Un immobile pagato il doppio del suo valore a una società collegata al giro dei commercialisti del partito. Denaro pubblico finito poi a società riconducibili sempre agli stessi professionisti. E sullo sfondo l'ombra di un prestanome dei clan fuggito in Brasile. Un giallo, che secondo i detective di Bankitalia è nel mirino anche della procura di Milano

Aggiornamento del 3 giugno 2021
Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 4 anni e 4 mesi dal condannati dal gup di Milano Guido Salvini al termine del processo con rito abbreviato sull’affare Lombardia film commission.Pene più dure di quanto chiesto dall’accusa per gli ex revisori contabili della Lega in Parlamento.


L'INCHIESTA

Dal Russiagate sovranista al Lombardiagate padano. Cambiano i personaggi e le date, ma non il partito in questa storia di soldi trasferiti dalle casse pubbliche della Lombardia Film Commission a società private vicine alla Lega di Matteo Salvini. Soldi della Regione Lombardia passati di mano quando a capo del Pirellone c’erano proprio uomini del Carroccio: prima l’ex segretario federale Roberto Maroni, poi l’attuale governatore Attilio Fontana, fedelissimo di Salvini. E a capo della film commission c’era Alberto Di Rubba, uno dei commercialisti bergamaschi scelti da Matteo per gestire le finanze del nuovo partito dopo gli scandali giudiziari dell’era Bossi-Belsito.

L’intrigo padano inizia dieci mesi prima della trattativa condotta al Metropol da Gianluca Savoini per finanziare il partito con soldi russi. In Lombardia, a trattare, ci sono idraulici, baristi, molti commercialisti vicini al partito. Sullo sfondo, al principio di tutto c’è anche una comparsa che dice di essere fuggita in Brasile per paura, citata in inchieste giudiziarie come prestanome usato della ‘ndrangheta. Gli ingredienti del thriller movie sono scritti in alcuni documenti della Uif, l’unità finanziaria della Banca d’Italia, analizzati da L’Espresso. Documenti che parlano di un’inchiesta giudiziaria in corso da parte della Procura di Milano. «L’operatività posta in essere da Lombardia Film Commission parrebbe configurare il trasferimento di fondi pubblici a soggetti vicini agli ambienti politici di riferimento del cliente», si legge nelle carte della Uif. E ancora: «Anomala operatività posta in essere da nominativi in vario modo riconducibili alla Lega, oggetto di indagini da parte della Procura della Repubblica di Milano. Si ipotizzano in particolare illeciti trasferimenti di fondi pubblici a soggetti privati, per lo più “orchestrati” dal commercialista Alberto Di Rubba».

Per capire cosa significano queste poche righe scritte in linguaggio tecnico,bisogna partire dalla Lombardia Film Commission e da una storia che avevamo rivelato su queste pagine nell’aprile dell’anno scorso. La Lombardia Film Commission è una fondazione a partecipazione pubblica che si occupa della promozione e dello sviluppo di progetti cinematografici sul territorio (ogni regione ne ha una). Un ente pubblico. Gran parte del capitale arriva dalla Regione, mentre il resto lo mette il Comune di Milano, la Fondazione Cariplo e l’Unioncamere regionale (Qui la precisazione della fondazione Cariplo: "Non siamo più tra i soci della LFC").

La sede operativa di Lombardia Film Commission è a Cormano, ex cuore industriale della provincia milanese, in un fabbricato basso e grigio di quasi mille metri quadrati. Ed è proprio questo edificio l’epicentro di una complessa girandola di bonifici che avrebbe permesso ad alcune persone vicine alla Lega di arricchirsi con i soldi dei cittadini lombardi, dicono i detective di Banca d’Italia.

Come avevamo raccontato poco più di un anno fa, l’edificio di Cormano è stato al centro di una misteriosa compravendita.

Acquistato a febbraio del 2017 per 400 mila euro dalla Immobiliare Andromeda Srl, undici mesi dopo è stato venduto all’ente pubblico per 800 mila euro. Il pagamento ad Andromeda è avvenuto tramite due bonifici accreditati il 5 dicembre 2017, quando a capo della Film Commission c’era il commercialista della Lega Alberto Di Rubba. Il primo mistero dipende dalla proprietà dell’Immobiliare Andromeda, la fortunata società che nel giro di 10 mesi ha incassato una plusvalenza di 400 mila euro. Al momento della vendita dell’immobile di Cormano all’ente pubblico lombardo, le quote dell’Andromeda erano intestate alla Futuro Partecipazioni Srl, a sua volta controllata dalla Fidirev Srl, una società fiduciaria. Insomma, non si sa chi ha davvero beneficiato di quella lauta plusvalenza. Di certo l’amministratore della Futuro Partecipazioni era il commercialista Michele Scillieri. Un nome che s’incrocia spesso con quello della Lega. Nello studio privato di Scillieri è stata infatti registrata la Lega Per Salvini Premier.

Non solo. Come avevamo già scritto, Scillieri è stato componente del collegio sindacale della Lombardia Film Commission, consulente della fondazione con il ruolo di contabile amministrativo. E, dopo la vendita del fabbricato di Cormano, anche liquidatore dell’Andromeda, società che dopo aver incassato i denari dei contribuenti lombardi ha chiuso i battenti. Che la posizione di Scillieri fosse in conflitto di interessi lo scrivono gli stessi investigatori della Uif nei documenti consultati dall’Espresso. Ma c’è di più. Nel luglio del 2018 Scillieri ha rilasciato un’intervista spiegando perché fosse stato scelto proprio il suo studio come domicilio della Lega per Salvini Premier. «È stato solo per un piacere personale a un collega. L’accordo era chiaro: ho accettato la domiciliazione ma volevo tenermi totalmente fuori a livello politico, finanziario e operativo», sono le parole riportate nell’articolo. I documenti però raccontano una versione diversa: il commercialista milanese ha incassato soldi dal partito guidato da Salvini. E non pochi: 89mila euro in due bonifici, uno del dicembre del 2016 e l’altro del giugno del 2018, versatigli direttamente dalla Lega Nord. A cavallo dell’operazione immobiliare e della fondazione della nuova Lega.

Seguendo il flusso di denaro partito dai conti della Lombardia Film Commission si scoprono altri fatti inediti. Un filo che conduce dal Pirellone e dalla storica sede di via Bellerio, legata ai fasti autonomisti del Carroccio, alla vicina Bergamo. A un indirizzo della città orobica, via Angelo Maj 24. Qui a partire dal 2015 è stato spostato il baricentro finanziario della nuova Lega di Matteo Salvini. Le chiavi della cassaforte sono state consegnate al tesoriere, Giulio Centemero, e ad altri due commercialisti della Val Seriana: Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba. Rispettivamente revisori contabili del gruppo parlamentare alla Camera e di quello al Senato. Ma i due sono anche stati ingaggiati nei consigli di amministrazione di società del Carroccio per traghettare la Lega dagli scandali del passato all’oggi sovranista. Manzoni e Di Rubba, tuttavia, sono anche professionisti che gestiscono una galassia di società con la testa in Lussemburgo, come avevamo svelato più di un anno fa. Una piramide sospetta, tanto da portare la procura di Genova e la Guardia di finanza a a disporre una perqusizione per verificare se alcune di queste aziende con il vertice nel Granducato siano state utilizzate per riciclare parte dei 49 milioni di euro della truffa sui rimborsi.

Un altro fatto messo in luce dagli investigatori della Uif riguarda proprio Di Rubba. Nel maggio del 2019 il revisore contabile del gruppo Lega al Senato, che come abbiamo detto è stato sino ad agosto 2018 presidente della Lombardia Film Commission, ha disposto un bonifico da 6mila euro nei confronti dell’avvocato Alessio Gennari. Un pagamento interessante, secondo i detective di Banca d’Italia, perché al momento del controverso acquisto dell’immobile di Cormano Gennari era il presidente dell’organo di vigilanza di Lombardia Film Commission. Era insomma l’uomo incaricato di controllare che i soldi dei cittadini lombardi venissero spesi al meglio. E «nulla ha eccepito sulla compravendita in questione», si legge nei rapporti.

I bonifici ricchi riguardano però altri personaggi. Pagamenti da centinaia di migliaia di euro ricevuti sopratutto da imprenditori, che beneficiano del denaro pubblico incassato dalla società Andromeda per la vendita dell’immobile di Cormano. Il primo è Francesco Barachetti, uno dei fornitori preferiti dalla Lega di Salvini, che in tre anni ha gli ha pagato fatture per 1,5 milioni di euro. Ma la “Barachetti Service” di Casnigo, provincia di Bergamo, è anche tra quelle che riceve i soldi versati dalla Film Commission. Il denaro prima di raggiungere le casse dell’impresa di Casnigo compie però un giro tortuoso.

Cinque giorni dopo aver incassato il denaro pubblico per la compravendita dell’immobile di Cormano, l’immobiliare Andromeda versa 488 mila euro alla società Eco srl. La Eco è un’azienda con sede a Milano, costituita un mese prima che Andromeda vendesse alla Lombardia Film Commission. «Il capitale sociale di 10 mila euro dell’azienda è stato versato dal titolare Pierino Maffeis», scrivono i detective dell’antiriciclaggio, che aggiungono: tuttavia sul suo «conto corrente lo stesso giorno viene accreditato un bonifico di pari importo da parte di Barachetti Service». Il proprietario della Eco è di Gazzaniga, provincia di Bergamo, 5 mila anime in Val Seriana, paese natale di Di Rubba.

Si occupa, recita l’oggetto sociale, di costruire e ristrutturare immobili. Ma i soldi pubblici restano poco sui conti della Eco: «la provvista per oltre il 50 per cento è stata immediatamente bonificata in favore della Barachetti Service S.r.l. e per la differenza in favore dei professionisti sempre riconducibili alla Lega», scrivono gli analisti dell’antiriciclaggio. Ricapitolando, fin qui i documenti della Uif dicono che il mezzo milione pubblico, arrivato nelle casse della Eco dalla misteriosa Immobiliare Andromeda, è finito al fornitore della Lega Barachetti e, in parte, a società dei commercialisti del partito. Maffeis - anche lui - con la sua Eco Srl è stato un fornitore ufficiale della Lega di Salvini. Per esempio, il 13 febbraio 2018, Radio Padania e Pontida Fin - la storica società controllata dal partito, amministrata da Di Rubba - versano alla Eco in totale 60 mila euro. Pagamento fatture, recita la causale. La stessa che ritroviamo in quelli che Barachetti riceve direttamente dalla Lombardia Film Commission tra giugno e luglio 2019: 71 mila euro, un anno dopo la compravendita di Cormano.

Non tutti i soldi della Lombardia Film Commission finiscono però a Barachetti e Maffeis. Una parte, dopo alcuni giri, termina sui conti di società di proprietà o molto vicine ai commercialisti della Lega. I documenti dell’antiriclaggio mostrano versamenti fatti proprio dalla Eco srl - tre bonifici, per circa 60 mila ero - allo studio Dea Consulting di Di Rubba (all’epoca anche di Andrea Manzoni), allo studio Cld e allo studio Sdc (fondato con capitale della Dea Consulting). L’immobiliare dal proprietario segreto, sei giorni dopo la chiusura dell’affare Cormano, ordina pagamenti per 178.500 a Sdc. Proprio la società fondata con capitale del duo Di Rubba-Manzoni, la coppia di commercialisti che hanno fatto carriera con Salvini al comando della Lega, i professionisti pagati dal partito, nominati su poltrone pubbliche e private, amici da una vita del tesoriere Giulio Centemero, con cui hanno fondato anche l’associazione Più Voci (al centro di indagini per finanziamento illecito) e suoi soci in affari.

Che fine hanno fatto i soldi pubblici arrivati sui conti della Sdc? I documenti della Uif dicono che tra il 2016 e il 2018 la società versa sistematicamente i soldi incassati al trio di commercialisti della Lega con causale “pagamento fatture”. Prendiamo Centemero, deputato e tesoriere: in un anno ha incassato da Sdc circa 62 mila euro. Chi ha ricevuto di più da questa azienda nata nel 2016 è certamente Manzoni, il collega di studio di Di Rubba: 211 mila euro in un anno e mezzo fino al gennaio 2018.

Anche dopo, quindi, che Sdc incassa i quasi 200 mila euro girati dalla fortunatissima immobiliare Andromeda. Anche Di Rubba non è da meno: riceve 198 mila euro da Sdc, sempre a titolo di pagamento fatture, emesse dal giugno 2016 al gennaio 2018. Le date indicano dunque che Di Rubba, durante la presidenza della Film Commission lombarda, ha guadagnato con prestazioni offerte da Sdc, che a sua volta ha beneficiato di parte degli 800 mila euro pubblici spesi dall’ente che lui presiedeva. Insomma, concludono i detective dell’antiriciclaggio, «la Sdc ha veicolato anche una parte dei fondi pubblici trasferiti dalla fondazione Lombardia Film Commission ad Immobiliare Andromeda s.r.l.».

Il finale di questo intrigo sui soldi pubblici dei lombardi è degno di un thriller movie. Torniamo all’origine di tutto. Ai vecchi proprietari dell’immobile di Cormano, poi strapagato dalla Regione Lombardia. Insomma, da chi lo ha acquistato l’immobiliare Andromeda pagandolo 400 mila euro e incassando il doppio dalla fondazione pubblica a guida leghista? Dalla società Paloschi Srl, oggi cancellata, di proprietà di Luca Sostegni. Il suo nome coincide con quello che i magistrati della procura antimafia di Reggio Calabria definiscono “prestanome” di un uomo considerato tra i vertici di un clan della ’ndrangheta al Nord.

L’inchiesta antimafia risale a qualche anno fa, e Sostegni non fu indagato. Ma nelle carte in possesso dell’Espresso il giudizio dei pm è netto: «Sostegni non presentava dichiarazione dei redditi dall’anno 2007, era stato rappresentante legale, pur non avendo mai percepito redditi, di numerose società... Emergeva dunque come Luca Sostegni fosse un prestanome». Non solo. Sostegni dopo il primo articolo dell’Espresso sulla vicenda Film Commission ci ha contattato via email: «Le scrivo dal Brasile dove sono dovuto (fuggire) per tale vicenda. Io sono la persona che ha procurato Andromeda e fatto tutta l’operazione in collaborazione e la regia di soggetti a lei conosciuti. Si sono volatilizzati dandomi gli spiccioli». 

Abbiamo provato a ricontattarlo più volte, senza ricevere risposta. Di certo Sostegni dovrebbe sapere come sono andate le cose. Avremmo voluto chiedergli se ha conosciuto direttamente i commercialisti della Lega, visto che fino al 2011, uno dei tre professionisti che gestiscono i conti del partito, Andrea Manzoni, è stato amministratore della Elle Esse Consulting di proprietà proprio di Luca Sostegni. Avremmo voluto chiedergli se quando ci ha scritto che gli hanno lasciato solo gli “spiccioli”, si riferiva a quei 34 mila euro che Andromeda versa alla sua Elle Esse due giorni dopo aver ricevuto gli 800 mila euro pubblici dalla Lombardia Film Commission. Ma non ci ha mai più risposto. È in Brasile. Propaggine esotica di una storia nata tutta in Lombardia, feudo storico leghista. Ieri di Maroni. Oggi di Fontana e del suo protettore Salvini.

Aggiornamento 16 giugno: La precisazione di Fondazione Cariplo