Inchieste
30 ottobre, 2025Dopo l'inchiesta Russian Secrets, Germania e Norvegia hanno avviato indagini ufficiali. Emerge anche il nome di un armatore già coinvolto nel caso Mills Berlusconi
L'inchiesta giornalistica Russian Secrets sta spingendo i Paesi europei ad avviare indagini e rafforzare i controlli sulle esportazioni di prodotti ad alta tecnologia, per evitare che possano finire al regime di Mosca aggirando le sanzioni. I governi di Germania e Norvegia, in particolare, sono stati i primi ad annunciare di aver aperto un'istruttoria sulle rispettive forniture, che risultano utilizzate dall'apparato militare del Cremlino per realizzare il sistema strategico di difesa nucleare denominato Harmonie.
Coordinata dai giornalisti della tv pubblica tedesca Ndr, l’indagine a cui ha partecipato L’Espresso, ha rivelato che una rete di società ombra con base a Cipro, che fanno capo alla Mostrello Commercial Ltd, sono state usate dalla Russia di Putin per acquistare tecnologie occidentali per un valore superiore a 50 milioni di euro. Usando l’isola targata Ue come sponda intermedia, il Cremlino si è procurato prodotti sensibili da aziende americane, giapponesi e di nove paesi europei, tra cui l'Italia. Il caso più scottante interessa la Norvegia, dove è l’industria statale Kongserg, che si occupa di difesa militare, ad aver venduto massicce quantità di sensori alla società cipriota che faceva segretamente da tramite con Mosca. Dopo la pubblicazione di Russian Secrets, Thomas Blom della Polizia di sicurezza norvegese (Pst) ha dichiarato di aver «deciso di avviare immediatamente un’indagine su Kongserg Discovery, per violazione delle norme sul controllo delle esportazioni». Il gruppo è il più grande produttore di armi della Norvegia e la sua divisione marittima produce tecnologie di difesa anche per la Nato. Ora si scopre che i suoi sensori sono stati impiegati per realizzare l’infrastruttura subacquea che controlla e protegge le basi nucleari russe nel mare di Barents, lungo l’intera linea di confine a Nord della stessa Norvegia. Anche il ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius, conferma l’apertura di un’indagine commentando così i risultati dell’inchiesta giornalistica: «Questo è un altro esempio di come le sanzioni, per risultare utili ed efficaci, devono anche essere rigorosamente rispettate e monitorate». Oltre all’azienda tedesca Norddeutsche Seekabelwerke (Nsw) che avrebbe venduto cavi al Cremlino, a Francoforte è in corso un procedimento penale che nei mesi scorsi ha portato alla condanna in primo grado di un imprenditore russo-kirghiso, accusato di aver gestito i traffici di prodotti europei sempre via Cipro: beni arrivati a Mosca tramite altre tappe intermedie come Bielorussia e Turchia.
Per quanto riguarda il nostro Paese, il caso più vistoso riguarda una nave, Cirrus, che il 6 dicembre 2017 è stata ceduta da una società italiana alla Nikesto Investments Ltd, che fa capo alla società russa Transport Freight Agency Jsc. Quest’ultima ha poi affittato il vascello a Mostrello, insieme ad altre navi da lavoro usate nel mare di Barents, sulla linea di posa dell'infrastruttura sottomarina Harmonie. Quella nave, specializzata in ricerche ed esplorazioni negli oceani, è utilizzabile anche per gestire la collocazione di cavi sottomarini, come nel progetto Harmonie, grazie a una grande gru installata nel 2015. A rivelarlo è il documento con le specifiche tecniche dell’imbarcazione, che ne evidenzia le capacità e segnala che è dotata di tutte le attrezzature all'avanguardia per poter navigare e lavorare anche fra i ghiacci. Non solo: quel documento dice anche che il precedente proprietario era l’azienda italiana Diamar Srl. È una storica compagnia marittima, con un capitale sociale di 2,9 milioni di euro, che fa capo per quasi il 90 per cento (89,9) all’armatore italiano Diego Giuseppe Attanasio e per la restante quota a Vincenzo Fevola. Oggi Diamar possiede dieci navi, ma da marzo 2024 è stata messa in liquidazione: la procedura è gestita dallo stesso amministratore, Maurizio D’Argenio, che da oltre dieci anni è al vertice della società. L’armatore Attanasio è stato al centro di uno dei caso giudiziari più importanti degli ultimi vent'anni anni: il processo per corruzione a carico di David Mills, l'avvocato inglese che gestiva le società offshore con i fondi neri personali di Silvio Berlusconi. Mills era accusato di aver intascato 600mila dollari per coprire il Cavaliere con false testimonianze in due processi milanesi. La tangente, pagata all'estero, è stata scoperta con le stesse indagini sulle offshore che hanno portato alla condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale, confermata in tutti i gradi di giudizio fino alla sentenza finale della Cassazione del 2013.
L’illustre avvocato di Londra (sua moglie è stata ministra) gestiva in via riservata i patrimoni esteri di molti ricchi clienti anche italiani, come Flavio Briatore e appunto Attanasio, tutti sentiti come testimoni. Per nascondere la provenienza dei 600 mila dollari, l’avvocato inglese ha mescolato i patrimoni di clienti diversi in un fondo estero, da cui ha poi prelevato la sua tangente a distanza di tempo. Durante le indagini, Mills aveva confessato di aver preso i soldi da Berlusconi, ma in tribunale ha poi cercato di inventarsi un alibi, sostenendo che i 600mila dollari fossero in realtà di Attanasio, che a quel punto ha dovuto fornire tutte le carte e affrontare lunghe deposizioni. Ne risulta che l'armatore italiano aveva affidato a Mills oltre dieci milioni di dollari, con cui costituire un trust esentasse alle Bahamas, destinato ai propri eredi. Mills sosteneva, nella sua seconda versione dei fatti, che i famosi 600mila dollari fossero una parte del prezzo incassato da Attanasio, dietro lo schermo di un’immancabile società offshore, con la vendita di una nave, chiamata Ravello, a una società del Qatar. In realtà gli accertamenti finanziari e bancari hanno dimostrato che la versione di Mills era falsa: i soldi della nave hanno fatto un altro giro, non si sono mai mescolati alla tangente. Condannato in primo grado e in appello a quattro anni e mezzo per corruzione giudiziaria, Mills ha ottenuto la prescrizione in Cassazione, con un verdetto che gli evita il carcere ma riconferma la condanna civile a risarcire 250mila euro allo Stato italiano, rappresentato dalla presidenza del consiglio. Processato a parte per impedimenti politici, Berlusconi ha beneficiato fin dall’inizio della prescrizione per la corruzione e ha dovuto risarcire dieci milioni dopo la condanna per frode fiscale. L’armatore Attanasio nei processi milanesi è rimasto testimone, ma è finito sotto indagine a Salerno per i soldi delle offshore, cavandosela a sua volta con la prescrizione. Quei procedimenti riguardavano anche i fondi neri ottenuti dalla vendita della nave Ravello. Interpellati da L’Espresso, Diamar e il suo liquidatore non hanno risposto alle nostre domande.
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