I 70 anni de L'Espresso
17 settembre, 2025Cosa Nostra cambia vertici dopo gli arresti degli anni Novanta e il volto di Matteo Messina Denaro, il capo latitante, diventa il più ineffabile e il più importante da individuare
Il nuovo millennio per Cosa Nostra inizia con un giovane e influente boss, l’ultimo dei grandi capi, Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993 al 2023, anno in cui è morto, pochi mesi dopo essere stato arrestato a Palermo in una clinica per accertamenti medici. Di Messina Denaro esistevano pochissime fotografie, tra cui quella usata da L’Espresso sulla copertina del numero del 12 aprile 2001, in cui il giornale ricostruiva la storia dell’allora giovanissimo capomandamento di Castelvetrano e della mafia trapanese. Il boss, diventato il braccio destro di Provenzano, fece infatti perdere le sue tracce dopo il periodo di stragismo mafioso dei primi anni Novanta e dopo l’arresto di Totò Riina. Partecipò all’attentato contro Maurizio Costanzo e fu riconosciuto come mandante degli attentati contro i giudici Falcone e Borsellino. Nel 2001, anno della copertina de L’Espresso, aveva da poco ottenuto il controllo del mandamento, dopo la morte del padre. Pur invisibile, riusciva a far sentire il suo sguardo e la sua presenza costante in Sicilia, soprattutto attraverso i suoi celebri “pizzini”, che firmava con falsi nomi.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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