Unioni gay, adozioni, divorzi e diritti civili Matteo Renzi ora riparte dalla famiglia

Convivenze, unioni civili, figli: dopo le regionali, il Pd accelera sulle riforme che rivoluzioneranno i matrimoni. Assecondando il cambiamento della società, meno attenta ai richiami della Chiesa

Una famiglia laica, flessibile, aperta. Una famiglia light, all’americana, in cui unirsi e lasciarsi sia più semplice e dove i diritti siano estesi a tutti, a prescindere dal sesso. È il segno politico che Matteo Renzi vorrebbe lasciare all’Italia, la grande riforma attraverso cui spera di recuperare elettori a sinistra e dare risposte concrete a quella parte di società civile votata altrimenti all’astensione; l’arcobaleno a costo zero con cui confida di cancellare le delusioni piovute sul renzismo alle elezioni regionali.

Al cuore, dunque, alla famiglia, si guarda adesso per il #cambiaverso. E non solo nei discorsi o nei programmi elettorali, ma nei provvedimenti di legge su cui il Pd si prepara a voti decisivi in Parlamento nei prossimi mesi. Dalle unioni omosessuali alle stabili convivenze legali. Dalle adozioni per le coppie di fatto al congedo di paternità ad ore, passando per il cognome dei figli scelto liberamente fra la madre e il padre.

Fino al divorzio breve varato poche settimane fa, per il quale i tribunali si aspettano una valanga di richieste: 200mila solo nei prossimi mesi. Se tutti i provvedimenti in discussione arrivassero a buon fine entro la legislatura, il governo numero 17, guidato da un boy scout cattolico praticante e sposato con tre figli, passerebbe ai posteri per gli innesti inseriti nel nucleo tradizionale della famiglia eterosessuale.
Il papa e la famiglia Renzi

DALLA REALTÅ ALLE LEGGI
Non è avvenirismo ideologico, no, ma un grande balzo in avanti sì, quasi una rivoluzione, per l’Italia. È il tentativo almeno di riportare la politica fra la “gente”. Queste riforme infatti non sono che il riconoscimento legale e politico di una svolta epocale già avvenuta da tempo e in profondità nel Paese. I matrimoni sono ai minimi storici: se ne celebrano meno di 200mila l’anno, erano oltre 300mila un ventennio fa.
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Nelle regioni del Nord, Liguria e Bolzano in testa, le nozze celebrate in chiesa sono ormai sotto la metà del totale. La media nazionale delle coppie unite in municipio è del 42 per cento. Nel 1999, quando Renzi diventò segretario provinciale del Partito popolare e portò all’altare Agnese Landini, erano soltanto il 23 per cento. Nel 2013 i conviventi che non si sposano proprio hanno superato il milione.

Ancora: oggi un bambino su quattro nasce fuori dal matrimonio. A cavallo del millennio erano meno di uno su dieci: nel 2014 cioè la voglia di sposarsi e quella di mettere al mondo un figlio non vanno più di pari passo. Anzi, come dimostra il grafico nelle aree in cui si festeggiano meno nuovi sposi, ma ci sono più asili nido (il Nord), la fertilità è più alta di quelle con frequenti marce nuziali in cattedrale ma meno servizi per l’infanzia (il Sud), anche se la natalità resta ovunque così bassa da mettere a rischio il nostro futuro demografico.
Matrimoni e nascite per area geografica

Infine, le separazioni sono in costante aumento dagli anni ’90: ora sono più di 88mila all’anno. E seppure a rilento, anche l’Italia maschilista è costretta a riconoscere il ruolo delle madri lavoratrici - secondo l’Istat quasi l’unica categoria per cui l’occupazione è cresciuta nel 2014 - e i padri scoprono la necessità di assumersi una parte del peso familiare. Così nascono gli sforzi per favorire i congedi di paternità, anche se ancora insufficienti, come spiega la sociologa Chiara Saraceno.
Intervista
"Il Jobs Act non aiuta le madri" L'intervento di Chiara Saraceno
8/6/2015

DA BEAUTIFUL AI PACS
Insomma, il nucleo laico, flessibile e aperto della società in programma alle Camere è già normalità fuori dal Palazzo. Per rendersene pienamente conto bisogna forse «mettersi a sedere per discutere delle serie Tv, che più di altro incidono in profondità nella costruzione della famiglia», come suggeriva nel 2006 un ispirato Matteo Renzi presidente della provincia di Firenze nel suo saggio-manifesto intitolato “Tra De Gasperi e gli U2, i trentenni e il futuro”.

«Il problema per la famiglia naturale fondata sul matrimonio è più Ridge che Zapatero», scriveva il futuro premier: «Ha fatto molto più Beautiful per dieci anni all’ora di pranzo in un terzo delle case degli italiani che non il dibattito sui Pacs». E concludeva che il futuro sarà forse per «uno stato di fidanzamento permanente come per Minnie e Topolino» con famiglie allargate di paperini tra zii e cugini.
11/05/2012, Bari, Brooke e Ridge, protagonisti della soap Beautiful alla serata di gala presso un centro arredamenti di cui sono testimonial pubblicitari. Nella foto Brooke e Ridge, gli attori Katherine Kelly Lang e Ronn Moss

Se ne è accorta la Rai, che in prima serata propone anche negli sceneggiati più popolari figli gay e coppie miste, baci omo e divorzi lampo. «Ormai è più una scelta politica l’esclusione di alcuni temi che non la loro inclusione», commenta Ivan Cotroneo, scrittore e autore per Rai 1 di “Una grande famiglia”, di cui la terza stagione si è appena conclusa con una puntata seguita da sei milioni di telespettatori, e dove non è mancato, nel ritratto della stirpe brianzola raccolta attorno a Stefania Sandrelli, il fidanzato musulmano della nipote e l’adolescente innamorato di un compagno di classe (compreso bacio con la lingua in primo piano).
05/02/13 Roma, photocall di Una Mamma Imperfetta, miniserie per il web. Nella foto Anna Ferzetti, Alessia Barela,Lucia Mascino e Vanessa Compagnucci e Ivan Cotroneo

«Non è più scandalistico, né “politically correct” inserire tutto questo. È solo normale. È quello che vediamo e che dobbiamo raccontare», continua Cotroneo: «Nessuno si stupisce più. Nella serie per il web “La mamma imperfetta” abbiamo mostrato anche una famiglia di genitori omosessuali. Non è strano. Sarebbe stato più strano il contrario. Questa è semplicemente la realtà». Persino gli spot pubblicitari affiancano ai rassicuranti marito-e-moglie circondati da bambini i due giovani uomini che invitano la suocera a cena con quattro salti in padella per annunciare il loro rapporto d’amore.

SUBITO LE UNIONI CIVILI
Che il salto dagli schermi agli scranni, dai romanzi alle leggi-veramente-uguali-per-tutti però non sia semplice, gli italiani lo sanno putroppo bene. Da anni i sondaggi ripetono che la maggioranza della popolazione sarebbe favorevole al riconoscimento legale delle coppie omosessuali, ma solo adesso si avvicina finalmente alla meta la riforma che lo prevede. È il testo sulle unioni civili di cui è relatrice la senatrice Monica Cirinnà.
Mappa matrimoni civili e religiosi

Grazie al voto favorevole dei senatori del Movimento 5 Stelle la proposta ha passato l’esame della Commissione Giustizia, dove ora sono al vaglio quattromila emendamenti di ogni specie, presentati nella maggior parte dei casi per ostruzionismo (oltre 700 hanno la firma del forzista Lucio Malan). A metà giugno il berlusconiano Francesco Nitto Palma, presidente della Commissione, dovrà decidere quali siano ammissibili e quali no. Quindi inizierà il dibattito parlamentare. «Lo porteremo in Senato nella seconda decade di luglio», promette Cirinnà: «A settembre arriverà alla Camera. Vorremmo evitare la doppia lettura e rendere quindi subito legge le unioni».

Le speranze vengono declamate come traguardi certi a una piccola platea radunata nel feudo cattolico di Monza dai giovani democratici locali per un incontro sui diritti gay. La senatrice Cirinnà scandisce fra gli applausi i dettagli del programma, come l’estensione dei diritti e doveri anche alle convivenze di fatto. «Renzi è il nostro Frecciarossa», alza la voce: «A noi Renzi ci ha fatto bene allo spirito. Porteremo il provvedimento fino in fondo». E giù applausi, hurrà e interventi per confermare che «sì, io confido nel decisionismo renziano!».

«Finalmente ci siamo», esulta il pubblico in sala. Tanti sono l’entusiasmo e i battimani per un leader che solo sette anni fa, prima di inserire le “civil partnership” nel proprio programma e riaffermarsi ad ogni intervista un “laico” nell’esercizio dello Stato, aveva partecipato al Family Day contro i Pacs che «disgregano la famiglia cattolica».
29/01/2015 Roma, arrivo dei grandi elettori del Partito Democratico per l'incontro con il segretario sulla scelta del candidato per la presidenza della Repubblica. Nella foto Ivan Scalfarotto e Laura Puppato

«È vero, ma Matteo è cambiato. Si è mai visto un premier andare da Fabio Fazio, dico, in prima serata, e ribadire: “Voglio le unioni civili”?», ribatte Ivan Scalfarotto, sottosegretario per le Riforme costituzionali, vice di Maria Elena Boschi, la ministra che in un’intervista a “Famiglia Cristiana” ha confermato il suo personale sì ai matrimoni gay. «Ormai il fenomeno è statisticamente ovvio, e la risposta non è più differibile», continua Scalfarotto: «Renzi ci ha ascoltati, e l’ha capito. Gli ho fatto incontrare famiglie arcobaleno, coppie di lesbiche e gay che sono genitori meravigliosi. È anche grazie a questo se il partito difenderà ora l’articolo sulla stepchild adoption».

Si riferisce a uno dei passaggi della legge più contestati dai cattolici: l’adozione da parte della coppia dei figli di uno dei coniugi. Un’apertura avvertita dai fedeli come una porta spalancata alle adozioni per gli omosessuali. Ma una richiesta fondamentale della comunità lesbo-gay-bisex-e-trans: solo così, spiegano, si permetterà alla famiglia di essere veramente unita, di non rischiare che uno dei genitori venga considerato un estraneo per i figli nel caso, ad esempio, della morte del partner.

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LARGHE INTESE E RAPIDE SEPARAZIONI
Se sulle adozioni i cattolici promettono barricate, altrettanto forte è stato il disagio della Chiesa di fronte alla legge appena approvata dal Parlamento sul divorzio breve, che ha ridotto il limbo necessario fra separazione e addio da tre anni a sei mesi. Il malumore vaticano però per la prima volta ha dovuto accontentarsi di innescare temporali lontano dal Palazzo.

Perché al momento del voto deputati democratici e conservatori, alfaniani e grillini, cristiani e non, si sono rivelati compattamente favorevoli alla norma: 288 sì al Senato, 398 alla Camera. Un plauso trasversale portato a casa da Alessia Morani e dal suo co-relatore di Forza Italia Luca d’Alessandro. «Io sono cattolica, ma siamo entrambi laici quando si tratta di politica», racconta lei: «Ci tenevamo al risultato perché pensiamo sia d’aiuto agli italiani. Questa legge era ferma dal 2003».
26/02/2014 Roma, un caffè con... Alessia Morani, deputata del PD

La coppia bipartisan ha funzionato così bene che adesso le è stato affidato anche il testo sugli accordi pre-matrimoniali: «Il nostro obiettivo è diminuire la conflittualità e assicurare più autonomia ai futuri coniugi», continua la giovane democrat. Altra picconata assestata con leggerezza, quasi sovrappensiero, al “per sempre” del vincolo tradizionale di nozze: prima della celebrazione si stringono gli accordi su pegni, redditi e proprietà in caso di separazione.

Sulla trasversalità del voto conta il Partito democratico anche per le unioni civili: Silvio Berlusconi e fidanzata si sono già dichiarati favorevoli, l’astro nascente del centrodestra Mara Carfagna è schieratissima a sostegno dei diritti gay, l’Ncd di Angelino Alfano mormora, non di più per ora, e i 5 stelle hanno posto la questione sul Web, ricevendo 25mila voti, di cui 21.360 per il sì. Anche la frangia teodem del Pd è poco presente all’infuori dei talk show.
Inchiesta
La famiglia cambia mentre la politica dorme Più separazioni e basta matrimoni in chiesa
23/2/2015

Com’è caduto il muro che un tempo separava nettamente le posizioni politiche sulle questioni personali ed etiche come la famiglia? La prima risposta è quel cambiamento «statisticamente ovvio» della società con cui ormai deve fare i conti anche la Chiesa nella stagione popolare inaugurata da Papa Francesco, alle prese con i vescovi irlandesi che accettano senza ostracismi il referendum sul matrimonio gay e le diocesi tedesche che chiedono aperture nei confronti di omosessuali e divorziati.

La seconda è la composizione del Parlamento: il più giovane e femminile di sempre. Grazie all’ondata dei pentastellati e non solo. «Le primarie del Partito democratico nel dicembre del 2012 hanno favorito i trentenni e le donne», sottolinea Alessia Morani: «È stato un mutamento antropologico per le Camere. Siamo più vicini alla gente».
23/05/2015 Roma, regia delle Sentinelle in Piedi in difesa della famiglia tradizionale. Nella foto un momento della protesta dei movimenti LGBT

DALLA PARTE DEI BAMBINI
Gli ingranaggi sembrano girare insomma tutti all’unisono. Così è stato per il divorzio facile voluto da Andrea Orlando: dal novembre scorso i coniugi consenzienti si possono lasciare legalmente di fronte a un avvocato o a un sindaco, senza ricorrere al giudice. Nei primi mesi sono già stati firmati in soli quindici comuni 1.092 provvedimenti, alleggerendo i tribunali.

C’è il poi capitolo adozioni: dopo il riconoscimento definitivo dei bimbi adottati come figli naturali, nel 2012, adesso si sono mosse anche le burocrazie. Il ministero dell’Istruzione, ad esempio, ha finalmente pubblicato le linee guida da seguire nelle scuole per i problemi specifici dei figli adottivi.

Mentre al Senato è stato presentato un disegno di legge firmato da Luigi Manconi dal contenuto potenzialmente rivoluzionario: prevede le adozioni per le coppie non sposate che convivono da almeno tre anni e per i single se «nell’interesse primario del minore». L’obiettivo è dare speranza a migliaia di bambini, invertendo il calo continuo di famiglie pronte ad accettare bimbi soli: solo per gli stranieri i provvedimenti sono scesi da 3.700 nel 2008 a 2.145 nel 2013.
27/05/2014 Kinshasa, i 31 bambini congolesi adottati da famiglie italiane, vengono trasferiti in Italia.Nella foto un bambino durante il viaggio in aereo

E poi c’è il decreto voluto da Mara Carfagna perché venga permesso ai genitori di decidere quale cognome tramandare ai figli, se quello del padre o quello della madre oppure entrambi: uno strappo alla tradizione patriarcale italiana. E poi ci sono le forme di sostegno, dal bonus bebè ai congedi di paternità per le partite Iva di cui discute Chiara Saraceno. E poi, c’è il futuro. Che se il vento continuerà a spingere in questa direzione, vedrà il formarsi di nuove famiglie, etero o gay, con o senza figli, sposate o conviventi. Attente, responsabili. E light.

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