Non solo attrice: omaggio a Franca Valeri, scrittrice che non abbiamo compreso
L'autrice di "Franca. Un'incompresa di successo" (Sem) racconta com'è nata la sua amicizia con la grande protagonista della cultura e della comicità internazionale. E questo libro
di Patrizia Zappa Mulas
9 ottobre 2020
franca-valeri95-2-1000x600-jpgIncontro Franca per la prima volta nel 2001 al Premio Venere, quando ha ottantun anni ed è ancora una ragazza di genio. Sono seduta anch’io in quella platea e mi preparo a una lettura per lo spettacolo. Sotto la mia sedia dormicchia Taramà, una cagnetta di garbo che mi porto sempre con me. Quando sente la mia voce negli altoparlanti si alza, sale con circospezione i gradini che portano in palcoscenico e si accuccia ai miei piedi. Il pubblico scoppia a ridere e Taramà lo ricambia con uno sguardo impassibile.
Franca s’innamora immediatamente del mio cane, e solo più tardi si accorge di me. Me lo confida al ristorante dove ceniamo dopo lo spettacolo. È la prima di una lunga serie di confidenze. Da quel momento cominciamo a telefonarci tutti i giorni e diventiamo amiche come possono esserlo due milanesi trapiantate a Roma e due attrici che fanno teatro perché amano le parole. Ci scambiamo impressioni su quello che succede in Italia, progettiamo spettacoli, ci consigliamo su quel che stiamo scrivendo. E ogni volta ci capiamo al volo, come se ci conoscessimo da secoli. Abbiamo caratteri completamente diversi ma appena ci sentiamo le parole cominciano a scorrere come un liquido tra due vasi comunicanti. Nel 2003 lavoro con lei alla pubblicazione del suo teatro, che era ancora inedito. Franca la conoscono tutti come attrice, ma nessuno ha mai dedicato una vera attenzione alla sua attività di commediografa. Ho cercato di riparare a un torto di distrazione nella prefazione di quel libro, di presentarla come una scrittrice. E Franca lo ha molto apprezzato. Le pagine sono state il terreno privilegiato della nostra amicizia.
Quando Franca ha cominciato ad allontanarsi ho sentito il bisogno di finire il lavoro cominciato nel 2003 e scrivere il suo ritratto d’artista. Per tenerla ancora viva davanti a me, forse per trattenerla. O accompagnarla per l’ultima volta. Che Franca sia una scrittrice è ormai riconosciuto da tutti, ma non ancora che tipo di scrittrice sia. Franca resta un’incompresa d’immenso successo. È un destino unico nel suo genere, che ho ricostruito attraverso i racconti che mi ha fatto della sua vita. L’ho cominciato il 7 luglio 2020 e l’ho finito l’8 agosto. Il giorno dopo Franca se ne è andata.
Nelle ultime commedie Franca ha fatto i conti con i paradossi del pensiero che si avvia fuori dal tempo. “La sedia del nonno” è l’ultimo racconto che ha scritto, un flusso di ricordi o forse di sogni che va letto immaginando la sua voce e le sue pause. È un racconto che chiude il cerchio del suo ritratto e la riporta all’inizio. Quando la sua vita è cominciata.