Avanti e indietro fino a notte fonda, in un girone di poche strade da percorrere e tanti minorenni stranieri ?e affamati da attirare

Roma, stazione Termini, cuore d’Italia, la tana degli orchi. Poliziotti, finanzieri, politici, magistrati. E turisti dello squallore. Una meta talmente conosciuta nel mondo che l’ “inglese”, come si faceva chiamare un ingegnere americano in pensione, aveva pensato di trascorre qui le sue vacanze romane, affittando più volte una casa e dedicandosi a tempo pieno al suo unico, ossessivo passatempo. ?Trovare ragazzini da portare in questa abitazione. Avanti e indietro fino a notte fonda, in un girone di poche strade da percorrere e tanti minorenni stranieri ?e affamati da attirare. Instancabile, insaziabile.

L’inglese è stato arrestato. Ma è soltanto uno dei pedofili attratti dal ?tam-tam che segnala l’area della grande stazione della Capitale come terra di nessuno, in cui muoversi con ottime possibilità di catturare le prede perché ci sono bambini disposti a vendersi per una  manciata di euro pur di campare. Un fenomeno in crescita.

Scandalo Termini
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«Negli ultimi anni c’è stata un’impennata di reati che vedono come vittime privilegiate i bambini ed è un segno del degrado», denuncia Maria Monteleone, procuratore aggiunto a Roma. Una zona come quella attorno alla stazione Termini «è un’area conosciuta da chi è a caccia di minorenni, perché sono consapevoli ?del fatto che sia più facile adescare ?per fini sessuali un ragazzo in condizioni di disagio, che vive per strada, ?che ha bisogno di denaro e ha fame», spiega il magistrato.

Una situazione che fino a poco tempo ?fa vedeva coinvolti soprattutto bambini rumeni e rom e che si è acuita con la presenza di ragazzini stranieri non accompagnati, in particolare egiziani, costretti a vivere nei cunicoli sottoterra e a prostituirsi per mangiare.

«Solo lo scorso anno, nella saletta protetta della procura di Roma, abbiamo ascoltato 369 minori vittime di reati», prosegue Monteleone. «Si tratta di un fenomeno criminale che spesso vede come obiettivi, nel caso della prostituzione maschile, minorenni stranieri. Quanto agli adulti ce ne sono di ogni estrazione sociale. Per loro Termini è una meta conosciuta».

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È davanti al fast food di fronte a uno degli ingressi della stazione, quello in cui Abdul, Fathi e Ibrahim dividono un chicken burger con le loro fidanzatine italiane, che un recidivo come Patrizio Poggi, il “don” cacciato dalla Chiesa, non disdegnava di trascorrere le giornate. Già accusato di pedofilia nel 1999 per aver molestato due minori della sua parrocchia nella periferia di Roma, dopo aver scontato la condanna a cinque anni aveva chiesto di tornare a dire messa. Dopo il divieto del Vaticano è andato dai carabinieri e, animato da una sorta di spirito di vendetta, ha tirato in causa altri prelati, salvo poi essere denunciato per calunnia e arrestato ?di nuovo per aver adescato altri due bambini. Si era «avvicinato a loro per spirito di carità cristiana», ha tenuto ?a precisare.

Sempre qui, nella zona della stazione Termini, sono arrivati gli insospettabili: un poliziotto, un finanziere, un politico ?e persino un magistrato. Quest’ultimo si è difeso spiegando di essere spinto ?da «impulsi verso visi fanciulleschi» ?e di essersi sempre informato dell’età. ?I soldi li regalava «perché si affezionava». Pendolari della pedofilia che prendevano il treno anche dal Nord per arrivare a Termini e incontrare ragazzini nelle camere delle pensioni attorno alla scalo ferroviario.

Alberghi e androni di palazzi dove è più facile consumare rapporti lontano da telecamere e militari, fuori dai passaggi ?e dai binari della stazione dove sono stati collocati gli sbarramenti e i cordoni per ?le misure di sicurezza. Prima che si intensificassero le operazioni della polizia ferroviaria si prostituivano a pochi passi dai binari, nei bagni della stazione, persino sui treni in sosta. Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i 10 e i 50, ragazzini rom dai 13 ai 17 anni incontravano passeggeri con tanto di moglie e famiglia a Napoli o a Vigevano, commercianti, operai e parroci come don Dino, quello che amava scrivere romanzi pedopornografici tra santini, sacre scritture e immagini di ragazzini meticolosamente schedati per tipo ?di prestazione.

«Gli adulti sono tanti, spesso si conoscono tra loro, è molto difficile arrestarli nonostante la pedofilia sia il reato con più recidiva», spiega Alessandra Schilirò, responsabile della sezione per ?i reati sessuali sui minori della Squadra Mobile di Roma. «Non sempre i minori hanno un cellulare da poter mettere sotto controllo, se camminano con un adulto non li possiamo fermare, non possiamo entrare dentro una casa, diventa tutto molto difficile», spiega il funzionario.

Molti ragazzini dormono per strada o rientrano nelle case famiglia a tarda notte dopo essere stati in giro tutto il giorno, spesso per contattarli è sufficiente un passaparola, un cenno, un sorriso equivoco. Da lì bastano pochi istanti ?e meno di cento passi per infilarsi nelle camere delle pensioni vicine alla stazione. «Alberghetti in cui molto spesso non vengono chiesti i documenti», dice Schilirò. «Nella zona di Termini è complicato agire, non possiamo montare le telecamere perché sono sempre per strada, notano ogni movimento. È difficile investigare. Purtroppo a Termini accade quello che accade in nord Africa con i turisti».

Bambini che vivono a Roma senza genitori come Fathi, spaventato che la mamma in Egitto possa venire a sapere, e bambini costretti dai genitori a prostituirsi, come i tre ragazzini rom che tutte le mattine venivano accompagnati dal campo nomadi nella periferia di Roma a Termini. A volte soltanto una semplice spesa in cambio di una prestazione. ?Il loro compito? Vendere il corpo e mantenere i genitori. «Gli amici mi dicevano che Roma era bella, ma non ho mai visto una persona buona qua», diceva Abdul. Qua, nel centro di Roma, dove Abdul ha trovato l’inferno da cui scappava.