Si allarga l’inchiesta sulle cene carbonare di giudici e politici con nuove intercettazioni ritenute rilevanti. Quelle, ancora segrete, in cui l’ex ministro renziano - mentre parla di un dossier contro il pm romano che lo ha rinviato a giudizio - dice a Palamara che avrebbe alcune carte sul fratello del magistrato anticorruzione. E che gli sarebbero state date da Descalzi, amministratore delegato del colosso petrolifero

Aggiornamento 20 giugno ore 20: La replica dell'Eni al nostro articolo

Lo tsunami che sta investendo la magistratura scoperchia ogni giorno un nuovo scandalo. Le intercettazioni che hanno coinvolto Luca Palamara, Cosimo Ferri, Luca Lotti e membri del Csm stanno terremotando non solo la giustizia italiana, ma anche molti palazzi del potere. «Diranno che sono la P5, che sono quello delle nomine», ragiona Palamara senza sapere di essere ascoltato dai pm della Procura di Perugia che lo indagano per corruzione. Sappiamo già che al centro delle cene riservate della compagine c’è il risiko dei nuovi capi degli uffici giudiziari di primo livello, come le procure di Roma, Firenze, Perugia e Torino. Ed è noto che le trascrizioni del Gico della Guardia di Finanza sono analizzate al microscopio sia dai magistrati umbri, sia dalla commissione disciplinare del Csm che ne ha avuti una parte.

L’Espresso, nell'inchiesta esclusiva in edicola da domenica 23 giugno e in anteprima per gli abbonati di Espresso + adesso ha scoperto che, da qualche giorno, anche la procura di Milano sta lavorando su alcuni colloqui segreti. I pm di Perugia hanno infatti trasmesso ai colleghi meneghini alcuni passaggi ritenuti rilevanti. Quelli, in particolare, in cui Lotti e Palamara discutono di un dossier per screditare Paolo Ielo, cioè il magistrato che ha chiesto il rinvio a giudizio sul caso Consip.
Inchiesta
Esclusivo: Lotti, l’Eni e il dossier segreto
20/6/2019

Un dossier basato su alcune consulenze che il fratello del pm anticorruzione, Domenico, ha con l’Eni, il nostro colosso petrolifero. Come mai questi documenti sono state trasmessi a Milano? Perché in un’intercettazione (omissata nella prima informativa della polizia giudiziaria) Lotti confiderebbe a Palamara che lui è in possesso di alcune carte sul fratello di Ielo. E che queste carte gli sarebbero state date da Claudio Descalzi, l’amministratore delegato dell’Eni. L’intercettazione, è bene sottolinearlo, è in fase preliminare, di riscontro.

A Milano Descalzi è imputato in un processo per corruzione internazionale. E sempre la procura di Milano sta indagando sul dossieraggio fatto da Piero Amara (l’ex legale dell’Eni specializzato nella compravendita di sentenze che ha dato il via anche all’inchiesta su Palamara) insieme ad alcuni pm da lui corrotti. L’obiettivo era quello di provare (con esposti fasulli in cui l’Eni e Descalzi apparivano vittime di un fanta-complotto) a mettere il bastone tra le ruote ai magistrati che lavorano alle presunte tangenti in Nigeria.

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