Inchieste
agosto, 2017

Cagliari, Carrara, Napoli, addio: la classifica delle 50 città che hanno perso più ventenni

Diversi pezzi di Sardegna hanno visto andar via un quarto dei loro giovani negli ultimi otto anni. Ma la fuga è costante anche altrove. Soprattutto dal Sud. Ma non solo. I dati di un'elaborazione Istat per l'Espresso

L’isola li incontrerà d’estate. Forse. Di certo non nel resto dell’anno, perché il futuro l’hanno scelto lontano. Se l’esodo dei giovani è un record nazionale, allarme ribadito dalla fondazione Leone Moressa che segnala 80mila emigranti netti all’anno - e solo fra quanti spostano ufficialmente residenza - un elaborazione che l’Istat ha realizzato per L’Espresso dà a questa fuga un peso capace di spaccare la bilancia.


È una classifica. Con dati riguardano i primi 50 comuni italiani in cui è diminuta la popolazione dai 18 ai 30 anni, dal 2008 ad oggi. Le analisi si riferiscono a municipi “stabili”, che non hanno subito accorpamenti. Che hanno territori costanti, quindi, ma in declino. In termini assoluti, in cima a questa classifica c’è allora Napoli: a cui hanno detto addio 6.501 ventenni in otto anni. È la cifra più alta, seguita dai quattromila ragazzi che hanno lasciato Messina, i tremila in fuga da Taranto, da Reggio di Calabria, Palermo, Bari e  Cagliari. Il mare arriva d’estate. D’inverno, i giovani sono altrove.


E in termini percentuali è proprio la Sardegna, l’isola, nella sua Monserrato di Cagliari, come a Carbonia o Assemini, a conquistare il podio della risacca: queste città hanno perso un quarto dei propri ragazzi, dal 2008 ad oggi. Un quarto di nuove leve, scappate. Mentre anche Sassari soffre, o Quartu Sant’Elena. Non basta, l’isola, addio. Se il Sud perde così compagnia, non riuscendo evidentemente a dare speranze, prospettive, lavoro, ai più giovani, nella classifica consegnata dall’Istat ci sono anche altri luoghi.

Fra le città che hanno perso di più, in termini percentuali, c’è ad esempio Carrara. L’export, il turismo, il distretto del marmo, non sembrano bastare a trattenere nel territorio i motori di domani. Sempre in Toscana, anche Lanciano si è ristretta: -15,6 per cento di ventenni in otto anni. C’è Nichelino, comune di 48mila abitanti in provincia di Torino, che ha perso il 14 per cento dei propri ragazzi. Infine Frosinone, Fano e Prato.

Sono molte le ragioni di queste partenze, di questi cambiamenti locali in un problema che resta nazionale. E che riguarda gli investimenti per i giovani che mancano, con una spesa sociale completamente sbilanciata verso gli anziani (come ha ricordato di recente Linkiesta), la mancanza di opportunità e soprattutto i rischi che corre - senza preoccuparsene ancora abbastanza - una nazione che non riesce a dare spazio al suo futuro, come ricorda Alessandro Rosina. Lo specchio del declino è chiaro. Possibile accettarlo così?

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