I nomi coinvolti possono terremotare i vertici politici del Paese. Dal cognato del capo del partito comunista, Xi Jinping, a sette membri del Comitato Centrale. Tra questi un parente di Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare Cinese

Un avvelenamento, commesso nel 2011 da Gu Kailai, la moglie di un influente uomo politico cinese per evitare che un uomo d'affari inglese, Neil Heywood, potesse rendere pubblici i suoi conti offshore dall'altra parte del mondo: è solo il dettaglio più dark dello scandalo in cui i Panama Papers hanno gettato l'élite politica ed economica cinese. Tra gli 11,5 milioni di documenti dello studio legale panamense Mossack e Fonseca, una delle più grandi "fabbriche" al mondo di società offshore, una mole consistente riguarda infatti le ricchezze nascoste all'estero dai parenti degli uomini più potenti della Cina. Documenti che l'International Consortium of Investigative Journalists, di cui l'Espresso fa parte insieme ad altri media internazionali, è in grado di rivelare dopo un attento lavoro di verifica.

?I nomi coinvolti sono tali da terremotare i vertici del partito alla guida del gigante cinese e le sue grandi compagnie. I documenti rivelano ad esempio che il presidente cinese Xi Jinping, capo del partito comunista e guida militare del paese, ha un cognato che possiede compagnie in paradisi fiscali. I parenti di almeno altri sette uomini che fanno o hanno fatto parte del Comitato Centrale, l'organo che guida il partito Comunista, risultano intestatari di holding offshore. Uno di loro è parente di Mao Zedong, il fondatore della Repubblica Popolare Cinese.
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Da tempo era noto che i figli e i nipoti degli eroi della Cina rivoluzionaria hanno avuto successo nel mondo degli affari. La Cina è la seconda economia mondiale e ha centinaia di miliardari. Ma non era finora chiaro quanto coloro che sono politicamente più influenti nel paese fossero riusciti a creare delle reti finanziarie offshore per nascondere le loro proprietà e i loro business.

Tra i clienti di punta di Mossack e Fonseca c'è Deng Jiagui, cognato di Xi Jinping, che ha acquisito una società offshore attraverso lo studio panamense nel 2004 e altre due nel 2009. Si chiamano Supreme Victory Enterprises Ltd, Best Effect Enterprises Ltd. e Wealth Ming International Ltd.
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Un'altra cliente importante è Li Xiaolin, figlia di Li Peng, premier cinese dal 1987 to 1998. Li Xiaolin e il marito possiedono Cofic Investments, una compagnia registrata nelle British Virgins Islands.

La nuova generazione della cosiddetta 'nobiltà rossa' sembra aver imparato le regole del mondo offshore in giovane età. Jasmine Li Zidan, nipote di Jia Qinglin, numero 4 del Comitato Centrale fino al 2012, possiede una compagnia offshore dal 2010, chiamata Sun Trading Ltd dal 2010, da quando era matricola a Stanford. Da allora, ha allargato i suoi affari.

Ecco chi sono gli altri membri o ex membri del Comitato Centrale e i loro parenti coinvolti nei Panama Papers.

Zhang Gaoli, attuale membro del Comitato Centrale, ha un genero di nome Lee Shing che risulta shareholder di tre compagnie delle British Virgin Islands: Zennon Capital Management, Sino Reliance Networks Corporation e Glory Top Investments.

Liu Yunshan, membro del Comitato Centrale, ha una nuora, Jia Liqing, che risulta direttore e azionista di Ultra Time Investments Ltd., una compagnia registrata nelle British Virgin Islands nel 2009.

Zeng Qinghong, ex vice presidente della China dal 2002 al 2007, ha un fratello, Zeng Qinghuai, direttore della China Cultural Exchange Association Ltd. una compagnia registrata a Samoa.

Lo scomparso Hu Yaobang, capo del Partito Comunista Cinese dal 1982 to 1987, ha un figlio, Hu Dehua, che risulta direttore della Fortalent International Holdings Ltd., una compagnia delle British Virgin Islands registrata nel 2003.

Infine il nipote di Mao Zedong, Chen Dongsheng è direttore di Keen Best International Limited, una società registrata alle British Virgin Islands nel 2011.

Oltre all'élite politica, anche quella affaristica risulta coinvolta. Tra loro Shen Guojun, fondatrice della catena di shopping mall Intime: insieme alla star del kung fu Jackie Chan e ad altri, possiede una compagnia chiamata Dragon Stream Limited registrata alle British Virgin Islands nel 2008.
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Lo studio Mossack Fonseca ha creato Mossack Fonseca Secretaries Limited in Hong Kong nel 1989. Oggi ha uffici nelle città di Shenzhen, Ningbo, Qingdao, Dalian, Shanghai, Hangzhou, Nanjing and Jinan. Un'analisi dei Panama Papers rivela che a fine 2015 riceveva commissioni da più di 16mila 300 compagnie offshore registrate attraverso gli uffici cinesi e di Hong Kong.

Le leggi internazionali contro il riciclaggio di denaro richiedono a intermediari come Mossack Fonseca di eseguire controlli straordinari sugli ufficiali di governo e le loro famiglie, per essere sicuri che i loro soldi non siano proventi di corruzione. Alcuni clienti furono in effetti soggetti a una verifica maggiore. Ma un esame dei file mostra che l'azienda ha stipulato contratti con altri clienti cinesi senza determinare se avessero legami familiari con figure politiche di primo piano.

I documenti mostrano, ad esempio, che nessuno nella società identificò o riconobbe Deng Jiagui come il cognato di Xi Jinping quando aiutò Deng a incorporare compagnie offshore nelle isole vergini britanniche nel 2004 e nel 2009.

Mossack Fonseca sembra non aver realizzato nemmeno la parentela di Li Xiaolin, l'unica figlia dell'ex premier Li Peng. Li Xiaolin, però, nel 2010 non era solo la figlia di un famoso leader politico: era già diventata una manager di primissimo piano nel settore energetico cinese – tanto da guadagnarsi il soprannome di “Regina dell'energia cinese” – ed era stata nominata delegata di un organismo politico legislativo. Li Xiaolin non ha mai risposto a ripetute richieste di commento. Mentre Mossack Fonseca ha commentato così: «Conduciamo sempre i dovuti controlli su tutti i nuovi e potenziali clienti, controlli che spesso eccedono le regole e gli standard a cui siamo tenuti».
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Eppure anche un'altra “principessa”, Jasmine Li, figlia di un ex membro del Comitato Centrale, è scivolata nella macchina di Mossack Fonseca, quando nel dicembre 2010 ha ricevuto da Zhang Yuping, presidente e fondatore di Hengdeli, un distributore cinese di orologi di lusso, le quote di una società offshore per la cifra simbolica di un euro. Un regalo? Gli uomini d'affari cinesi cercano spesso di regalare favori ai leader aiutando i loro partner, figli, o nipoti. Ed è da approfondire il ruolo dello studio panamense anche nelle operazioni che hanno riguardato la Russell Properties S.A, una compagnia registrata sulle isole Vergini britanniche da Gu Kailai e dall'architetto francese Patrick Henri Devillers.

Gu aveva creato la società per schermare la sua proprietà su una dimora di sei stanze a Cannes. È per quel lusso europeo, e le società offshore che lo controllavano, che nel 2011 Gu avvelenò Heywood, un amico di famiglia che gestiva la villa ed era stato visto spesso andare in giro per Pechino con una Jaguar dai numeri “007” sulla targa. Heywood avrebbe minacciato di render noti gli intrecci societari di Gu: un'eventualità che secondo la donna avrebbe travolto la carriera politica in ascesa di suo marito, Bo Xilai. Per questo è stato costretto a tacere.

Il ruolo di Mossack Fonseca? Poco più di due settimane dopo il delitto, rivelano i file, lo studio panamense aiutò a trasferire la proprietà delle azioni della Russel Properties a Devillers, l'architetto francese che aveva aiutato Gu ad aprire la società nel 2000. Nell'estate del 2012, quando uscirono le notizie sull'omicidio, il processo, e il collegamento con Devillers, lo studio si preoccupò, mandando numerose mail all'architetto. Che stando ai dossier contenuti nei Panama Papers, non rispose mai.

Devillers, che oggi vive in Cambogia, ha testimoniato nei processi contro Gu e suo marito, ma non è mai stato incriminato. Bu, il marito di Gu, sta scontando invece un ergastolo per corruzione e abuso di potere. Mentre Gu è stata condannata a morte per l'uccisione di Heywood. A dicembre del 2015 però le autorità cinesi hanno ridotto la sua sentenza all'ergastolo. I giudici hanno chiesto che la villa venisse confiscata a favore del governo della Cina. Nel 2014 era in vendita. Prezzo suggerito: 8,5 milioni di dollari.

* Il testo è una sintesi del lavoro dei colleghi Alexa Olesen e Wen Yu