Inchiesta

Soldi, politica e guai: ecco cosa fanno i figli di Ignazio La Russa

di Gloria Riva   29 febbraio 2024

  • linkedintwitterfacebook

Geronimo ha ereditato lo studio legale del nonno Antonino e siede nei consigli di amministrazione più importanti di Milano. Lorenzo Kocis ha comprato un bar a Santa Margherita. Lorenzo, il terzogenito, è quello che crea più grattacapi al padre

Il potere economico della famiglia, Ignazio La Russa lo ha affidato al primogenito, Geronimo La Russa. Classe 1980, dal nonno ha ereditato il prestigioso studio legale e un posto nell’allora Consiglio di amministrazione di Premafin, holding di Ligresti. Oggi, della ricca finanza meneghina, è rimasta poca cosa, ma l’avvocato Geronimo nei luoghi che contano c’è: è consigliere della cassaforte dei figli di Berlusconi, la Holding Quattordicesima che possiede il 21 per cento di Fininvest, e di H14, veicolo societario di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi. Geronimo è entrato lì perché è amico di lunga data di Barbara Berlusconi. Per sedare la sua passione per le auto, gli vengono aperte le porte dell’Aci, nonché dell’assicurazione legata al club sportivo, Sara Assicurazioni, dove Geronimo punta alla poltrona più alta. Ha inoltre fatto rumore la sua nomina, voluta dal ministro Gennaro Sangiuliano, nel cda del Teatro Piccolo di Milano, istituzione milanese forgiata nell’antifascismo. Del resto Geronimo è un uomo potente e lo sa bene il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha fatto il diavolo a quattro per averlo nel cda di M4, società pubblico-privata fino a un paio di mesi fa: poi il Comune ha pensato di comprare la quota di Webuild, ex Impregilo. Così, d’ora in poi, i ritardi e gli extra costi della metropolitana M4 saranno tutti a carico dei cittadini. Geronimo non c’entra nulla, ma come nel caso del Piccolo, l’avvocato non ha esperienza in questo campo, solo buoni contatti.

Al secondogenito, Lorenzo Kocis La Russa spetta l’eredità politica. Classe 1995, siede nel Consiglio del Municipio 1 di Milano. Di lui, la maggioranza ha un’ottima opinione. Un moderato, si scalda solo quando si parla di automobili. È stato piazzato nella Fondazione Milano-Cortina 2026 come coordinatore delle cerimonie, ma il ragazzo ha altri piani. Ha rilevato le quote della società Rinascimento che gestisce il Parea Mare, fra i più esclusivi locali di Santa Margherita Ligure, solo “Santa” per i rampolli milanesi. L’aperitivo è il core business di Lorenzo, che in autunno ha fondato Smart Spill, per produrre e vendere Spritz, Moscow Mule e Gin Tonic in fusti e semplificare la vita ai baristi, che non dovranno più miscelare. Una rivoluzione.

Leonardo Apache La Russa, il terzogenito di Ignazio, è quello che più sta dando filo da torcere a papà. Prima si cimenta con il rap, nome d’arte Larus, e se ne esce con i versi «Sono tutto fatto». Poi viene indagato per stupro dopo una serata trascorsa all’Apophis, discoteca a due passi dal Duomo di Milano ed esclusivo club, dove si entra versando un obolo da 500 euro. All’Apophis ci va solo la Milano che conta. E qui sta il guaio. Perché nonostante la vicenda giudiziaria di Leonardo La Russa vada sufficientemente al rallentatore, anche i genitori della vittima fanno parte della Milano che conta e, a quanto pare, non hanno nessuna intenzione di farsi infangare il nome dai La Russa.