Buio in sala
Hit man è un gioiello della commedia che dovreste proprio vedere
Un uomo senza qualità catapultato dal caso in una serie infinita di equivoci. Una vera perla del regista Linklater
Se c'è un regista che tutti dovrebbero amare e conoscere, quello è Richard Linklater. Eppure se c'è un regista che solo gli appassionati identificano, quello è sempre Richard Linklater. Le ragioni di questo paradosso sono evidenti: l'ineffabile texano, qui al suo 22mo titolo, fa film sempre diversi, anzi diversissimi, tanto da rendere impossibile associare il suo nome a uno stile, un genere, un universo. Come facevano i grandi artigiani, e talvolta grandi registi, ai tempi dello studio system, anche se Linklater resta un indipendente che dà il meglio lontano da Hollywood.
E comunque: che segua i suoi personaggi per anni (come nella saga di “Prima dell'alba” ma anche nel capolavoro “Boyhood”) o adatti Philip K. Dick (“A Scanner Darkly”); che faccia animazione in rotoscope (“Waking Life”) o commedie finto goliardiche (“School of Rock”, lo struggente “Tutti vogliono qualcosa”), nessuno oggi sa volteggiare con tanta leggerezza fra i generi più disparati. Tanto da insinuare il dubbio che il suo vero tema sia proprio l'identità, ovvero il suo fantasma.
Come dimostra con crescente divertimento la parabola di questo Gary Johnson/Glen Powell, anche co-sceneggiatore, un signor Nessuno, fin dal nome, che dopo essersi separato se ne sta a New Orleans con i suoi gatti contentandosi di insegnare psicologia e di collaborare con la polizia locale per arrotondare un po'. Fino a quando non si trova a dover fingere di essere un killer (tanto chi sa com'è fatto davvero un killer?) per incastrare i potenziali mandanti di delitti su commissione. Dando il via, incontro dopo incontro, a una serie di camuffamenti (esteriori) e di cambiamenti (interiori) che ci guarderemo bene dal raccontare. Ma portano il film e i suoi numerosi personaggi, uno più folle e divertente dell'altro, verso un indescrivibile mix di thriller, commedia svitata e commedia romantica. Tanto consapevole del gioco, e della sua profondità filosofica, quanto capace di nascondere tutta quella profondità in superficie, come predicava a suo tempo già Hugo Von Hoffmansthal.
Da accanito cinefilo, e fondatore della benemerita Austin Film Society, Linklater sa bene infatti che nulla è più potente dell'illusione, perfino in chi la provoca, purché in qualche modo ci si creda davvero. Perché questo film, liberamente ispirato a una storia vera, per usare una formula ormai logora, fosse fuori concorso a Venezia resta un mistero. Che batta di molte lunghezze qualsiasi prodotto hollywoodiano concepito per il puro intrattenimento è invece una certezza.
HIT MAN
di Richard Linklater
Usa, 110'