La politica italiana, coinvolta nello scandalo dei finanziamenti dell’aeroporto Leonardo da Vinci, dialoga idealmente con le trasformazioni politiche in Francia, dopo il referendum sull’Algeria

La svolta della Francia sul colonialismo algerino e il caso Fiumicino

Il mondo vicino e il mondo lontano: la prima pagina de L’Espresso del 15 gennaio 1961 si divideva esattamente a metà. Da un lato si leggeva l’anticipazione dell’inchiesta finanziaria interna di Andrea Barbato e Livio Zanetti sull’aeroporto Leonardo Da Vinci. Un commento critico che in copertina sceglieva prima di tutto di sollevare un riflessione di costume, sull’abitudine allo scandalo che la Democrazia cristiana aveva assunto, secondo L’Espresso, in modo sistematico dalle elezioni del 1948 in poi. Si trattava di improvvisi momenti in cui un grande problema, spesso di corruzione, colpiva il partito fino a scuoterne le fondamenta, per poi essere dimenticato in breve tempo. La tesi portata avanti dal giornale era quella di guerre interne alla Dc, che però indebolivano il sistema stesso delle istituzioni agli occhi del popolo, trasformandolo in una battaglia, presto dimenticata, sui fogli di giornale. Il caso dell’aeroporto di Fiumicino era solo uno dei molti esempi. Costruito per le Olimpiadi del 1960, passò dall’essere considerato un’infrastruttura perfetta a una inadeguata e inefficiente nell’arco di pochi mesi. L’articolo accanto è invece un richiamo all’approfondimento di Manlio Cancogni a pagina 3, sul referendum francese sull’autodeterminazione dell’Algeria. Dominato da una fotografia Charles De Gaulle e da un grande titolo su di lui, in realtà è un testo molto breve che anticipa il tema essenziale: l’assenza o almeno la forza irrisoria di un elettorato di estrema destra in Francia all’inizio di quel 1961. Sopra la testata, infine, una fotografia di Charlie Chaplin richiama l’articolo interno di Francesco Russo. È il resoconto della conversazione con il regista, incontrato a Londra in un uno dei suoi viaggi verso la città, dopo l’esilio da Hollywood durante il maccartismo.

 

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