Sfida spaziale globale: l’ascesa della Cina tra luna, Marte e Africa

Pechino sta accelerando il passo con una strategia che integra missioni lunari, costruzione di basi robotiche su Marte, sviluppo della propria stazione spaziale e cooperazione internazionale, con un focus sui Paesi africani. Ma gli Usa non stanno a guardare

Per consolidare il suo ruolo di potenza spaziale globale, l’Agenzia spaziale cinese China Manned Space Agency (Cmsa) ha indicato due priorità strategiche: la messa a regime della stazione spaziale orbitante Tiangong, il "Palazzo Celeste" che già dal 2022 è in orbita a 450 km dalla Terra e può ospitare 3 taikonauti, ma è destinata a crescere in dimensioni e funzioni. Altro obiettivo è l’allunaggio entro il 2030. In cinese la parola spazio si dice "tai kong" e da qui la definizione di Taikonauti, gli astronauti del paese del dragone, che sono già in fase di addestramento per prepararsi a raggiungere la Luna. Mentre si lavora a una missione di rifornimento on site della Tiangong, previsto nell’anno. Tiangong ha già completato quattro missioni con astronauti, tre missioni cargo e ha ospitato quindici taikonauti in totale. Fra le attività scientifiche a bordo, circa 180 progetti di ricerca su fisica della microgravità, biologia spaziale e nuove tecnologie.

Obiettivo Luna


Pechino ha un’agenda spaziale fitta che punta a portare il primo cinese sulla Luna entro il 2030. Il razzo Lunga Marcia 10, la capsula con equipaggio Mengzhou, il lander Lanyue, le tute spaziali Wangyu e il rover lunare Tansuo. Tutti elementi infrastrutturali - inclusi il sito di lancio di Wenchang e il sistema di telemetria terrestre - già in costruzione o completati. Chang’e-7 è la missione più attesa, che vede la collaborazione con Egitto e Bahrein: punta a trovare l’acqua ghiacciata nel Polo sud lunare.

Diplomazia spaziale e Africa: il ruolo crescente del continente


Un capitolo cruciale della strategia cinese è l’espansione della cooperazione spaziale con l’Africa. United States Institute of Peace rivela che la Cina ha all’attivo collaborazioni con 23 Paesi africani a cui ha fornito stazioni di tracciamento e tecnologia avanzata. L’Egitto è il fulcro di questa espansione: una Space City sorgerà alle porte del Cairo, con laboratori satellitari, telescopi di sorveglianza e satelliti "dual use". L’obiettivo? Espandere la rete di sorveglianza globale con l’accesso diretto ai dati raccolti e garantire una presenza logistica permanente nel Continente.

Verso Marte e oltre: la roadmap interplanetaria della Cina


Nel marzo 2025 Cnsa ha presentato la sua "tabella di marcia spaziale" che la proietta al 2050, con la costruzione di una stazione robotica permanente su Marte nel 2038. L’avamposto sperimenterà tecnologie di sopravvivenza autonoma basate sull’estrazione in situ di acqua, ossigeno e carburante. Ma non finisce qui perché il visionario sino-programma prevede una missione di ‘sample return’ da Marte entro il 2028, come già avvenuto per il polo sud Lunare nel 2024. Nel 2028 la Cina punta a Giove e Callisto con la missione Tianwen-4, mentre già per il 2033 guarda a Venere, per passare poi a Nettuto e Tritone nel 2039. E perché no, fare una capatina anche nel sistema di Urano entro il 2046.  
Con la missione Tianwen-3 saranno coinvolti attivamente, per la prima volta, anche partner stranieri con la finalità di analizzare a bordo della stazione spaziale i campioni raccolti su Marte. 

La risposta americana


Il crescente protagonismo cinese non piace molto agli americani. Jared Isaacman – il miliardario che Trump ha scelto per guidare la NASA - durante l’audizione al Senato per la sua conferma nel ruolo, ad oggi ancora in discussione, ha indicato tre priorità: mantenere la leadership americana nello spazio; sviluppare un’economia spaziale sostenibile in orbita bassa; usare la NASA come moltiplicatore scientifico globale.
E’ però il timing dell’allunaggio che tiene tutti col fiato sospeso, perché il Senato americano pone come obiettivo inderogabile che gli astronauti battano i taikonauti nella nuova corsa alla Luna. Dal canto suo Isaacman – che a differenza dei suoi predecessori non ha esperienza da astronauta, avendo svolto solo due voli suborbitali commerciali - ha confermato il supporto al programma Artemis, ma con una certa freddezza. Resta il fatto che non si può ignorare il messaggio politico, chiaro: la Luna è un traguardo geopolitico, e il confronto con Pechino è diretto.

Expo 2025 di Osaka: la Cina celebra la propria visione spaziale

E mentre gli americani prendono le misure del Futuro, all’Expo 2025 di Osaka va in scena la visione cinese del domani, con un padiglione mostrato in anteprima alla stampa, in cui sono esposti campioni lunari autentici affiancati a riferimenti culturali millenari, a connotare un messaggio identitario che segna l’esplorazione dello spazio come continuazione della saggezza antica cinese. "Costruire insieme una comunità di vita per l’uomo e la natura" è il tema del padiglione, e sintetizza l’intento di proporsi come potenza tecnologica e culturale, con lo sguardo al futuro e forti radici nel passato.


 

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