Nelle case italiane vivono dieci milioni di felini. Ma se non sono ben tenuti diventano un problema per sé stessi e per la famiglia

I gatti ci addestrano, sono dei veri manipolatori di umani. Chi condivide la vita con un gatto converrà con me che questo delizioso felino ha la capacità di farci fare ciò che vuole. I gatti sono delle piccole tigri delle quali hanno conservato ogni atteggiamento, ma si sono abituati alle comodità della casa perché sono intelligenti e scaltri e sanno perfettamente come farsi intendere. Se non c’è da fare niente, se si sta sul divano spaparanzati a guardare la tv, lui c’è. Direi quindi che il gatto è un ottimo compagno per chi è pigro. Secondo esperimenti recenti, i gatti usano un particolare miagolio per attirare la nostra attenzione e chiamarci al bisogno, cosa che non fanno tra loro. Insomma, vivendo con l’uomo, hanno capito come modulare la voce per ottenere una risposta. I dati pubblicati da Assalco (Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia ndr), ci dicono che in Italia ci sono circa dieci milioni di gatti che vivono in famiglia. Una cifra solo stimata perché non esiste una vera anagrafe felina nazionale.

 

L’importante presenza del gatto in casa degli italiani ha creato esigenze nuove. Ed ecco che nasce la figura del consulente della relazione felina. Quando l’ho scoperto ho subito cercato di approfondire. Ho conosciuto Ilaria Mariani e Manuela Pintore, due professioniste formate alla scuola S.i.u.a. di Roberto Marchesini, il guru della zooantropologia. Preparate e serie, vivono in Lombardia, ma hanno clienti in tutto lo Stivale. Perché il lavoro con il gatto, di solito quello che vive segregato in casa, è complesso. E lo si fa per lo più a distanza attraverso video. «I gatti problematici, non si fanno neanche vedere se andiamo a fare una lezione a domicilio», mi hanno spiegato. Pensandoci bene è così. E poi ogni gatto è un mondo a sé. La figura dell’educatore cinofilo è molto diffusa ormai, perché il cane non crea problemi solo al padrone, ma compromette anche le relazioni con l’esterno. Il gatto invece sta a casa e se fa sempre i suoi bisogni fuori dalla lettiera, il problema rimane tra le mura domestiche. Un segnale che non andrebbe sottovalutato. Se invece il gatto mangia, beve, dorme e non fa altro, forse è triste e depresso perché in casa non ha stimoli. I gatti hanno bisogno di uno spazio tridimensionale, e poi amano l’altezza. Pensiamo quindi ad attrezzare lo spazio tenendo presente le sue necessità. E allora perché non sfruttare questa figura professionale e seguire un corso per capire se siamo pronti ad accogliere un micetto nella nostra vita? Il gatto vuole la casa a sua misura, fondamentalmente perché la casa è sua e noi siamo ospiti al suo servizio. E basta con l’idea che il gatto faccia qualche marachella con dolo, che sia dispettoso o vendicativo. Qualsiasi comportamento sgradito è un segnale del suo disagio. Ricordiamocelo.

 

CAREZZE…
Una casa tridimensionale, con spazi sopraelevati disponibili per il gatto. Tira graffi e giochi da fare insieme. Interagire con lui con i suoi giochi preferiti. Il gioco si anima e diventa interessante quando noi lo muoviamo e diamo vita a quell’istinto predatorio insito nel felino.

 

...E GRAFFI
Lasciare la lettiera sporca, tanto è un gatto. Mai pensare che faccia qualcosa per farci dispetto. Se presenta comportamenti sgraditi, contattare un consulente della relazione felina per capire cosa vuole dirci. Prima che sia troppo tardi e tutto si trasformi in un incubo. Per noi e per lui.