Dal costo crescente della vita negli anni Cinquanta al divario sempre più profondo tra nord e sud Italia: Eugenio Scalfari sulla copertina del 19 febbraio 1956 spiegava le ragioni per cui l’aumento delle tariffe elettriche, chiesto dalle società attive nel settore, fosse un fenomeno complesso e stratificato, sociale e politico. Co-fondatore del giornale, Scalfari nei primi anni ricoprì il ruolo di direttore amministrativo, scrivendo inoltre soprattutto articoli di economia. La sua puntuale analisi evidenzia perciò che nell’Italia del “miracolo economico”, l’agricoltura già rappresentava un fattore di rischio per la crescita, a causa della forte discrepanza in diverse zone del Paese. Il Sud, con la percentuale più alta di aziende, produceva e guadagnava molto meno rispetto alla sola Pianura Padana, tecnologicamente più avanzata. Sempre al Sud l’agricoltura era organizzata in piccole attività a conduzione familiare, riversando le preoccupazioni di eventuali aumenti dell’energia elettrica direttamente sulle famiglie di braccianti e agricoltori. Nove milioni di cittadini in tutto, come affermava il titolo di copertina, compresi quelli minacciati dal gioco politico delle società elettriche. Nell’articolo Scalfari, infatti, espose anche il contenuto di un documento riservato in grado di dimostrare, con dati di vendite e ricavi, come l’oligopolio delle società private avesse creato un gioco di forze con lo Stato, ai danni dei soli consumatori.