L’arte del grande pianista, pupillo di Toscanini, in un box Sony

Pochi melomani ignorano la straordinaria interpretazione del Quarto concerto di Beethoven di Rudolf Serkin e Arturo Toscanini nel novembre 1944. Serkin vi è padrone assoluto di un tocco e di un fraseggio che, nell’“Allegro moderato”, colpiscono per la leggiadra poeticità, accompagnati con severa partecipazione dagli strumentisti della Nbc Symphony Orchestra, che paiono ammonire il solista a non spiccare troppi voli pindarici, ma a rimanere con i piedi ben piantati per terra, incatenato prometeicamente alle miserie della condizione umana. Mentre, nell’“Andante con moto”, raggiunge momenti di drammatica tensione, facendoci rivivere l’intento simbolico e figurativo con il quale, pare, l’autore ha voluto rappresentare nei due temi di questo brano, quello iniziale dell’orchestra e quello dello strumento solista, il mito di Orfeo che soggioga le forze dell’Ade con la bellezza del suo canto.

Ma questa è soltanto una delle perle del cofanetto “The complete Columbia Album collection” che la Sony ha dedicato a Serkin, in 75 cd. Sempre in Beethoven, del quale è a tutt’oggi interprete di riferimento, possiamo ascoltare due possenti esecuzioni delle “Variazioni su un tema di Diabelli” e dell’”Hammerklavier”. Frutto del suo dialettico rapporto con Schnabel, che già le rilanciò negli anni Trenta, vi è poi la riscoperta delle ultime sonate di Schubert. Grazie alle sue interpretazioni, che raggiungono una vetta nell’atmosfera da terribile horror vacui che sa ricreare nella sezione centrale dell’”Andantino” di quella in la maggiore, e a quelle appunto dei vari Richter e Kempff, esse riconquistarono il posto che competeva loro nel grande repertorio delle sale da concerto e di registrazione. Fra gli autori moderni ai quali si avvicinò, documentati nel box, il Prokofiev del Quarto concerto e soprattutto il Bartók del Primo, con Szell, dove il sapiente uso percussivo dello strumento ci fa rivivere affinità barbariche ben lontane da quelle più consone al suo apollineo classicismo. Che hanno nei concerti di Mozart e in quelli di Mendelssohn il loro esito più ragguardevole.

Buuh!
Con la consueta retorica del ragazzo della porta accanto, Giovanni Allevi annuncia il suo cd e l’“Equilibrium Tour”. Venti concerti a partire dal 15 novembre al Teatro Dal Verme di Milano, in cui darà dimostrazione appunto del suo equilibrio assumendo nelle sue performance allo stesso tempo i ruoli di pianista, direttore e compositore. Il massimo della novità per uno che si erge a erede di Mozart. «Troppo fumo e poco arrosto, ma oserei dire neanche bresaola», commentò ironicamente a suo tempo ?il pianista bachiano Ramin Bahrami su L’Espresso

Bravo!
La prestigiosa rivista inglese “Gramophone” come ogni anno premia gli interpreti settore per settore (lirica, sinfonica, strumentale eccetera). Alla voce “Young artist of the year” una bella soddisfazione per la ventiquattrenne pianista pugliese Beatrice Rana. Ne viene lodata la personalità e ?il talento espressi in due sue dischi, quello con il Primo concerto di Ciaikovskij e il secondo di Prokofiev registrati a Santa Cecilia con Antonio Pappano, e quello solistico ?con le “Variazioni Goldberg” ?di Bach (Warner)