Inchieste
18 luglio, 2025Roselli, in passato membro della P2 di Licio Gelli, è stato eletto nuovo Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese antico e accettato, organizzazione massonica parte del Goi
Lo spettro piduista si aggira ancora tra le stanze della massoneria italiana. Lo dimostra la recentissima elezione di Andrea Roselli a nuovo Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese antico e accettato, organizzazione massonica parte del Goi e vicina alla Gran Loggia regolare d’Italia. Roselli, fiorentino 78enne, in passato è stato membro della P2 di Licio Gelli. Il suo nome appare nella lista sequestrata a Castiglion Fibocchi nel 1981 con la tessera numero 585. Roselli ha lavorato come Carabiniere e nelle liste viene indicato come “capitano”. Carabiniere e massone come suo padre Roberto, generale dell’Arma e tessera 99 della loggia eversiva di Gelli. Il suo nome appare in un’informativa del Sisde sulla P2 datata 5 giugno 1991 da cui si evince che il suo periodo di iscrizione sia iniziato nel 1977 e si sarebbe concluso nel 1982.
Dalle carte della Commissione P2 si capisce come i due Roselli fossero considerati non membri qualsiasi della P2, ma membri attivi e molto ben coinvolti nelle attività della Loggia. Tra le carte spunta, ad esempio, un assegno circolare datato 2 ottobre 1979 (meno di un anno prima della strage di Bologna) emesso dalla Banca di Lucania di Potenza che attesta il versamento da parte di Andrea Roselli della quota associativa alla P2.
L’Espresso ha visionato anche una lettera scritta direttamente da Licio Gelli al nuovo Sovrano del Rito Scozzese. «Caro Andrea – scrive Gelli – Fanelli mi ha riferito del colloquio avvenuto durante la tua visita al Centro, e ti esprimo la mia soddisfazione». Il Fanelli citato è probabilmente Giovanni, dirigente dei servizi segreti nonchè assistente personale di Gelli che per anni accompagnò il Venerabile agli incontri con Cossiga e altri potentissimi del tempo. Il Centro è invece probabilmente il gruppo decisionale interno alla P2. «Tienti pure in diretto contatto col Centro, così avrai la possibilità di essere nell’arco di un rapporto costante» scrive Gelli prima di salutarlo.
La lettera è datata 3 novembre 1980, solo tre mesi dopo la strage di Bologna. Roselli non ha mai nascosto il proprio passato. Eppure la sua pericolosa vicinanza a Licio Gelli non gli ha impedito di divenire uno dei maggiori vertici della Massoneria italiana
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