Inchieste
29 ottobre, 2025Mosca, attraverso una società cipriota, da un ventennio acquista cavi sottomarini, sensori e robot europei e statunitensi per costruire la sua cortina difensiva Harmonie. "In caso di attacco nucleare russo, per gli Usa sarebbe difficile distruggere le basi di Mosca"
È una mattina di dicembre del 2017 e un rimorchiatore battente bandiera italiana si avvicina al porto di Crotone. A bordo la ciurma è per lo più di lingua russa. La capitaneria li accoglie in porto, dove resterà per tutto l’inverno, in attesa dei documenti che attestano il cambio di proprietà. La nave si chiama Cirrus e nel 2015 è stata accessoriata con una gru ed equipaggiata per navigare in condizioni impervie, anche fra i ghiacci del Polo Nord, per effettuare esplorazioni e per gestire la posa di cavi sottomarini. Nell’inverno del 2018, Cirrus starà al caldo, nel porto calabrese, dove verrà tirata a lucido, rifornita di acqua e provviste alimentari in previsione di un lungo viaggio e una missione speciale nel Mare di Barents, che si trova a Nord della Norvegia e si mescola alle acque del Mar Glaciale Artico.
Prima di ripartire, la bandiera italiana viene calata e issato il drappo russo. Il nuovo titolare della Cirrus è la società cipriota Mostrello Commercial Ltd, che risponde agli interessi del Cremlino. Ed è proprio al servizio di Vladimir Putin che il vascello parte alla volta dell’Artico con l’obiettivo di creare una cortina di sensori sottomarini nel Mare di Barents, progettata per proteggere le armi nucleari di Mosca, puntate contro gli avversari occidentali, così come previsto dal segretissimo progetto russo Harmonie. Paradossalmente, eccellenti e avanzate aziende europee e americane hanno fornito alla Russia quegli strumenti di ultimissima generazione che ora le milizie di Putin minacciano di usare anche contro di noi.
È questo il cuore dell’inchiesta giornalistica Russian Secrets, coordinata dalla tv tedesca Ndr e condotta da L’Espresso in partnership con il Consorzio di giornalismo investigativo Icij, Le Monde (Francia), Kyodo (Giappone), Nrk (Norvegia), Pointer (Paesi Bassi), Svt (Svezia), The Times (Regno Unito), Washington Post (Usa), Wdr e Süddeutsche Zeitung (Germania), a partire da dati riservati che Ndr, Icij e Pointer hanno condiviso con gli altri giornalisti investigativi.
L’inchiesta prende avvio dall’arresto di un uomo d’affari russo-kirghiso, Alexander Shnyakin, residente a Norimberga, sulla cui testa da settembre pendono cinque anni di carcere per aver violato la legge tedesca sul commercio estero a causa dei suoi rapporti con la società cipriota Mostrello. Attualmente al Tribunale di Francoforte pende un ricorso da parte dell’imputato contro l’accusa dei magistrati tedeschi, che nega ogni coinvolgimento con gli affari del Cremlino.
L’uomo è accusato di aver fatto da tramite per l’esportazione in Russia di tecnologie occidentali, che sembrano destinate a un uso di sorveglianza militare nell’ambito del progetto Harmonie. Esattamente un anno fa, Mostrello è stata inserita nella cosiddetta Lista OFAC e sottoposta a sanzioni da parte degli Stati Uniti: Mostrello faceva parte di una rete di aziende che «stendevano cavi per il governo russo».
Russian Secrets può ora confermare il sospetto dei servizi segreti tedeschi e americani poiché dalle carte confidenziali ottenute da Icij si apprende che Mostrello sarebbe stata controllata dalla società russa Upt. E Upt ha concluso nel 2014 un contratto con Kometa, produttore di armi destinate alle forze armate di Putin e responsabile della costruzione del progetto Harmonie. Quest’ultimo è un piano difensivo, che consiste nella creazione di una rete di sensori sottomarini, sonar e fibra ottica «per ridurre la capacità degli Stati Uniti di entrare e sorvegliare le aree intorno alle loro basi sottomarine nucleari, il loro bastione», racconta al Washington Post Bryan Clark, direttore del Centro per la Difesa Hudson Institute ed ex alto ufficiale della marina statunitense. Clark aggiunge: «In uno scenario nucleare, Harmonie renderebbe più difficile inviare sottomarini militari d’attacco Usa contro i bastioni russi, che si trovano nella zona artica».
Gran parte delle tecnologie utilizzate da Putin per creare Harmonie proviene dall’Occidente, per lo più dall’Europa, Italia compresa, ma anche dagli Stati Uniti. Le aziende hanno venduto materiale dual use – quindi a uso sia civile, sia militare – alla società cipriota Mostrello che, probabilmente aggirando le sanzioni, ha poi inviato il materiale in Russia. La sede di Mostrello, a Limassol, è stata abbandonata in fretta e furia nel 2024, quando gli Stati Uniti hanno acceso un faro sulle sue attività. Negli anni, Mostrello ha acquistato antenne subacquee per un valore di diverse centinaia di migliaia di dollari perfino dalla società di difesa statale norvegese Kongsberg. Ha comprato dagli inglesi Forum Energy Technologies Ltd il robot sottomarino Mohican in grado di operare fino a 3mila metri sotto il mare. Il gruppo giapponese Nec ha consegnato diverse centinaia di chilometri di cavi in fibra ottica al porto di Murmansk, che si affaccia sulla baia di Kola e si trova all’estremità settentrionale della Russia. I cavi sono stati spediti attraverso una società logistica tedesca. Nei registri contabili di Mostrello, si scopre che la società statunitense R2Sonic ha fornito un sistema sonar ad alta precisione che, secondo il produttore, è adatto anche all’uso di droni sottomarini. Anche i documenti della corte di Francoforte raccontano di imprese europee che, attraverso la mediazione di Mostrello e del russo-kirghiso Shnyakin, hanno aggirato le sanzioni e venduto materiale utile alla difesa russa.
Fra le aziende citate figura un’eccellenza italiana metalmeccanica, la D’Andrea Spa, impresa milanese specializzata nella produzione di accessori di alta precisione per macchine utensili. Secondo la procura tedesca, a gennaio 2024 la società slovacca Masam sro ha venduto ai russi una testa di perforazione del valore di 130mila euro, prodotta proprio dall’azienda italiana D’Andrea. È l’imputato, Shnyakin, a confermare che quella testa di perforazione, grazie alla sua tecnologia avanzata, viene utilizzata anche per perforazioni offshore. L’esportazione di prodotti dual use ai Paesi sotto sanzione è vietata dal 2014, in base al regolamento europeo. Ma aggirare la normativa sembra essere più facile del previsto.
Contattato da L’Espresso, l’amministratore delegato dell’azienda, Amedeo D’Andrea, risponde: «È un macchinario che vendiamo in diverse decine di unità all’anno. Non abbiamo mai avuto fra i nostri clienti l’azienda Masam e operiamo in 50 Paesi al mondo, pertanto non posso escludere che quel prodotto sia stato acquistato tramite una società con sede a Cipro, anche se non intratteniamo rapporti diretti con quel Paese».
Benedetto Santacroce, professore di Diritto tributario e doganale, commenta: «L’articolo 3 duodecies del Regolamento Europeo 833/2014 statuisce che “è vietato vendere, fornire o esportare, direttamente o indirettamente, beni in grado di contribuire, in particolare, al rafforzamento delle capacità industriali russe elencati nell’allegato XXIII a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità o organismo in Russia o per uso in Russia”. In questo caso, però, a compiere la condotta fraudolenta non è stata l’azienda italiana, bensì la società slovacca».
Santacroce, però, fa notare che nonostante le sanzioni e il divieto di effettuare triangolazioni, il business verso Mosca continua senza tregua. «Le prime sanzioni risalgono al 2000. Sono state inasprite con l’annessione illegale della Crimea e l’invasione dell’Ucraina. L’Unione ha adottato 19 pacchetti di misure restrittive che riguardano finanza, commercio, energia, trasporti, tecnologia, difesa e servizi forniti alla Federazione Russa e ai suoi cittadini».
L’azienda tedesca Norddeutsche Seekabelwerke ha ricevuto circa 15 milioni di euro da Mostrello per la vendita di cavi in fibra ottica sottomarini tra il 2013 e il 2019. I dati disponibili suggeriscono che i funzionari del Nsw erano a conoscenza del fatto che i cavi fossero destinati alla difesa russa nel Mar Nero e nel Mare di Barents. L’azienda dal 2018 è stata acquisita dall’italiana Prysmian che a L’Espresso ha dichiarato di «aver rispettato tutte le leggi e i regolamenti applicabili». E di aver «venduto solo cavi standard per le telecomunicazioni a uso civile». E ha puntualizzato che il rapporto commerciale con Mostrello si è concluso nel 2019.
Mostrello ha acquisito otto navi speciali, tra cui l’imbarcazione Cirrus, quest’ultima da un armatore italiano. Grazie al team investigativo di Ndr, che ha sfruttato i dati di posizionamento delle imbarcazioni, è stato possibile tracciare il loro lentissimo movimento (tipico delle navi che posano cavi sottomarini) ed è stato quindi individuato ila segretissima localizzazione della cortina di protezione Harmonie. L’area si estende dal Mar Bianco alle acque al largo di Murmansk, Novaja Zemlja e Alexandra Land, tre francobolli di terra in mezzo ai ghiacci polari, dove si trovano le più segrete e remote basi nucleari russe.
Le imbarcazioni di Mostrello sono servite a esplorare i fondali e trasportare i cavi di fibra ottica. Un marinaio, che nel 2018 era a bordo della Cirrus, in un post su LinkedIn dice che Cirrus «si occupa del posizionamento di cavi (Cable Lay Project) nel mare di Barents». Gran parte dell’attrezzatura è stata fornita a Cirrus da aziende italiane, come la Nuova Co.Vis, leader nella produzione di gru marine, che a Mostrello ha venduto motori per verricelli da installare sulla gru a braccio fisso di Cirrus. Il responsabile commerciale di Nuova Co.Vis ha commentato: «Questo genere di gru viene utilizzato come rimorchio di altre piattaforme in mare, oppure per la costruzione di piattaforme offshore. Si tratta di uno dei motori più performanti in commercio. Sappiamo che il cliente Mostrello era una trading company cipriota e non siamo a conoscenza di chi fosse l’utilizzatore finale». La nave Cirrus è stata assistita da svariate società italiane, fra cui Telemar, Rina Services, colosso della consulenza marina genovese, e altre società di servizio portuale. Alle domande de L’Espresso, tutte hanno risposto di aver interrotto i rapporti con Mostrello e di non essere a conoscenza delle finalità di quell’imbarcazione: «La società Mostrello Commercial Ltd non è più tra i clienti Rina dal febbraio 2024. Il primo rapporto con questa società risale al dicembre 2017. Rina è una società di servizi che verifica la conformità delle navi agli standard tecnici e di sicurezza loro applicabili, al fine di consentirne la navigazione. Non conosciamo quali materiali vengano trasportati dalle navi – né abbiamo su essi obblighi o diritti di verifica – e, di conseguenza, non sappiamo come siano utilizzati», dice la portavoce di Rina. Le società italiane hanno incassato centinaia di migliaia di euro dall’indiretta e a quanto pare inconsapevole fornitura di beni e servizi utilizzati dall’apparato militare del Cremlino.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Russian Secrets - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 24 ottobre, è disponibile in edicola e in app


