
Il voto del 31 maggio si avvicina e in maniera direttamente proporzionale crescono le elargizioni per generare consenso. È l’ultima raffica dei governatori, per firmare delibere, leggi e finanziamenti destinati a germogliare in ospedali, autostrade, promozioni e soprattutto tante inaugurazioni. I presidenti in gara hanno sempre le forbici in mano, per tagliare nastro su nastro. Una frenesia da vernissage che permette di fare bella figura senza tirare fuori quattrini. I soldi infatti circolano copiosi dove la competizione è più incerta. Come in Campania, appunto. O in Veneto dove – stando alle accuse dell’opposizione – Luca Zaia ha appena “festosamente” elargito cinquanta milioni ad associazioni ed enti locali. In Puglia invece lo sgretolamento del centrodestra ha restituito il sorriso all’ex sindaco di Bari Michele Emiliano, mentre in Umbria Catiuscia Marini se l’è presa comoda e ha cominciato le manovre per la riconferma solo dopo Pasqua.

PIÙ MARATONA CHE STAFFETTA
In Liguria la staffetta democrat tra il presidente Claudio Burlando e il suo assessore Raffaella Paita si è trasformata in maratona: da un anno e mezzo governatore uscente e candidata alla successione stanno girando tutti i 235 comuni di riviera ed entroterra. Una lunga marcia segnata da «una febbre acuta da taglio del nastro», come sottolinea il consigliere di centrodestra Matteo Rosso: «Nella foga inaugurano persino strutture private, come la casa della Maternità aperta a Genova a marzo; una cooperativa non convenzionata con l’Asl». Per la Paita però la strada si fa sempre più dura: dopo le primarie al veleno è arrivato un avviso di garanzia per l’ultima di troppe alluvioni; infine, per guastare la festa Silvio Berlusconi ha paracadutato in Liguria il suo protetto Giovanni Toti.
L’unico modo di esorcizzare la paura è il solito: inaugurare di tutto, di più. La nuova strada di Cornigliano, il recupero di Villa Mina ad Arenzano, la pista ciclabile di Costarainera, una scuola ad Avegno. Vista da fuori, la regione sembra paralizzata dalla carenza di grandi infrastrutture: non ci sono treni veloci, le arterie sono ingolfate, mancano interventi sistematici contro il dissesto.
Invece la giunta preferisce “lo spezzatino”, più proficuo dal punto di vista elettorale, e ha messo in cantiere 365 opere pubbliche: un programma lungo un anno. Persino a Natale, il sito web ha lanciato un proclama, l’ennesimo: «Abbiamo cofinanziato il ripristino della strada di Terzorio», borgo imperiese di soli 234 abitanti, affacciato sui viadotti dell’autostrada dei Fiori. E chissà che Palazzo Chigi non faccia un regalo prima delle urne, concretizzando almeno parte dei 379 milioni che il governo ha destinato alla lotta delle croniche alluvioni liguri.
Oltre a rivestire i torrenti, la giunta rossa si è preoccupata di altre coperture, cercando la benedizione della curia. A febbraio 51 milioni sono andati nelle fondamenta del “Galliera bis”: un nuovo ospedale da 370 letti nella zona orientale di Genova, ma anche una singolare struttura pubblica sotto il controllo dell’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, presidente del consiglio di amministrazione. Non stupisce quindi che il leader dei vescovi abbia preso le difese della Paita dopo l’avviso di garanzia:«Perché certe indagini esplodono sempre in certe ore?».

L’ORO DI NAPOLI VIENE DA BRUXELLES
La Campania è seduta su un vulcano. E non è il Vesuvio, ma un giacimento che erutta milioni: due miliardi di euro, fondi Ue da spendere entro l’anno o restituire. Così Caldoro ha potuto unire l’utile al dilettevole, finanziando tutto il finanziabile. Il record è stato raggiunto a marzo: in due settimane è riuscito a mettere la firma su spese per 22 milioni al giorno. L’oro di Bruxelles è tracimato in 1693 progetti decisamente assortiti. La squadra di pallacanestro casertana è ultima in campionato? Grazie all’Europa vince campetti da basket in tutta la provincia, da Caianello a Camigliano, da Marcianise a Pietramelara: un’invasione di playground manco fosse Harlem.
Si è persino riusciti a fare passare le “Vie dell’Expo” dai monti dell’Irpinia, con un milione e mezzo assegnati al comune di Montoro Inferiore per creare ospitalità diffusa in occasione dell’evento milanese. «Non sappiamo come stiamo spendendo questi fondi ma sappiamo cosa intende la giunta con la sua “accelerazione della spesa”: accogliere ogni progetto. Sono 729 quelli sotto i 500 mila euro, che non danno nessuna scossa all’economia», sottolinea il consigliere Pd Antonio Marciano. I fondi europei infatti possono essere miracolosi oppure rivelarsi un boomerang. Bruxelles è chiara: vanno usati per lo «sviluppo armonico del territorio, il sostegno al tessuto produttivo, ricerca e innovazione». Altrimenti bisogna restituirli. E chissà come verranno giudicate le spese per pedonalizzare vicoli di Caserta, riasfaltare strade di Benevento, comprare autobus in giro per le province o i nove milioni per passare dalla tv analogica a quella digitale finiti alle emittenti locali.
Grande attenzione, tra gli altri, a un comune dal nome noto, Nusco, e dal sindaco altrettanto noto, l’87enne Ciriaco De Mita, che ha avuto quasi sette milioni: milleseicento euro di stanziamento per ognuno dei quattromila residenti. Stessa attenzione per la moglie dell’ex segretario della Dc: due milioni e mezzo per la sua associazione che gestirà un centro polifunzionale ad Avellino. Lo scopo? Corsi di guida sicura.
Uno dei punti di forza del governatore uscente è stata la gestione rigorosa del budget sanitario, con una lunga quaresima di tagli. Uno sforzo proficuo perché il 12 marzo ha potuto sfruttare lo sblocco del turnover deciso da Roma e annunciare ben 1.118 assunzioni tra medici e infermieri. E il giorno dopo non ha rinunciato a un evento «rivoluzionario e indispensabile»: l’inaugurazione dell’ospedale del Mare. Bella cerimonia. Peccato che i muratori stiano ancora lavorando e ne avranno per un altro anno.
IN VENETO È SEMPRE FESTA
È qui la festa? Di fronte c’è la rampante renziana Alessandra Moretti, alle spalle la fronda leghista di Flavio Tosi. E così Luca Zaia subito dopo Pasqua ha tirato fuori un asso dalla manica per conservare la presidenza veneta.
Il bilancio regionale, tra gli «interventi per il sostegno alla ripresa economica» destina 50 milioni per «contributi e partecipazioni di enti ed associazioni». Una sagra infinita. Per la festa dell’uva di Bardolino pronti 100 mila euro, per i cori all’arena di Verona ecco 50 mila, 20 mila per la rievocazione della battaglia di Castagnaro (combattuta in un solo giorno del 1387 tra i signori di Verona e Padova), e poi il palio della mura di Peschiera del Garda (16 mila), il “festival endurance” di bici (20 mila), la corsa automobilistica Millemiglia e il festival biblico (30 mila).
A seguire acquisti di pulmini, sistemazione di tetti e campanili parrocchiali, impianti di videosorveglianza e «cippi commemorativi» della prima guerra mondiale e «progetto ciaspole». Tutto indispensabile a cinque settimane dal voto? «È una mancia elettorale da cinquanta milioni» attaccano i consiglieri Pd Roberto Fasoli e Franco Bonfante:«Approvati senza istruttorie né bandi. Per metterla in piedi è bastata una semplice telefonata dei consiglieri di maggioranza: “Dimmi cosa serve e ve lo facciamo avere” è stata l’indicazione».
Zaia preferisce non replicare e correre tra mostre, firme di protocolli e inaugurazioni di opere made in Veneto. Incluso il sostegno finale alla sua creatura prediletta: il gigante d’asfalto chiamato Pedemontana. Sono 95 chilometri tra Vicenza e Treviso, fortissimamente voluti sin da quando lasciò il ministero dell’Agricoltura. Ha posato la prima pietra nel 2011, poi nello scorso febbraio ha concesso la compatibilità ambientale all’infrastruttura. Strada facendo, il costo è diventato pauroso: due miliardi e 700 milioni. Ma il governatore non ha nessuna intenzione di frenare: «Serve alla collettività». «Si vantano dell’assenza di conflitti con gli agricoltori per la terra sottratta ma ci sono norme di dubbia legalità: i rimborsi sono sopra stimati», ragiona Tiziano Tempesta, docente del dipartimento territorio dell’Università di Padova, che aggiunge:«Invece di utilizzare le strade esistenti sono riusciti a costruire l’unica superstrada italiana a pedaggio».
Un investimento messo in mani fidate. Due fedelissimi del governatore sono stati insediati su poltrone chiave per vigilare su questa montagna di denaro: Lucio Fadelli nominato all’anticorruzione regionale, mentre Fabio Fior ai rapporti istituzionali dei lavori pubblici. Poco conta che il primo sta per essere processato per turbativa d’asta, mentre il secondo è sospettato dai magistrati di essere uno dei padroni del ciclo dei rifiuti.

COM’È SOLIDALE LA TOSCANA
«Matteo Salvini dice: “Se vinciamo nelle Regioni rosse”. Mia nonna avrebbe risposto: “Il maiale si sogna le ghiande”». Una replica via twitter, rapida e immediata. Parte della campagna comunicativa lanciata dalla giunta di Enrico Rossi, presidente pd della Toscana, grazie a due milioni e mezzo di soldi pubblici (qui la sua replica).
Per i consiglieri berlusconiani Stefano Mugnai e Nicola Nascosti è «una cifra spropositata per una forma di propaganda indiretta». Non si sono però fermati e passando voce per voce l’ultimo bilancio, hanno scoperto i costi dell’operazione Rossi 2.0: per cinguettare, aggiornare i social network e tutta l’informazione multimediale ci sono un milione e 367 mila euro solo per il presidente. Importi considerevoli per aggiornare con commenti e foto il proprio profilo di Facebook, promuovere la campagna elettorale e rispondere ai lettori via twitter con l’humor pisano del presidente.
Rossi ha ufficialmente dato il via alla competizione a Livorno, dove il Pd ha subito una batosta alle comunali, affrontando di petto il tema drammatico della disoccupazione. Ma nelle pieghe dell’ultimo bilancio emergono anche eredità del passato che sanciscono il consolidarsi di intenti tra associazioni bianche e rosse e fanno della Toscana la meta dei new global di tutto il Paese: è il caso dei diciotto milioni di euro per la “Cooperazione internazionale e promozione della cultura della pace”. Sovvenzioni per la partecipazione a programmi internazionali, collaborazione con ong ed enti no-profit. Un programma da far invidia alla Farnesina per un assessorato, quello alla Pace, chiuso da tempo. «È un macigno che ci portiamo dietro dal 2005 quando venne creato per poi essere cancellato cinque anni dopo», contesta l’oppositore Nascosti, «è davvero necessaria questa spesa su un tema tanto vasto quanto fumoso?».
La Toscana non è solo il faro dei pacifisti, è anche una terra di sport dove particolare attenzione è stata riservata agli impianti sportivi. Prima del fischio finale sulla legislatura “federale” sono spuntati due milioni e 200 mila euro nella variazione di bilancio di marzo. Ma solo per rifare il campo da calcio del Comune di Coreglia Antelminelli ecco un milione e 200 mila euro. Operazione lodevole, ma perché premiare questo borgo lucchese di cinquemila anime?
«È una “cambiale elettorale” per il paese del consigliere Pd Marco Remaschi dove gioca una piccola squadra», risponde Giovanni Donzelli, candidato a governatore per Fratelli d’Italia. «Nessun caso», ribatte Remaschi, «è una scelta di concentrare gli sforzi su poche strutture. E non è certo una “marchetta”: qui siamo abituati a vincere con l’80 per cento dei consensi».
hanno collaborato Tommaso Forte, Fabio Lepore e Carlo Parodi
Aggiornamento 24 aprile. La replica del presidente della Toscana Enrico Rossi