I 70 anni de L'Espresso
19 agosto, 2025A partire dagli anni Ottanta lo studio più approfondito del gas presente nella stratosfera portò alla scoperta dei danni dell’inquinamento atmosferico
Gli studi sullo strato di ozono nell’atmosfera iniziarono nel 1982 e già dal 1985 la squadra guidata dal geofisico Joseph Charles Farman notò il progressivo assottigliamento dello strato di gas sopra le regioni polari, soprattutto sulla zona artica. Il fenomeno divenne presto noto come “buco nell’ozono” e monopolizzò per diverso tempo, fino agli anni Duemila, il dibattito sull’inquinamento e la tutela dell’ambiente. Diversi Paesi si resero disponibili a ridurre la produzione di clorofluorocarburi (Cfc) presenti soprattutto nelle bombolette spray e ritenuti la causa principale dell’assottigliamento dell’ozono. La bomboletta spray, di conseguenza, divenne un oggetto-simbolo di quegli anni, in negativo. Un oggetto allarmante, da eliminare. Per questo motivo fu protagonista della copertina de L’Espresso del 17 luglio 1988, disegnata da Giancarlo Montella. Negli anni Duemila, tuttavia, si scoprì che i Cfc non erano l’unica fonte di cloro dannoso per l’atmosfera. A causa dell’attuale crisi climatica, il fenomeno ha perso gran parte della sua notiziabilità, ma gli studi e le soluzioni adottate negli anni hanno comunque reso possibile un risanamento progressivo del “buco” che potrebbe completarsi, secondo gli esperti, nel 2050.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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