I 70 anni de L'Espresso
30 settembre, 2025Diciannove italiani, su ventotto vittime totali, segnano il punto di svolta della guerra in Iraq per l’Italia, mettendo sotto pressione il governo di Berlusconi
Era il 12 novembre 2003 quando alle 10:40 (le 8:40 in Italia) un camion cisterna carico di esplosivo sfondò il posto di blocco della base italiana “Maestrale” a Nassiriya, nel sud dell’Iraq. Attentatori suicidi alla guida si schiantarono contro l’edificio dei carabinieri, innescando anche un’esplosione nel deposito delle munizioni. In tutto le vittime furono 28, di cui 19 italiani: dodici carabinieri, cinque militari dell’esercito e due civili. Il tragico evento risuonò con particolare forza in Italia, di fronte a una guerra su cui, in generale, si era creata una certa resistenza globale nell’opinione pubblica. Il governo di Silvio Berlusconi fu messo sotto pressione, soprattutto dalle richieste di maggiore trasparenza da parte dell’opposizione e dai dibattiti sul ruolo italiano in Iraq. Il ministro della Difesa Antonio Martino, si recò a Nassiriya e dichiarò tuttavia che la missione non sarebbe cambiata, cioè l’Italia non avrebbe abbandonato l’Iraq, continuando a ribadire che la missione del nostro Paese fosse “di pace”. Berlusconi rivendicò la decisione, sostenendo che l'Italia non poteva ritirarsi per solo timore. I militari italiani rimasero dunque in Iraq fino al dicembre 2006. L’impatto dell’attentato fu l’immagine che L’Espresso scelse per la copertina del 20 novembre 2003, intitolata “Inferno Iraq”.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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