Forse nulla più di una fotografia della giovane, elegante e bellissima Brigitte Bardot negli anni Cinquanta poteva mostrare la lenta e contraddittoria trasformazione morale al tempo in atto in Italia. È l’immagine infatti che L’Espresso sceglie per la copertina del 17 marzo 1957, per accompagnare l’articolo di Gianni Corbi sul duro discorso che Papa Pio XII inviò alla parrocchie per l’inizio della Quaresima. La condanna del pontefice ai costumi romani toccava in particolare la sensibilità del questore Arturo Musco. L’accusa a una Roma volgare, tappezzata di immagini «pornografiche che penetrano come un cancro nelle famiglie, nei cinema, nelle edicole» era infatti una diretta offesa alle forze di polizia e al loro impegno nel mantenimento del buon costume. Roma non aveva che mille prostitute, scriveva Corbi, sempre le stesse e tutte schedate, conosciute per nome. Nei quindici locali notturni autorizzati, qualsiasi spogliarello era proibito e ogni spettacolo era approvato dalla censura governativa. Cento erano le case di appuntamento e quindici le case chiuse, tutto sotto controllo secondo Musco. Solo nell’immediato dopoguerra, con i soldati statunitensi ancora negli alberghi, Roma aveva mostrato la perdizione sul suo volto, ma erano ormai dieci anni in cui sembrava una città e una capitale piuttosto lontana dall’immagine mefistofelica e sperduta che ne dava il Papa.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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