Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro avevano immediatamente incrinato la stabilità del quarto governo di Giulio Andreotti, in carica dall’11 marzo 1978. Il compromesso storico tra Democrazia cristiana e partito comunista era ormai fallito e nel rapporto sempre più teso fra le due forze politiche provò a inserirsi Bettino Craxi, segretario del partito socialista dal 1976. Il suo obiettivo era quello di creare un Psi che fosse espressione del riformismo occidentale, lontano dall’ideologia comunista e al tempo stesso in grado di erodere il consenso della Dc. Craxi scelse di rompere questo bipolarismo cambiando anche lo storico simbolo del Psi, che abbandonò la falce e il martello per adottare il garofano rosso ottocentesco (e omaggio alla rivoluzione in Portogallo del 1974). Proprio il garofano rosso - che fiorisce dal volto di Craxi - è protagonista dell’illustrazione di Franco Originario sulla copertina de L’Espresso del 18 febbraio 1979. Ad accompagnarla è il titolo di copertina: “Com’è difficile essere socialista. Il Psi fra crisi di governo e crisi di partito”. In quel febbraio 1979, infatti, l’Italia era a poco più di un mese dalle dimissioni di Andreotti (20 marzo), in un momento di forte instabilità politica. Il Psi, tuttavia, non riuscì a imporsi alle elezioni del giugno dello stesso anno, rimanendo il terzo partito dietro Dc e Pci.
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