È trash, ma finisce su cover di magazine patinati, è in prima fila alle sfilate dell'alta moda ma manda in tilt i siti con le sue curve da cartoon. Fenomenologia di una it-girl che vale milioni di dollari

Sembra che il mondo non abbia niente di meglio da fare che occuparsi di Kim Kardashian. Anche chi cerca di ignorarla è costretto a concederle dignità sociologica. A districarsi tra varie definizioni (femminista? imprenditrice? icona pop?), finendo per considerarla un riassunto della peggiore contemporaneità: narcisismo, opportunismo, ambizione sfrenata, capitalismo fuori controllo. Anche chi la detesta cerca però di analizzare (e qualcuno di replicare) il mix di ragioni che l’hanno resa celebre. La più importante è che fa vendere. Qualsiasi cosa. Abiti pre-maman e riviste, videogiochi e profumi, cappelli e make-up. Lo stilista Roland Mouret parla di “Kim effect”. Sarebbe piaciuta a Andy Warhol nella sua purezza commerciale, nella sua spudorata sincerità. La ragazza che non canta, non balla, non recita: semplicemente vive.

La 'scandalosa' copertina del magazine Paper
La copertina di “Paper”, scandalosamente studiata dal marketing è (per ora) l’ultimo capitolo della saga. Guanti neri, collana di perle, capelli raccolti, KK mette in mostra il suo leggendario lato B, oggetto di vari Belfie, sia nudo, di una lucentezza da gladiatrice, sia strizzato nell’abito da sera e offerto in un giochino di prestigio aiutato dal photoshop. Sul carnoso fondoschiena è appoggiata una coppa di bollicine. «And they say I didn’t have a talent...try balancing a champagne glass on your ass LOL», scherza su Twitter («E poi dicono che non ho talento... provate voi a tenere in equilibrio un bicchiere di champagne sul sedere!»). Le foto sono di Jean Paul Goude, scattate a Parigi durante la settimana della moda, la cover si intitola “Champagne Incident” ma lo slogan, il grido di battaglia è “Break the Internet”. Il direttore della rivista, Mickey Boardman, voleva “creare curiosità”, farsi largo nei social media, spaccare il web. C’è riuscito. Cinque milioni di visitatori unici hanno invaso il sito del magazine nelle prime trenta ore, il numero datato 19 novembre è andato esaurito e c’è chi ha messo in vendita la sua copia a 50 dollari su ebay. Andrà a Miami Art Basel, in dicembre per uno special event dedicato.

«Ha la meravigliosa forza della celebrità», commenta gaiamente Drew Elliott, capo dell’ufficio creativo di “Paper”, che tutti ora intervistano come se avesse esplorato un continente ignoto, anziché aver messo, come ritualmente accade, una donna nuda in copertina.

[[ge:rep-locali:espresso:285140529]]Ma il punto non è il nudo. È la donna. Kim Kardashian, 34 anni in ottobre, tre mariti (quello in carica è il rapper Kanye West), una figlia di sedici mesi chiamata infelicemente North, ha 25 milioni di followers su Twitter, un milione meno di Oprah Winfrey e cinque milioni più di CNN Breaking News. Si concede su Instagram, dove possiamo seguire la sua vita, le sue vacanze, la sua manicure con altri 14 milioni di persone: basta che respiri. Taglia in due un abito Dior per ricavarne una gonna e un top ed è notizia. Ritorna castana e l’aggiornamento conquista la top ten delle news, tra il maltempo e il conflitto Israele-Palestina. Licenzia il suo agente, assume Ina Treciokas, che ha curato l’immagine di Sarah Jessica Parker, e tutti ne parlano. Rivela in un’intervista a Ellen de Generes che il parto è stato un’esperienza durissima (“Chi dice che è facile, mente”) e mezzo mondo commenta. Anche la cover nuda, ovviamente. Il marito l’ha postata con orgoglio su Twitter. C’è chi le ha detto “brava” e chi “vergognati “ (l’attrice Naya Rivera). Ma non importa.

La vita di KK è denaro contante, ogni battito di ciglia è uno scontrino fiscale. Il filmino porno del 2007 in cui mastica gomma mentre fa le cose che si fanno di solito in un filmino porno, con l’allora fidanzato Ray J., è finito nelle mani della Vivid Enterteiment per mezzo milione di dollari. Ha fatto causa: poteva chiedere la rimozione del video, invece si è accordata per un risarcimento di cinque milioni e una percentuale sugli incassi. Si giustifica: «Avevo 22 anni e non pensavo che fare un sex tape fosse così scandaloso. Era il mio ragazzo! Conosco un sacco di persone che l’hanno fatto e che continuano a farlo». Fine della storia.
Tra i suoi finanziatori abituali c’è il settimanale “People”, che ha sborsato 300mila dollari per le foto esclusive del fidanzamento con il giocatore di pallacanestro Kris Humphries (maggio 2011) e un milione per quella del matrimonio (20 agosto 2011), durato appena 72 giorni. Il tempo di pubblicarle, ed era già divorzio. Ma il colpaccio è stato il reality “Al passo con i Kardashian”, lanciato nel 2007, durato nove stagioni, che ha permesso alla variegata famiglia (le sorelle Kourtney e Khloe, il fratello Robert, l’avida mammina Kris, con le altre due figlie avute dal campione olimpionico Bruce Jenner) di dividersi 65 milioni di dollari. È iL KKKlan: gli amori, le liti, le diete, tutto è business.

Kim con Valentino Garavani
Il gioco “Kim Kardashian: Hollywood”, lanciato a giugno, ha incassato oltre 43 milioni di dollari. È freemium, cioè gratis ma con opzioni a pagamento. Permette di creare un avatar che entra nel mondo bling ring di KK: vestiti firmati, lusso sfrenato e party vip. Però devi spendere, e quando il denaro virtuale è finito bisogna ricaricare il portafogli: dagli innocui 89 centesimi si arriva a casse di gioielli digitali per 89,99 euro. Una miniera d’oro anche per il produttore, Glu Mobile. Il Ceo, Niccolò De Masi, spiega che così la gente si sente vicina a Kim «come e quando vuole». Forse troppo: l’eccesso di ingressi ha mandato l’app in crash parecchie volte. Ma il gioco non si ferma. La versione Facebook introduce anche una visita a Firenze, dove Kim e Kanye si sono romanticamente sposati.

Si fa presto a dire che siamo di fronte a un’eroina trash, una creatura dei social media. KK è un corpo assurdo consacrato dal desiderio collettivo: immensi occhi da Bambi, labbra gonfie, un metro di fianchi che sbilancerebbero chiunque, il famoso lato B assicurato per 15 milioni di dollari (l’ha scritto su Instagram). Con le calze e il velo da sposa come unico abbigliamento augura buon compleanno a Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy. In chiesa con la sorella Kourtney, a New York, commenta: «Una messa fantastica, stasera!». In jeans esplosivi, ammette di adorare il cibo-spazzatura. Esibisce felicità: «Ogni volta che apro gli occhi, mi ripeto: “ho una vita meravigliosa”». E mangia, prega, ama. Anche a nostre spese.