Il personaggio

Politica, cuore e affari: quei conflitti d'interesse di Silvia Sardone

di Gloria Riva   7 febbraio 2024

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È uno dei volti più noti della Lega salviniana. La scorsa estate ha sposato il leghista Davide Caparini. Attraverso i suoi assistenti all'Europarlamento gestisce una società di smaltimento rifiuti nella città metropolitana lombarda

L'altra metà di Davide Caparini è Silvia Sardone: consigliera comunale a Milano, europarlamentare e volto noto della Lega. Per Caparini la Sardone è il suo miglior sponsor alla corte di Salvini. Sardone, infatti, è una macchina elettorale: milanese doc, classe 1982, ex berlusconiana di ferro, poi agguerrita leghista, al punto da strizzare l’occhio alla corrente di estrema destra Lealtà Azione. Dopo Salvini è stata la più votata alle scorse elezioni europee e ha riscosso moltissimo successo anche alle elezioni del Comune di Milano. Fra le sue frequentazioni spicca quella con Letizia Bonelli, signora dei salotti meneghini, recentemente tirata in ballo da Report per i suoi presunti legami con ’ndrangheta e Cosa nostra, e ritratta assieme a Sardone e all’ex compagno, anche lui leghista e attuale sindaco di Sesto San Giovanni, alla festa di compleanno a sorpresa del compagno di Letizia Bonelli, Pasquale Lettieri.

 

Sardone e Caparini convolano a nozze lo scorso giugno e, correttamente, la voce fuori campo del video per il matrimonio vip a Porto Cervo dice: «Matrimonio non è solo sposare la persona giusta. Ma è trovare la più grande fortuna della vostra vita». Chissà se e in che modo Sardone è intervenuta per rendere più leggero il peso delle sanzioni alla Mesit. Comunque, la Sardegna deve essere davvero un luogo del cuore per la coppia, che trascorre le vacanze a Piccolo Pevero, nella casa vacanze dei Caparini. Anzi, no. Per il Fisco e per il Comune di Arzachena quella era e continua a essere la residenza della madre di Davide, la suddetta Teresina Gasparotti: il villino da 264 metri quadrati che si affaccia sulla spiaggia Piccolo Pevero di Porto Cervo, una delle zone più esclusive della Sardegna, è di proprietà della Praesidium Trust, con diritto d’abitazione, in regime di separazione dei beni, ancora intestato a Teresina Gasparotti, che non c’è più da tre anni. Di sicuro, risultando prima casa di qualcuno, per i Caparini non c’è mai stato il rischio di incappare nell’Imu.

 

Il controllo per interposta persona deve aver illuminato anche Silvia Sardone. A Bruxelles conta sei assistenti, due stabilmente in Belgio, fra cui Christian Ernesto De Mattia, colui che si occupa della onnipresenza social di Silvia Sardone e già portavoce di Guido Podestà, un politico a cui Sardone deve molto. È stato lui a inserirla in Afol, prima come consigliera, poi come presidente dell’ente lombardo per la formazione sui cui risultati, in passato, è sorto più di un interrogativo. Oltre a De Mattia, Sardone ha portato con sé a Bruxelles Stefano Pavesi, un ultrà che tempo fa ha ricevuto un daspo dalla questura per bagarinaggio e militante del gruppo di estrema destra Lealtà Azione. Con lei anche Filippo Daniele Jarach, ultrà interista ed esponente di spicco della comunità ebraica milanese. Nell’elenco dei suoi assistenti ci sono Barbara Mancari e Giuseppe Nicosia. La prima è presidente del cda della società ZeroC, il secondo è presidente del collegio sindacale della stessa. I due hanno incarichi anche nella Cap Holding spa: Mancari è consigliera, Nicosia è sindaco.

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La ZeroC, che è controllata dalla Cap Holding, si occupa dello smaltimento dei rifiuti della città metropolitana di Milano, e vede nel suo azionariato una prevalenza del Comune di Sesto San Giovanni, amministrato dall’ex compagno di Silvia Sardone, per il quale l’eurodeputata è scesa in campo nelle recenti elezioni amministrative. Insomma, il nome di Sardone non c’è, ma a presiedere la ZeroC è la sua assistente, a vigilare è un altro suo collaboratore e il principale azionista è il suo ex marito. Nicosia, che a Bruxelles si occupa degli affari di Sardone, ha un piede in MilanoSport, la società del Comune di Milano che gestisce gli impianti sportivi cittadini. La stessa città di cui Sardone è consigliera comunale. Nulla di illecito sul piano giuridico, ma discutibile sul fronte dell’opportunità e che offre la misura della tentacolarità della rete di potere di Silvia Sardone.