"Coraggio, dolore e responsabilità", il titolo di copertina del 2 agosto 1956 accompagna una sola immagine, a tutta pagina, dell’Andrea Doria quasi inabissato nell’Oceano Atlantico. L’intera apertura, fino a pagina 7, racconta passo dopo passo tutto ciò che accadde la notte tra il 25 e il 26 luglio 1956, quando il transatlantico genovese, orgoglio della città, affondò al largo di Nantucket, e anche dopo, una volta arrivato il tempo di accertare le responsabilità dell’incidente. A guidare i lettori nella cronaca degli eventi è l’articolo di Mino Guerrini, che descrive "l’Sos più clamoroso del ventesimo secolo", dal momento in cui un radioamatore coglie nella notte il messaggio dell’impatto dell’Andrea Doria con la Stockholm, fino alla tragica notizia dell’inabissamento, nel primo pomeriggio italiano. Secondo la ricostruzione di Guerrini, armatori e industriali, convinti di aver costruito una nave inaffondabile, si scontravano con i presentimenti tragici delle famiglie dei marinai, riunite in Piazza De Ferrari a Genova. "L’oceano è cattivo, quando ha sete beve tutto" dicevano in città, in attesa di notizie dalle telescriventi in contatto con New York. Grazie alle straordinarie operazioni di soccorso, tuttavia, il naufragio dell’Andrea Doria contò solo una vittima dopo l’impatto, oltre i circa cinquanta passeggeri morti sul colpo. Anche per questo motivo il racconto e le immagini del naufragio e del successivo salvataggio di oltre 1600 persone - grazie alle imbarcazioni vicine e al sangue freddo dell’equipaggio italiano del comandante Piero Calamai - fu uno degli eventi più significativi di quell’estate del 1956 e, senza dubbio, della storia nautica internazionale.