Dopo l’inchiesta sulla “Coppa America” e quella sulle buche stradali, il sindaco di Napoli inciampa in un altro ostacolo lungo il percorso della rivoluzione arancione. Luigi de Magistris è stato iscritto nel registro degli indagati per abuso d'ufficio dalla Procura di Napoli. Secondo i pm avrebbe favorito l'amico Luigi Acanfora, di cui è stato testimone di nozze, nella nomina a comandante dei vigili urbani. Acanfora è tenente colonnello della Guardia di Finanza, ma non avrebbe i titoli previsti dalla legge per ricoprire l'incarico: il suo grado non è equiparato alla qualifica da da dirigente e quindi non ha un'esperienza in funzione dirigenziale.
Su questo si incentra l'ipotesi d'accusa della magistratura partenopea.
La nuova inchiesta riapre il dibattito sui criteri adottati dal primo cittadino nella scelta dei vertici dell'amministrazione comunale. Criteri, in questa vicenda, che sarebbero improntati sul “vincolo amicale” in assenza della qualifica prevista per questo ruolo. La guida del terzo corpo di polizia municipale d'Italia è rimasta vacante per oltre un anno fino alla decisione di de Magistris, che ha designato Acanfora come nuovo comandante. Nomina che viene finalmente formalizzata nel dicembre 2013 dopo ripetuti annunci, ma in via sperimentale.
L'occasione per Acanfora di presentarsi ai caschi bianchi promettendo: «Cercherò di meritare la vostra stima tutti giorni». Nel giro di due mesi però è arrivato un nuovo rinvio procedurale. La nomina è stata ritirata a inizio febbraio, in seguito alla bocciatura del piano di riequilibrio delle finanze comunali da parte della Corte dei Conti.
Una sospensione, di fatto, mentre il sindaco ha confermato la sua decisione: «La casella per ora non sarà coperta, ma il prescelto è il colonnello Acanfora. Per il momento non è stato possibile procedere alla nomina, per i prossimi mesi la sede di comando della polizia sarà vacante».
Adesso nella vicenda irrompe l'iniziativa della procura. L'indagine è nata dall'esposto presentato dal generale Luigi Sementa, numero uno della polizia municipale dal 2008 fino al luglio 2012, quando il suo contratto è scaduto e per ragioni legate al patto di stabilità non rinnovato. L'ufficiale non ha accettato l'esclusione dal vertice e il suo rapporto con il sindaco si è incrinato, con un duro scambio di accuse.
Dopo l'indicazione di Acanfora, a metà dicembre, il generale Sementa ha deciso di rivolgersi ai magistrati affidandosi allo studio legale Coronella-Longhi. In buona sostanza, secondo l'ex comandante della polizia municipale, la nomina di Acanfora sarebbe avvenuta senza comparazione “dei curricula dei candidati estranei all'amministrazioni, pure regolarmente pervenuti”.
Adesso i pm guidati dal procuratore Giovanni Colangelo hanno deciso di esaminare tutto l'iter. Dal rispetto dei requisiti di legge, che prevedono la nomina di un dirigente mentre – come si legge nell'esposto - secondo l'ordinamento militare “un soggetto munito del grado di Tenente colonnello non può essere equiparato ad un dirigente”.
Fino al peso dei rapporti personali tra de Magistris e il nuovo comandante: il sindaco è, infatti, testimone di nozze di Acanfora e amico di vecchia data dai tempi dell'impegno del sindaco come pubblico ministero in Calabria.
Il sindaco ha respinto le accuse con determinazione: «Il dottor Acanfora, qualora diventasse comandante della polizia municipale come io spero, proviene dalla Guardia di Finanza e, insieme a me, ha portato avanti indagini contro le ecomafie, la corruzione e le massonerie deviate. Certo, lo dico con ironia soprattutto dopo aver letto i giornali, ho avuto il torto di farlo conoscere ad un magistrato di Catanzaro con cui, poi, si è sposato».