Femminismo
Quella contro le molestie è una battaglia che ci riguarda tuttə
Spesso nel dibattito pubblico il discorso sulla violenza di genere viene affrontato nei termini sbagliati. Un libro come “Fai rumore” aiuta a costruire le parole giuste per migliorare insieme la società
«Nessuna può farlo per te, ma non devi farlo da sola.» Una frase preziosa, la chiave di volta del fumetto di Francesca Torre e La Tram, “Due di una”, che racconta la presa di consapevolezza necessaria a uscire da una relazione abusante. Una frase che in sé incorpora due principi che illuminano “Fai rumore”: autodeterminazione e sorellanza. Quella che avete fra le mani è una raccolta di fumetti realizzati in collaborazione con Moleste, collettivo femminista e spazio di mutuo ascolto che si propone di combattere ogni forma di violenza, delegittimazione e discriminazione nel mondo del fumetto. Ma è anche molto di più, come testimoniano le storie qui riunite.
Ciascuna non è solo la trasposizione su carta di un episodio di violenza, dal gaslighting allo slut shaming, dalla grassofobia al catcalling, ma è anche e soprattutto la volontà di diventare narratrici e narratori della propria storia. C’è una citazione molto famosa della poetessa femminista Audre Lorde che recita: «I miei silenzi non mi hanno protetta. Il tuo silenzio non ti proteggerà». Spesso viene riportata così, senza la seconda parte, che allarga il senso del discorso: «Ma per ogni vera parola pronunciata, per ogni tentativo che avessi mai fatto per dire quelle verità di cui sono ancora in cerca, avevo preso contatto con altre donne, esaminando le parole per adattarle a un mondo in cui tutte credevamo, superando le nostre differenze».
Nell’esperienza femminile, il silenzio è stato, e spesso è ancora, una costante. Ma l’atto di dire, di porsi come Soggetti che determinano il proprio divenire è stato una delle più grandi rivoluzioni che il femminismo ha portato con sé. In un panorama culturale, filosofico e politico dominato dagli uomini, il sé femminista ha scombinato tutte le carte e, come scrive Adriana Cavarero in “Tu che mi guardi, tu che mi racconti”, per la prima volta ha chiesto alla donna chi sei e non cosa sei. Un’identità, non un ruolo, che si costituisce necessariamente nella relazione con le altre donne e, verrebbe da aggiungere oggi, con le identità ai margini. In “Fai rumore” tutti questi Soggetti si riappropriano della loro storia: Elisa, Sabrina, Rosa, Lara, Laura, Ele, Camilla, ma anche volti senza un nome, perché diventi quello di tutte.
Spesso nel dibattito pubblico il discorso sulle molestie e sulle violenze viene affrontato nei termini sbagliati. Quando non ci si limita alla conta dei casi, che non rispecchia in alcun modo la complessità dei vissuti, ci si affida a una narrazione che riproduce la divisione in ruoli che è già presente nella società: le donne sono raccontate come elementi passivi, come figure che subiscono la violenza senza via di scampo. Il ruolo della vittima è ambivalente e rischia di diventare una prigione. Per questo è così importante creare una contro-narrazione, che si prefigga non solo di rompere il silenzio, ma anche di riempirlo di parole che abbiano senso.
Il fumetto, con il suo sguardo intimo e la sua capacità di creare una relazione di prossimità con ə lettorə, è forse uno dei mezzi più adatti per questo scopo. Leggendo queste storie, vedendole così splendidamente illustrate, ho pensato che fossero anche le mie. Non tanto o non solo perché simili a situazioni che ho effettivamente vissuto, ma perché ognuna di noi porta su di sé quella stessa paura, quella stessa lotta, quello stesso affidarsi alla storia delle altre. «Nessuna può farlo per te, ma non devi farlo da sola»: per uscire dalla violenza, sia quella di una relazione o quello schema mentale che ci impedisce di immaginarci libere, serve un enorme sforzo di volontà. Ma ecco che, una volta compiuto il primo passo, ci rendiamo conto che non siamo sole e non lo saremo mai. Avremo sempre le nostre sorelle a camminarci a fianco.
Per gentile concessione delle edizioni il Castoro pubblichiamo l’introduzione al volume “Fai rumore. Nove storie per osare”, realizzato da autori vari in collaborazione con il collettivo Moleste