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15 dicembre, 2025Sconfitta al ballottaggio la comunista Jara. Kast, figlio di un ex ufficiale nazista, in passato non ha nascosto le nostalgie per la dittatura di Pinochet
Il Cile torna a destra, con la vittoria al secondo turno delle elezioni presidenziali di ieri - 14 dicembre - che hanno incoronato José Antonio Kast, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il regime di Augusto Pinochet (pur modificando, moderandoli, i propri toni in campagna elettorale e parlando al centro).
Il legame con quella pagina della storia cilena, impostasi sul sangue del socialismo di Salvador Allende, è anche familiare. Suo fratello Miguel è stato ministro del Lavoro e direttore della Banca centrale del Cile durante la dittatura. Suo padre, Michael Kast, è stato membro del Partito nazista e ufficiale della Wehrmacht durante la Seconda guerra mondiale (la famiglia Kast si trasferisce dalla Germania al Cile proprio dopo il conflitto). Josè Kast ha anche evocato la grazia per tutti quegli agenti e quei militari che durante i 17 anni di regime Pinochet violarono i diritti umani.
Con il 58,16% dei voti, contro il 41,84% ottenuto dalla sua sfidante e candidata della coalizione di sinistra Jeannette Jara, la vittoria di Kast manda in soffitta la (breve) parentesi di Gabriel Boric, il giovane leader ex studentesco di sinistra che ha scommesso sull’archiviazione della costituzione pinochettiana ma che si è dovuto scontrare con la sconfitta al referendum. Ma, come scriveva qui Daniele Mastrogiacomo, “il governo del più giovane presidente nella storia del Cile non ha raggiunto i risultati per cui era stato eletto. Ha commesso molti errori. Spesso d’ingenuità e di scarsa esperienza. Non ha saputo cogliere gli umori della parte conservatrice del Paese che chiedeva certezze e cambiamenti senza scossoni. Ha dovuto fare i conti con l’impennata dei reati legati alla criminalità, all’arrivo caotico degli immigrati venezuelani in fuga da Maduro a cui si sono sommate le ondate di haitiani, salvadoregni, nicaraguensi, indiani, pakistani, afgani”.
E infatti, come scrivono molti osservatori, sono stati due i grandi temi al centro di quest’ultima elezione: la stagnazione dell’economia e la criminalità in aumento (collegata all’immigrazione: “Vi rimangono 100 giorni per andarvene dal Cile”, ha ripetuto negli ultimi giorni di campagna elettorale minacciando i migranti irregolari che oggi si trovano nel Paese).
I riferimenti internazionali di Kast sono Javier Milei e Donald Trump. Tra i leader europei, Giorgia Meloni è stata tra i primi a complimentarsi: “Mi congratulo con l'amico Josè Antonio Kast per il grande successo ottenuto alle elezioni presidenziali del Cile. Italia e Cile sono nazioni amiche e sono certa che le nostre relazioni bilaterali diventeranno ancora più forti, a partire da temi come la cooperazione economica e il contrasto all'immigrazione irregolare”.
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