L'inchiesta internazionale Icij fa luce su una misteriosa donna russa che possiede lo scalo di Grosseto, incastonato in uno dei più importanti plessi militari italiani. E, nonostante le sanzioni, gli oligarchi continuano a comprare proprietà

Sul fianco dei moderni Eurofighter Typhoon campeggia il cavallino rampante, che fu il simbolo dell’asso dell’aviazione italiana nella prima guerra mondiale, Francesco Baracca. Sono i caccia del Quarto Stormo dell’Aeronautica militare, schierati in quiete apparente nel piazzale dell’aeroporto di Grosseto: da qui i super jet decollano e atterrano in continuazione per monitorare lo spazio aereo italiano. Si tratta di un centro nevralgico per la difesa del nostro Paese in tempi di crisi: gli aerei da guerra di stanza a Grosseto devono essere pronti a decollare in qualsiasi momento per difendere il territorio italiano.

 

All’interno dello scalo militare, però, nell’aeroporto intitolato all’aviatore Corrado Baccarini c’è anche una pista civile, inaugurata negli anni ’70. Un piccolo scalo a misura di vip, con un traffico di circa duemila aerei privati solo nella stagione estiva, aperto dal 2018 a qualche volo di linea. Lo usano ricchi turisti che amano le coste della Toscana, tra cui spiccano diversi milionari russi. Da anni l’intera Maremma è meta ambita dagli oligarchi. Ora, con l’inchiesta Cyprus Confidential, L’Espresso ha scoperto che la proprietà dell’aeroporto civile di Grosseto è cambiata. E questo è successo meno di un mese dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Come primo azionista c’è una compagnia di Cipro che ha un nuovo titolare: una misteriosa donna di Mosca, che non compare in nessuno degli atti pubblici italiani. E che risulta proprietaria anche di ville da favola e tenute agrituristiche vista mare.

 

A gestire lo scalo civile incastonato dentro quello militare è la Seam (Società esercizio aeroporto Maremma). Il maggiore azionista, con il 35,26 per cento, è una società toscana, Ilca srl, che però porta a Mosca. Nell’aprile 2022 un’inchiesta di Report ha evidenziato che faceva capo a una signora russa, Sofia Trotsenko. Che è la moglie di un oligarca, Roman Trotsenko, collegato alla cerchia degli uomini d’affari più vicini a Vladimir Putin. Quel magnate russo era arrivato in Maremma ufficialmente, otto anni prima, comprando quote dell’aeroporto da enti pubblici locali. Il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, intervistato dal giornalista Giulio Valesini, lo aveva elogiato: «Per noi è un benefattore, un mecenate, si occupa di arte, cultura e bonifiche del territorio».

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La storia completa di questo investimento russo in Italia è raccontata nelle carte riservate di Cipro, condivise con L’Espresso dal consorzio Icij e da Paper Trail Media. Ne risulta che l’aeroporto di Grosseto entra nell’orbita di Roman Trotsenko nel 2014: attraverso una sua compagnia cipriota, denominata Powercrown Limited, il magnate acquisisce la società italiana Ilca da due aziende fiorentine, che si occupavano di turismo e trasporti locali, ma erano entrate in crisi. In quel periodo la capofila di Cipro fa capo direttamente a Trotsenko. Dopo l’annessione russa della Crimea, a partire dal luglio 2014, scattano le prime sanzioni internazionali. Trotsenko non ne viene colpito, ma sembra seguire l’esempio di altri oligarchi, che per prudenza iniziano a intestare il patrimonio ai familiari o ad altre persone fidate. Fatto sta che nel 2015 il magnate russo cede il controllo della società italiana a un’altra compagnia di Cipro, Plutoworld Limited, che appartiene a sua moglie Sofia.

 

La Ilca rastrella le azioni dell’aeroporto toscano trattando con gli enti locali che ne erano soci. Trotsenko, in particolare, acquista le quote del comune di Grosseto, per poco più di un milione, e del municipio di Scansano, per 200 mila euro, vincendo regolarmente «un bando pubblico». Ad aiutare il miliardario russo nella gestione della società toscana è un importante commercialista di Firenze, Tommaso Francalanci, che, stando ai documenti, ottiene anche una delega a rappresentare la Plutoworld di Cipro. Quindi diventa presidente dell’aeroporto di Grosseto, di cui è tuttora consigliere d’amministrazione (nonché uno dei revisori contabili di Assareoporti, l’associazione dei gestori degli scali). Quando scoppia la guerra, Francalanci è pronto a denunciare alla stampa locale «il rischio di un pregiudizio nei confronti dei cittadini russi».

 

Dalle carte risulta che la Ilca, a partire dal 2018, era anche «interessata all’acquisto di terreni adiacenti all’aeroporto, dove realizzare un museo, per creare sviluppo turistico». A Grosseto il museo non si è ancora visto, ma la famiglia Trotsenko ha continuato a comprare proprietà in Maremma. La Plutoworld di Cipro, infatti, controlla anche una società di Firenze, Torre Civette srl, che possiede una grande tenuta tra Punta Ala e Cala Violina: oltre 100 ettari di terreni, con uno splendido agriturismo, diversi rustici ristrutturati e la proprietà esclusiva di una torre del ’500, a picco sul mare. Il sito mostra immagini da cartolina e pubblicizza la produzione di olio d’oliva e vini toscani. Come società agricola, tra l’altro, l’azienda italo-russa beneficia di una tassazione di favore, forfettizzata. Oggi la società Torre Civette possiede, sulle coste della Maremma, almeno 20 immobili (per un totale di 45 stanze) e 25 terreni per oltre un milione di metri quadrati.

 

Torre Civette

 

Nel 2022, dopo l’attacco russo all’Ucraina, Roman Trotsenko viene colpito dalle sanzioni decise dalle autorità di Kiev. Nelle motivazioni, è indicato come «consigliere di Igor Sechin, presidente della Rosneft», il colosso petrolifero russo guidato da un fedelissimo di Putin, nonché «fondatore e contitolare della Aeon Corporation», la società che in Russia gestisce 14 aeroporti e diversi porti fluviali: attività che ne fanno un «imprenditore di spicco coinvolto nei settori economici che garantiscono entrate sostanziali al regime di Mosca».

 

Trotsenko resta sanzionato solo dall’Ucraina, non dall’Unione europea. Ma la moglie decide comunque di sparire dai radar italiani, come rivelano le carte dei suoi consulenti di Cipro (lo studio Cypcoserve e la multinazionale Pwc). Il 21 marzo 2022, infatti, Sofia Trotsenko cede l’intero capitale della Plutoworld, la capogruppo cipriota che controlla anche le attività italiane, a una certa Irina Gorshkova. Secondo informazioni raccolte da L’Espresso, è una cittadina russa laureata in Ingegneria, che a Mosca è pressoché sconosciuta: gestisce una piccola società immobiliare, che possiede cinque appartamenti nella capitale e ne incassa gli affitti a termine. Una specie di affittacamere. Un’attività che non appare in grado di spiegare e giustificare i cospicui flussi di investimenti verso l’Italia. Secondo fonti russe, potrebbe svolgere un ruolo di «fiduciaria». Una sorta di prestanome legale, per conto di persone che preferiscono non comparire.

 

Ad accentuare i dubbi sono anche i bilanci italiani: le attività toscane accumulano da anni forti perdite, che la capogruppo di Cipro è costretta a ripianare iniettando milioni in ogni esercizio. Con quali soldi? Gli affitti di Mosca non sono certo sufficienti. Ma allora chi è il vero titolare della quota russa dell’aeroporto di Grosseto?

 

L’attuale presidente della società di gestione, Renzo Alessandri, risponde di non poterlo dire: «L’identità del titolare effettivo è considerata un dato sensibile che siamo autorizzati a fornire solo a soggetti istituzionali o alle autorità anti-riciclaggio». Arianna Balducci, l’amministratrice italiana di Torre Civette, chiede tempo per consultarsi con la proprietà, ma per ora senza risultati. E da Irina Gorshkova, contattata personalmente a Mosca da L’Espresso, non arriva alcuna risposta.

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In questo quadro opaco, il presidente Alessandri sottolinea un dato significativo: gli azionisti publici della Seam, cioè la Provincia di Grosseto con la Regione Toscana, la Camera di Commercio e il Comune di Roccastrada, «hanno unito le loro partecipazioni in un patto di sindacato, raggiungendo il 37,08 per cento» della Seam. Inoltre l’attuale consiglio d'amministrazione, entrato in carica dal 20 giugno 2022, cioè dopo la guerra, «è il frutto di un accordo tra il patto pubblico e un socio privato, Lupo Rattazzi, titolare del 20 per cento». Come dire che all’aeroporto di Grosseto comandano ancora gli italiani, che sembrano essersi alleati contro l’incognita di Mosca.

 

Nel resto della Maremma, però, la misteriosa entità russo-cipriota continua a investire nonostante la guerra. Nel 2022 la Plutoworld ha fondato una terza società toscana, denominata Torre Alta: anche questa risulta ceduta a Irina, almeno sulla carta. Nel marzo 2023, dopo un anno di bombe russe in Ucraina, questa immobiliare ha comprato una villa affacciata su una spiaggia meravigliosa a Castiglione della Pescaia, nella pineta di Roccamare, già affollata di oligarchi: oltre 300 metri quadrati, con 14 vani accatastati come «immobile di lusso». Unico problema: chi è l’effettivo proprietario?  Maremma matrioska.