Il 23 dicembre 1967 il presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson incontrò in udienza ufficiale in Vaticano il papa Paolo VI. Seguendo il principio del «Mai più la guerra!», passaggio storico ed essenziale del suo discorso alla nazioni Unite nel 1965, il pontefice ribadì a Johnson la posizione della Santa Sede contro le offensive in Vietnam. Messaggio che aveva già formalmente inoltrato anche un anno prima, l’8 febbraio del 1967, facendo riferimento a un «accorato appello al ritorno della pace nel sud-est asiatico» e l’augurio di una «sospensione delle ostilità», come si legge ancora nell’archivio online della Santa Sede. Il primo numero de L’Espresso del gennaio 1968 scelse perciò di raccontare un altro fronte diplomatico aperto sulla guerra in Vietnam, quello fra gli Stati Uniti e il Vaticano, attraverso una copertina interamente dedicata al tema. La fotografia a tutta pagina di un soldato inerme era accompagnata dal titolo “Il Papa contro Johnson”. Completava la copertina il richiamo di un articolo di Camilla Cederna su Costantino II, re di Grecia in esilio dopo il colpo di Stato dei colonnelli (1967), che risiedette brevemente a Roma prima di trovare rifugio in Danimarca.
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