Alla fine del 1963 L’Espresso torna ancora una volta sulla speculazione edilizia e sul celebre slogan dell’inchiesta, ma arricchisce la prima pagina di diversi elementi grafici e diversi argomenti, dalla politica allo sport e dalla cultura allo spettacolo

Capitale corrotta: una questione ancora aperta

È una copertina complessa e modulare quella de L’Espresso del 15 dicembre 1963. Sopra la testata un titoletto avverte delle mire di espansione della società John Birch, la lobby anticomunista statunitense. A dominare però è il titolo di copertina, di due sole parole: “Capitale corrotta”. Richiama infatti la prima grande inchiesta del giornale (1955-56) e introduce un nuovo articolo di Manlio Cancogni, con cui si riapre il dossier sul comune di Roma e la speculazione edilizia. La rubrica di attualità “Il momento”, impaginata a sinistra come un articolo di fondo, racconta a nome del giornale il nuovo rischio di scissione all’interno del partito socialista italiano. La crisi era partita infatti da Tullio Vecchietti e dal rifiuto dell’apertura verso la Dc. Una notizia di sport, una di cultura e una di spettacolo avanzano inoltre in prima pagina, con i richiami all’interno. Si tratta rispettivamente della vittoria di Bruno Hermanny al campionato del mondo di pesca subacquea; di un profilo di Mino Maccari, lo scrittore e pittore (e intellettuale fascista) che nel dicembre 1963 ricevette il Premio Feltrinelli per la pittura. Infine completa la copertina il richiamo alla storia dell’attrice hollywoodiana Carroll Baker e dei suoi amori più recenti.

 

Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
Il sondaggio lo trovate a questo link

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