italiano nell’elezione di Ursula von Der Leyen alla Commissione europea, impegnandosi nell’atlantismo e nell’europeismo. Persino il Vaticano, con posizione discreta ma evidente, mostrava una certa simpatia per il premier-avvocato. Papa Francesco elogiò pubblicamente, in un incontro con i giornalisti, l’udienza con Conte, definendolo «un uomo intelligente, un professore, (che) sa di cosa parla». La stessa vicinanza di Conte al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi, era stata inoltre il tramite dell’incontro con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, al fine di ottenere l’appoggio dem a un nuovo governo ed evitare le elezioni anticipate, mettendo Salvini in minoranza. Non mancavano, infine, anche i giornalisti a sostegno del presidente. Fra tutti, l’inedita coppia formata da Giuliano Ferrara e Marco Travaglio.
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