Innovazione
15 ottobre, 2025Il visto elettronico per il Regno Unito (Eta) è obbligatorio dallo scorso aprile 2025. Ma attenzione: online ci sono siti sponsorizzati che forniscono il servizio a costi maggiorati, e con meno garanzie. Lo rivela l’indagine Swg commissionata dall’Ambasciata Britannica
Oggi assistiamo a un ritorno di fiamma fra Italia e Regno Unito, in un quadro in trasformazione che viene tracciato dalla ricerca commissionata dall’Ambasciata britannica e realizzata da SWG, “Indagine sulla percezione del Regno Unito fra gli Italiani”. Sono nove su dieci gli italiani che sognano di visitare il Regno Unito, secondo la ricerca, ma quando si tratta di richiedere il visto elettronico – Eta – nasce il problema dei siti indicizzati che “mediano” l’operazione, con maggiori costi e meno garanzie.
Sponsorizzate
Attenzione alla trappola digitale delle agenzie non autorizzate al rilascio diretto dell’Eta. Prezzi maggiorati fino a 80 euro, mentre un certificato rilasciato per le vie ufficiali costa in media 16 sterline, pari a circa 18 euro. L’Electronic Travel Authorisation è il nuovo lasciapassare elettronico introdotto dal governo britannico nel 2025. Indispensabile per entrare nel Paese, si può richiedere sui canali governativi ufficiali, ma più della metà degli italiani che ne sono già in possesso dichiara di aver eseguito la procedura su piattaforme non autorizzate.
I dati
Stando a quanto rilevato nell’indagine, soltanto il 37% di chi ha ottenuto l’Eta si è rivolto al portale ufficiale. Il restante 53% ha usato siti alternativi - non per espressa volontà quanto perché spesso mascherati da servizi ufficiali o agenzie di supporto - finendo per pagare cifre maggiorate e, in molti casi, subendo disservizi. Il 55% degli utenti che hanno percorso questa strada ha dichiarato di aver incontrato problemi durante la procedura, che vanno da ritardi nella ricezione dell’autorizzazione a veri e propri blocchi nell’accesso ai documenti di viaggio.
Raggiro informatico
Il fenomeno è tracciato con chiarezza nella ricerca e configura un sistema strutturato di raggiro informatico: pagine web create ad arte per intercettare viaggiatori inconsapevoli, raccogliere i loro dati sensibili, lucrando sulla disinformazione. La vulnerabilità non è limitata alle fasce meno esperte della popolazione: anche tra i giovani — pur più consapevoli dell’esistenza dell’ETA (61%) rispetto agli over 55 (47%) — si registrano casi diffusi di utilizzo di siti non ufficiali. L’introduzione del nuovo sistema di autorizzazione elettronica, pur con l’obiettivo di snellire i controlli alle frontiere, è diventata terreno fertile per truffatori digitali capaci di sfruttare la mancanza di informazioni chiare e la fretta dei viaggiatori.
Il consiglio
Fare attenzione agli indirizzi dei siti internet, le così dette Url. Se non compare espressamente il sito www.gov.uk si tratta di un fake, come ad esempio Passaporta, che appare al primo posto nei risultati della ricerca per la richiesta dell’Eta, o anche Visassist, che addirittura presenta una bandiera britannica nel logo. Facile cadere nella “trappola” dei siti sponsorizzati. Bisogna scorrere la lista dei siti sponsorizzati fino a trovare l’ufficiale gov.uk, e da lì seguire la procedura. E attenzione al prezzo. Se la richiesta di pagamento per ottenere l’Eta supera le 16 sterline significa che ci troviamo su un sito “interfaccia”, che raccoglie i nostri dati e li utilizza poi per richiedere, a sua volta, l’Eta direttamente dal sito del Governo Britannico che, in questo modo, non è in grado di rilevare “la truffa” perché riceve i dati richiesti nella maniera prevista dal form. Chi ha pensato questo sistema di “interfaccia” lucra sui passaggi intermedi, ma di fatto il cittadino che incappa in questa truffa non sa poi nemmeno che fine facciano i dati forniti al sito “interfaccia”.
London calling
La ricerca commissionata dall’Ambasciata Britannica rivela, inoltre, come negli ultimi dodici mesi ci sia stato un netto rilancio del legame tra Italia e Regno Unito. Un dato, in particolare, colpisce: nove italiani su dieci esprimono il desiderio di recarsi oltremanica e quasi la metà dichiara che lo farà sicuramente. La propensione è particolarmente marcata tra i più giovani: tre ragazzi su cinque, nella fascia 18-24 anni, considerano un viaggio nel Regno Unito una certezza futura.
La ricerca presentata a Roma alla vigilia della XXXIII edizione del Convegno anglo-italiano di Pontignano — commissionata dall’Ambasciata britannica e realizzata da SWG — scatta un’istantanea nitida di un sentimento in crescita: l’attrazione verso il Regno Unito è tornata ai livelli pre-pandemici, con un aumento costante rispetto al 2024. Non si tratta solo di intenzioni vaghe: tra coloro che hanno già visitato il Paese, il 91% dichiara che tornerebbe volentieri, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente.
Una relazione cruciale
Nonostante la distanza geografica e la Brexit, la relazione tra Regno Unito e Unione Europea continua a essere percepita come cruciale dagli italiani. Nove cittadini su dieci ritengono importante mantenere rapporti stretti tra Londra e Roma, e la maggioranza è convinta che una collaborazione rafforzata porterà benefici anche all’Italia. Quando si parla di rapporti bilaterali Italia-UK quattro italiani su cinque auspicano un legame solido e duraturo, con una crescita significativa rispetto al 2024. L’ambito in cui si chiede maggiore cooperazione è ampio e trasversale: circolazione delle persone, ricerca e innovazione, istruzione, cultura, scambi commerciali, sicurezza e difesa. L’80% degli intervistati è favorevole all’introduzione di un programma tra Regno Unito e Unione Europea che agevoli la libera circolazione dei giovani per viaggi, studio e lavoro.
L'effetto Carlo III
Un forte impatto sulla percezione pubblica degli italiani l’ha avuta la visita reale dello scorso aprile. Re Carlo III e la Regina Camilla hanno fatto breccia nella memoria collettiva, mentre il discorso pronunciato in Parlamento è stato giudicato un successo. Rispetto al 2024, la percentuale di chi percepisce un avvicinamento tra Italia e Regno Unito con Carlo III al trono è triplicata, passando dal 16% al 48%.
Nuova mobilità
La GenZ apprezza la sintonia politica crescente tra Roma e Londra: oltre tre su quattro giudicano compatibili le posizioni internazionali dei due Paesi, un dato in crescita di otto punti rispetto allo scorso anno. I giovani si confermano anche più consapevoli delle procedure necessarie per recarsi oltremanica, ma sono anche i principali bersagli del mercato degli Eta “taroccati”. È in questa fascia che la combinazione tra familiarità con il digitale e fiducia eccessiva nei canali non ufficiali alimenta la diffusione delle truffe online legate ai viaggi.
Sarà quindi necessario affiancare alla diplomazia e alla cooperazione economica una solida strategia di informazione pubblica e di protezione dei viaggiatori. Perché l’entusiasmo per un Paese affascinante si trasformi in opportunità reali e sicure.
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