Si sentiva perseguitato, e aveva ragione almeno secondo quanto sostiene la procura di Grosseto, che prima di Natale ha depositato avvisi di conclusione indagini per quattro persone accusate di una lunghissima sfilza di calunnie, atti minatori e incendiari ed effrazioni nella villa all'Argentario del costruttore compiuti tra il 2012 e il settembre di quest'anno.
Dietro gli episodi contestati, però, non c'è la volontà di intimidire un Piscicelli diventato "scomodo" per le sue rivelazioni ai pm romani. Ci sarebbe invece un'altra storia, quella dell'infinita diatriba tra l'imprenditore e Fabrizio Sardagna Von Neumburg und Hoenstein Ferrari, proprietario della famosa Villa Crescenza affittata da Berlusconi nel 2010 e marito della principessa Sofia Borghese, amica di antichissima data di Piscicelli.
Tra quest'ultimo e il "sedicente conte" (Piscicelli dixit) Sardagna Von Neumburg Ferrari corre odio feroce, a causa della relazione che il costruttore avrebbe con la principessa Sofia. Una liaison di cui ha raccontato il custode di Tor Crescenza (che ha detto di averla scoperta a inizio 2012) in una testimonianza acquisita dai difensori di Ferrari, rinviato a giudizio un anno fa per lesioni e maltrattamenti nei confronti della moglie.
[[ge:espressogallery:eol2:25706979:1.71473:mediagallery:https://espresso.repubblica.it/foto/2010/08/04/galleria/il-castello-di-silvio-1.71473]]
Il fiele di Fabrizio Ferrari sarebbe però alimentato anche dalla villa a Monte Argentario, esclusivo rifugio vip in cui Piscicelli confezionò una delle sue "prodezze" il giorno di Santo Stefano del 2011, quando "parcheggiò" il proprio elicottero direttamente sulla spiaggia di Ansedonia, e in cui si trova anche l'hotel Pellicano che ospitò le vacanze

La villa in questione, comprata e ristrutturata a suo tempo da Piscicelli, è di proprietà - visure alla mano - della Spini Bianchi Srl, società a sua volta controllata al cento per cento dalla Luxury Fishing che vede come azionisti il costruttore, il suo commercialista e proprio la principessa Sofia Borghese (con il 50 per cento).
Ferrari però rivendica l'immobile e per questo ha anche denunciato Piscicelli, secondo la procura di Grosseto però non si sarebbe limitato alle carte bollate.
Tra il settembre 2012 e il settembre 2014, pur di forzare il rivale ad abbandonare la mega villa con piscina, insieme ad altre tre persone (un argentino, un italiano e un giovane romeno) e l'ulteriore concorso materiale di ignoti avrebbe giocato pesantissimo. I 415 bis recapitati dal pm parlano chiaro: il 28 settembre 2012 nella cassetta della posta di Piscicelli vengono depositati tre proiettili, il 30 qualcuno - mandante Von Neumburg Ferrari - entra nel giardino e dà fuoco all'elicottero dell'imprenditore. A marzo 2013 alla moglie di quest'ultimo, Rosella Troise, uno sconosciuto consiglia: "Non faccia andare a scuola la bambina".
A ottobre ignoti bruciano la Renault di Piscicelli. E poi il quadro elettrico della villa che viene fatto scattare, colpi di arma da fuoco esplosi contro l'abitazione, un altro incendio al capannone interno e un altro tentativo di incendiare l'elicottero datato 8 settembre 2014. In mezzo anche il tentativo grossolano di far passare Piscicelli per spacciatore: a settembre 2013 gli nascondo un chilo di cocaina nella villa, poi uno dei quattro indagati - secondo la procura che si prepara al rinvio a giudizio - chiama più volte i carabinieri di Porto Santo Stefano per denunciare "l'infame che ha preso la coca e non l'ha pagata".