La satira è costretta a chiedersi: posso infischiarmene delle accuse di razzista o sessualmente scorretto, che qualcuno mi lancerà? 

[[ge:espresso:blog:1.167827:image:https://espresso.repubblica.it/polopoly_fs/1.167827.1401778360!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/articolo_480/image.jpg]]Per anni sono stata perseguitata da un sogno. Io, Vincino, Angese e Iacopo Fo, siamo davanti a Dio che ci condanna a due milioni di anni all’Inferno per una vignetta blasfema pubblicata su “Il Male”. Frastornati, siamo a capo chino, quando ?io interrompo il silenzio e mi rivolgo a Lui. «Due milioni di anni per una sola vignetta. E a Hitler quanto gli ha dato?» La vignetta era atroce, esplicita, volgare e offensiva per la Chiesa. Ma irresistibile.
Anni di sedute dallo psicoanalista per sciogliere il groviglio di significati contenuti in quel sogno ricorrente, ma uno è evidente: tiro in ballo le colpe di Hitler e le mie. Ma non mi autocensuro.

Ho ripensato a quel sogno dopo il massacro di “Charlie Hebdo” che del “Male” è il gemello. ?Più di trent’anni prima, pur tra decine ?di sequestri in edicola e di denunce, nel paese del Papa nessun cristiano aveva pensato di massacrare noi del “Male” a colpi di mitraglietta. Non si era ancora imposta la dittatura del politicamente corretto e neppure il codice morale di totale resa alle culture “altre” che obbliga all’autocensura. E non solo per paura della violenza jihadista.

Dopo “Charlie Hebdo” ad autocensurarsi non è stata solo la satira. Cancellato l’“Idomeneo” di Mozart perché compare la testa di Maometto tagliata. Tolto un quadro del Profeta dalle pareti del Victoria and Albert Museum di Londra. La Oxford University Press censura la maialina Peppa Pig per non offendere musulmani ed ebrei. La crisi dei valori del nostro mondo si riempie di divieti. E scatta la molla dell’autocensura. La satira è costretta a chiedersi: posso infischiarmene delle accuse di razzista o sessualmente scorretto, che qualcuno mi lancerà? Posso sfidare i kamikaze e Papa Francesco che dice che siccome quelli di “Charlie” hanno offeso la madre, un pugno se lo meritano?

L’Inquisizione si interiorizza. Unico antidoto è il coraggio. Coraggio di non censurare ?le vignette su Maometto, offensive, e per nulla divertenti, o quelle stupide e razziste sul terremoto di Amatrice. Il coraggio di non proibire il burkini. Il coraggio di indossare orribili tanga o banalissimi short per i quali due donne sono state insultate e i loro compagni picchiati a sangue a Tolone. Ecco, mi sono auto censurata: non ho scritto che a picchiarli è stato un branco di giovani musulmani. Un nuovo sogno è alle porte...