Furiosa e irascibile: com'era Franca Leosini ai tempi di Telefono Giallo
Siamo abituati a conoscerla per il suo stile glaciale. Ma in una puntata cult del programma di Augias l'amatissima giornalista di Storie maledette scopriva il suo lato più sanguigno
di Gianmatteo Pellizzari
5 giugno 2017
Più introvabile del Sacro Graal, ?e non certo meno leggendario, uno dei programmi cult della tivù italiana è miracolosamente riaffiorato dagli archivi dopo trent’anni: stiamo parlando di “Telefono Giallo”, padre di “Chi l’ha visto?” e, come la Settimana Enigmistica, nonno di centomila tentativi d’imitazione. Centomila sono anche le ragioni per dire grazie a RaiPlay, prima fra tutte la scelta di restituire memoria allo straordinario meccanismo giornalistico e narrativo costruito da Corrado Augias, ma ce n’è una davvero impossibile da tacere. Basta guardare (o riscoprire) la puntata sul caso Alinovi: sia perché, ovviamente, è una grande puntata, sia perché documenta una superba performance ?di Franca Leosini.
Oggi veneratissima icona della rete, sebbene risulti complicato abbinare la sua flemma sovrannaturale alle ordinarie grettezze internettiane, Nostra Signora Degli Omicidi ha portato avanti la lezione di “Telefono Giallo” forse meglio di chiunque altro. Per stile, per competenza, per finezza deontologica. leosini3-jpg E se i Leosiners, devoto fan club digitale, adorano Franca già “così”, diabolicamente erudita ?e ironicamente glaciale, quanto la adoreranno scoprendola pure sanguigna, irascibile e furiosa? Quanto ci metteranno a trasformare le scintille di quella vecchia puntata in un nuovo (epico) web-tormentone leosiniano? Noi, naturalmente, non vediamo l’ora.