Lanciata a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione Crew-10 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ieri, 16 marzo, alle 05:00 ora italiana. Riporterà a Terra Wilmore e Williams - i due “naufraghi spaziali” da nove mesi bloccati nello Spazio -. Fonti Nasa hanno annunciato già per domani il rientro della navicella Dragon: l’atterraggio avverrà nella serata di martedì 18 marzo.
“Siamo felici di tornare a casa, siamo pronti per festeggiare”. Così Butch Wilmore - l’astronauta che con Suni Williams è bloccato da più di 250 giorni sulla stazione spaziale internazionale Iss- ha commentato l’arrivo della Crew-10 di SpaceX e del suo equipaggio: la comandante Anne McClain, la pilota Nichole Ayers e gli specialisti di missione Takuya Onishi di Jaxa (l'Agenzia spaziale giapponese) e il cosmonauta russo Kirill Peskov dell'agenzia spaziale russa, Roscosmos. Il quartetto è finalmente giunto a dare il cambio sull’Iss, dove trascorrerà circa sei mesi. Ed è stato accolto con entusiasmo dall’intero equipaggio della Expedition 72, di cui erano entrati a far parte per “meriti di lunga permanenza” anche Suni Williams e Butch Wilmore, “bloccati” sulla stazione spaziale internazionale dallo scorso giugno.
L’arrivo della Crew-10 segna il cambio di equipaggio e prepara la partenza della Crew-9 a bordo della Crew Dragon Freedom. Williams e Wilmore rientreranno sulla Terra insieme ai colleghi Nick Hague e Aleksandr Gorbunov il 18 marzo, con un giorno di anticipo, approfittando delle condizioni meteo favorevoli che potrebbero invece peggiorare nei giorni successivi. La navicella Dragon è quindi già pronta per ripercorrere i 450km che separano la stazione spaziale dalla Terra, e riportare la comandante Suni Williams e il capitano Butch Wilmore al largo della Florida, finalmente a casa. L’imprevisto iniziale che ha trattenuto a bordo i due astronauti li ha visti superare ampiamente i sei mesi di permanenza nello Spazio, durata standard di una missione spaziale.
Ma chi parla di record forse non ricorda altre due missioni “long lasting”, una nel 2023, quando Frank Rubio stabilì il primato Usa di permanenza nello Spazio con 371 giorni consecutivi. Il record mondiale resta nelle mani del cosmonauta Valeri Polyakov, che ha trascorso ben 437 giorni sulla stazione spaziale Mir, dall'8 gennaio 1994 al 22 marzo 1995. Polyakov era un medico e aveva scelto scientemente di restare tanto a lungo nello Spazio - con l’intento di testare la resistenza del corpo umano nella prospettiva (già da allora) di un volo su Marte, sogno che l’Unione Sovietica nutriva già a quei tempi – e volle camminare subito dopo lo sbarco.
Sarà ben diversa l’operazione di rientro di Wilmore e Williams che seguirà un preciso protocollo di preparazione, con controlli medici e briefing tecnici da parte di Nasa e SpaceX. Prevista anche la “partitella a carte”, che pare essere un classico rito che gli astronauti usano per procacciarsi buona sorte prima del rientro a Terra. I nove mesi che i due astronauti hanno trascorso in condizioni di microgravità ed esposizione alle radiazioni spaziali potrebbero comportare alcuni effetti sul loro fisico. L’assenza di gravità genera perdita di massa muscolare e ossea, e per questo al loro rientro Wilmore e Williams dovranno sottoporsi a monitoraggio medico e a un percorso riabilitativo. Wilmore e Williams hanno calato l’asso vincendo la loro partita contro il tempo, sono pronti per l’ultima notte fra le stelle.