Sicurezza

I taser in dotazione alla polizia non sono affatto sicuri

di Laura Carrer   24 luglio 2024

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Il caso di Bolzano, con un operaio morto in seguito a un malore, riapre il dibattito su questo strumento. Tra effetti sulle categorie fragili e il rischio di un uso improprio al posto dell’arma d’ordinanza. E intanto il ministero blocca l’appalto

Gli ultimi due casi sono avvenuti a Bolzano. I carabinieri hanno colpito con il taser, la pistola elettrica, un operaio pugliese di 42 anni che ha poi accusato un malore ed è morto. Il secondo ha per protagonista un 32enne cittadino marocchino immobilizzato dalla polizia in strada perché «dava in escandescenze». Dall’inizio di quest’anno gli interventi di cui si è avuta notizia dai giornali sono almeno cinque; tra il 2022 e il 2023 l’associazione di avvocati torinese Strali ne ha contati più di quaranta. Per la maggior parte riguardano persone con problemi psichiatrici, come l’uomo morto dopo essere stato bloccato con il taser nell’agosto 2023 a Chieti, alterati o ubriachi, come l’uomo deceduto a Roma il 18 novembre del 2022.

 

Dai dati che L’Espresso ha ottenuto dal dipartimento di Pubblica sicurezza, risulta che nell’arco di un anno e mezzo, tra il marzo 2022 e il dicembre 2023, i casi di utilizzo dell’arma sono stati 1.181. I taser sono stati estratti dalla fondina 407 volte, hanno lanciato un arco di avvertimento in 247 occasioni e sparato 527 volte.

 

Il taser è in dotazione a 376 uffici sparsi per l’Italia tra carabinieri, polizia di Stato e Guardia di finanza ed è venduto dalla filiale italiana di Axon, che è il nome con cui l’azienda Taser fondata in Arizona nel 1993 si è rinominata alcuni anni fa. Fornisce le armi alle forze dell’ordine di 107 Stati tra cui Canada, Brasile, Germania, Francia, Stati Uniti e Kenya e dal 2021 è fornitrice ufficiale anche del ministero dell’Interno italiano. Lo scorso novembre ha rivalutato al rialzo le sue previsioni di fatturato per l’intero 2024 a 1,55 miliardi di dollari: la domanda di taser è molto alta, complice anche il nuovo modello “10”, ma l’azienda punta a fornire alle forze dell’ordine anche bodycam e droni dopo che nel giugno 2023 ha acquisito SkyHero. Axon non ha rivali ma questo in patria gli ha creato dei problemi. Tre città, tra cui Baltimora, hanno intentato un’azione legale accusando la società di violazione delle leggi Antitrust e di vendere i propri prodotti a tariffe esorbitanti.

 

Dotato di memoria interna che permette di «registrare 16mila eventi» e poi iniziare a sovrascrivere «i primi 4.096», il taser X2 che usano le forze dell’ordine italiane è in materiale plastico giallo ed emette scariche elettriche ad alta frequenza che durano al massimo 5 secondi e hanno una tensione di 50.000 volt. Tutti dettagli contenuti nel vademecum stilato dal Viminale e approvato anche dal ministero della Salute nel 2018. Alta tensione ma a bassa intensità, motivo per cui la pistola elettrica è considerata «arma non letale». Tolta la sicura e premendo il tasto che fa esplodere la cartuccia, due elettrodi collegati a fili conduttori partono in direzione del bersaglio. La scarica avviene nel momento in cui i dardi raggiungono il corpo e si arpionano. A essere inibite sono le funzioni sensoriali e motorie. È possibile azionare l’arma anche in «modalità contatto» appoggiandola direttamente sul corpo della persona-bersaglio, in tal caso la scossa percepita è più forte e localizzata in un’area specifica del corpo.

 

L’ultima gara d’appalto del ministero, una procedura ristretta su invito, aperta ad aprile scorso, ha visto in Axon l’unica partecipante e potenzialmente l’unica vincitrice per una fornitura di 4.780 taser: 1.780 per la polizia e 3.000 per i carabinieri. La spesa di 35 milioni e mezzo di euro comprende anche caricatori, cartucce, pacchi batteria, fondine e corsi di formazione. L’aggiudicazione è rimasta però su carta, perché il giorno dopo la morte dell’operaio in Alto Adige il Viminale ha comunicato che Axon è esclusa dall’appalto, ma per ragioni tecniche: durante la fase di test alcuni dardi non sono esplosi o il taser, cadendo, ha fatto scattare la sicura. Ora dunque la procedura è ferma e la gara da rifare.

 

La nuova arma è arrivata in Italia nel 2014 durante il governo di Matteo Renzi, ma il lasciapassare necessario per avviare la sperimentazione del modello X2 da parte del Viminale c’è stato solo nel maggio 2018. E questo nonostante già nel 2007 il Comitato per la tortura delle Nazioni Unite la giudicasse uno strumento di tortura, in violazione della convenzione dell’Onu del 1984.

 

La sperimentazione, di cui non si sa molto, è iniziata a settembre 2018 in 12 capoluoghi tra cui Milano, Napoli, Torino e Firenze e si è conclusa a giugno 2019. In un articolo pubblicato sulla rivista Polizia Moderna nel maggio 2022 si legge che durante la sperimentazione «è stata evidenziata l’efficacia deterrente della nuova arma». Uno studio del 2023 di Strali sostiene che l’impiego del taser «è alternativo alle mani nude molto più che alla pistola» dal momento che «in generale pochissimi casi avrebbero giustificato l’utilizzo di un’arma da fuoco».

 

A esprimere preoccupazione è Amnesty International. Nei soli Stati Uniti si sono registrati più di 500 morti tra il 2001 e il 2012. E un’inchiesta di Reuters ne documenta 1.000 in un periodo compreso tra il 2000, primo anno della dotazione alle forze di polizia statunitensi, e il 2018. La quasi totalità delle persone stordite dalla scossa non erano armate e una su quattro soffriva di disturbi mentali o neurologici.

 

In Europa, l’associazione ha documentato numerosi casi di abuso in Polonia, Lituania, Lettonia, Olanda e anche contro migranti in Italia nel 2016. Al tavolo della Corte europea dei diritti umani è arrivato nel dicembre scorso un caso riguardante la morte di un paziente psichiatrico in Repubblica Ceca, colpito tre volte da dardi elettrici. Nei rapporti del Comitato per la prevenzione della tortura in Europa poi, ci sono almeno altri cinque riferimenti a eventi simili accaduti anche in Grecia, Turchia e Bulgaria, due mortali, nel Regno Unito e in Francia. Tanto che già nel 2010 il Comitato scriveva che «in assenza di studi approfonditi sugli effetti» nei confronti di «anziani, donne incinte, bambini, persone affette da problemi cardiaci, l’utilizzo dovrebbe in ogni caso essere evitato».

 

«Mi è capitato un caso di persona colpita da taser, che mi ha raccontato di aver sentito un dolore molto forte. Era giovane, quindi si è ripreso», racconta Angelo Beltrami, cardiologo volontario nell’associazione Naga di Milano. Molti studi che hanno indagato i rischi connessi all’uso dell’arma sono stati svolti su persone giovani e sane, platea che non riflette i numerosi casi in cui il taser è poi effettivamente impiegato. «Il problema è che può indurre delle aritmie cardiache, che sono irregolarità nel battito del cuore che possono essere di carattere momentaneo o anche mortale», nota Massimo Romano, cardiologo coordinatore del gruppo Villa Salaria di Roma, sottolineando come pazienti cardiopatici possano essere a maggiore rischio. Non un dettaglio: la Società europea di Cardiologia conta 100.000 cardiopatici congeniti nel Continente.

 

Dopo la sperimentazione nazionale, l’arma è stata concessa anche ad alcuni corpi di polizia locale: a Venezia e a Milano ad esempio, come in altre grandi città, il taser è in sperimentazione fino al dicembre 2024. Con un emendamento a firma del leghista Igor Iezzi, tra i protagonisti dell’aggressione al cinquestelle Leonardo Donno,avvenuta a metà giugno alla Camera, la Lega ha proposto di allargare la sperimentazione anche ai comuni sotto i 20 mila abitanti.

 

«La polizia locale ha subìto un’evoluzione epocale nella quale è entrato anche il taser», raconta un ex commissario di polizia locale con 40 anni di carriera alle spalle. Ed è, aggiunge, l’effetto delle politiche securitarie messe in atto dai sindaci sin dalla metà degli anni Novanta. «Da tempo la polizia locale è sempre più snaturata nelle sue funzioni classiche come la gestione del traffico o il controllo del commercio e viene impiegata per controllare il territorio». Tuttavia, l’esperienza insegna che «se vieni minacciato da una persona con una pistola hai anche tu un’arma con la quale difenderti. Se è aggressiva e non riesci a calmarla, non puoi sparargli ma puoi utilizzare lo spray al Capsicum (spray a base di miscela irritante introdotto nel 2012, nda). Altrimenti il rischio è che un poliziotto impugni un taser per attaccare, non per difendersi».

 

Preoccupazioni rilanciate da Amnesty Italia che anni fa aveva aperto un dialogo con ministero e sindacati delle forte dell’ordine. «La nostra paura è che si normalizzi l’impiego di quest’arma perché considerata non letale e vengano meno le dovute cautele», dice il portavoce Riccardo Noury, che punta l’indice sul difetto di «informazioni e dati sull’uso del taser» e sui rischi potenziali: «Se sostituiamo le immagini degli studenti manganellati a Pisa con quelle di studenti storditi a terra, la situazione mi spaventa».