L'emancipazione femminile, nell'Islam, è un fenomeno borghese. Circoscritto al censo. Mentre chi ha poco ritrova nell'integralismo un'identità. E così si rafforzano patriarcato e maschilismo. Con uomini autoritari che vogliono il controllo di compagne e sorelle. Parla la scrittrice Fariba Hachtroudi
«Parlando delle relazioni tra i due sessi nel mondo musulmano, non si dovrebbero mai dimenticare le condizioni di classe». Fariba Hachtroudi, scrittrice iraniana da molti anni residente in Francia, è un’attenta osservatrice dell’evoluzione della condizione femminile nel mondo islamico.
«La borghesia benestante ha recepito, almeno in parte, il bisogno di emancipazione delle donne e di una più grande libertà di relazioni tra i sessi», spiega l’autrice di diversi romanzi tra cui “Le douzième imam est une femme” e “L’uomo che schioccava le dita” (edito in Italia da e/o): «anche se naturalmente non sono mancate le resistenze da parte delle famiglie, e soprattutto delle madri, dato che nella società musulmana la sessualità continua ad essere un tabù. Invece nelle classi popolari ha prevalso il conservatorismo più tradizionalista, lo stesso che ha favorito le rivoluzioni islamiche».
È così anche per i musulmani che vivono nella società occidentale?«Quello che è accaduto in Iran, Libano, Siria, Tunisia o Turchia, si è poi ripetuto in Europa. Le famiglie benestanti sono più emancipate, mentre nelle famiglie dell’immigrazione più povera hanno prevalso i valori più tradizionali della società patriarcale, con i matrimoni imposti e le limitazioni alla libertà delle ragazze. Oltretutto, sempre più spesso, i giovani delle banlieue che sono disoccupati, discriminati e emarginati, per forgiarsi un’identità tornano ai valori della religione e quindi del patriarcato. I giovani maschi adottano comportamenti ultramachisti, pretendono di controllare le sorelle, le obbligano a mettere il velo, impediscono loro di vivere liberamente. Per questi giovani, che sono ormai molto più rigidi e conservatori dei loro genitori, la donna occupa soltanto una posizione d’inferiorità»
Ma perché nell’Islam prevale questa visione della donna?«Perché nell’immaginario degli uomini musulmani è radicata la paura che la donna sfugga al loro controllo, diventando indipendente. E la sessualità femminile è per loro un buco nero angosciante, simbolo di questa minaccia d’indipendenza insopportabile. Da qui l’ossessione di controllare, rinchiudere e nascondere le donne. Ancora oggi nelle moschee molti imam predicano l’inferiorità e la sottomissione della donna, negandole ogni diritto all’uguaglianza»
Tutto ciò quali conseguenze ha sulla vita dei giovani?«Molti giovani cercano di vivere più liberamente le loro relazioni sessuali e sentimentali. Molte ragazze cercano di emanciparsi, come peraltro dimostra la diffusione dei matrimoni misti. C’è però anche un mondo giovanile più confuso e scombussolato, che vive drammi e derive assai gravi. La frustrazione sessuale produce esplosioni di violenza, il ricorso alla droga, la diffusione della sodomia per preservare la verginità, l’omosessualità come palliativo, per non parlare di tutto il mercato della ricostruzione chirurgica dell’imene. È una realtà fatta d’ipocrisa, di non detto, di doppie vite schizofreniche. Molte ragazze vivono liberamente ma completamente di nascosto la loro vita sessuale»
Il ritorno all’islam però riguarda anche le ragazze...«È vero. Forse anche per via del fantasma sessuale del maschio dominatore. Alcune ragazze ritornano all’islam perché deluse dall’uomo occidentale in crisi, debole, senza potere, incostante. Sono ragazze fragili e estremamente romantiche che sognano una relazione assoluta, in cui la donna si abbandona completamente all’altro. Nel desiderio del maschio islamico autoritario c’è la versione macho-fascista del principe azzurro. I vecchi stereotipi sono duri a morire, nella cultura musulmana più che altrove»
C’è chi dice che le rivoluzioni arabe saranno veramente tali, solo quando si realizzerà una vera rivoluzione sessuale. È d’accordo?«Non si può ricondurre tutto alla sessualità, ma certo la trasfomazione delle relazioni tra i sessi sarà uno dei fondamenti dell’evoluzione della società musulmana. Rivoluzione sessuale significa uguaglianza tra i sessi. E io sono convinta che stiamo andando in questa direzione. Anche perché la follia oscurantista del Califfato produce in tutto il mondo musulmano una reazione d’orrore che finisce per favorire il movimento d’emancipazione».